Mentre mi riscaldavo per la gara di Bagnoregio ho incrociato degli sposi che si allontanavano sul cassone di una limousine da tempo di crisi. Applausi! – While I was warming up I stumbled on these three wheeled newlyweds. It was the highlight of the day, the race went bad.
Teoricamente questa doveva essere la gara clou all’apice del mio programma di allenamento. L’avevo scelta esclusivamente in base a parametri spazio temporali (Bagnoregio è relativamente vicina a Tarquinia, dove mi trovavo in villeggiatura), senza curarmi del tipo di percorso (9km). O meglio: sapevo benissimo che ci sarebbero stati i soliti saliscendi (nell’alto Lazio è sempre così), e che sarebbe stato difficile impostare il ritmo gara. Dopo una breve visita collettiva a Civita, si parte dalla base del ponte, affrontando un mezzo km di salita impegnativa. Io vado su tranquillo, alcuni sono già spompati. In cima si apre un bel falso piano su cui si comincia finalmente a correre, attraversando per lungo il centro abitato di Bagnoregio. Le sensazioni sono buone, comincio a pennellare l’asfalto alla ricerca del giusto ritmo. Dopo poco, purtroppo, si devia in una zona periferica del paese, brutta e costellata di saliscendi. Come al solito sulle salite stacco gli avversari, sulle discese mi faccio riprendere. Ritmo gara addio. Si ritorna al falso piano, manca un secondo giro. Al ristoro (fa un caldo allucinante nonostante siano le nove di sera) afferro un bicchiere vuoto.
Mi sento un po’ stanco e demotivato, perdo concentrazione e su alcune salite mi limito a passeggiare. Le automobili sfrecciano incuranti sul percorso, qualche concorrente ha ancora il fiato per mandarle affanculo. Chiudo con un tempo orrendo, 4’46/km, durante il secondo giro sono crollato dal 44° al 76° posto (a detta dei miei figli). Sono abbastanza incazzato con me stesso, non ha senso affrontare una trasferta di 120km per poi ritirarsi con la scusa della demotivazione.