E perché meno ammiri la parola,
guarda il calor del sole che si fa vino,
giunto a l’omor che de la vite cola.
Dante Alighieri, La Commedia – Purgatorio (Canto XXV)
Che magnifica trasferta a Castiglion Fiorentino! Posti splendidi, cibo gustoso e un’ospitalità impareggiabile riservataci dagli organizzatori di questa Corri al Boscatello, valida come Trofeo Paolo Pierini e Trofeo Avis, la Podistica il Campino.
Un’aria fresca, frizzante, un cielo spazzato dal vento e i mille colori della vegetazione mediterranea, dovuta agli influssi mitigatori del Lago Trasimeno, hanno reso il tutto meravigliosamente gradevole.
Il linguaggio becero e la lingua biforcuta della Vipera berus non son degni di raccontare la bellezza di questi luoghi e le amenità di questi due giorni all’insegna della pace e della serenità, quindi, per questa volta, ho chiesto conforto al Sommo Poeta Danti Alighieri, nella speranza potesse essermi di ispirazione nell’uso di un linguaggio più aulico (e che mi perdoni!), e certo di ‘asa più di me, in questa terra di colline, di vini, di cipressi e di eremi.
Dopo il campo e i consueti allenamenti di atletica, ci si prepara per la partenza. Visto e considerata la nostra “semenza” e dato che fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (vedi XXVI, 118-120), prima di Cortona ci si ingegna a trovar un loco degno al soddisfacimento dell’intelletto nostro. Nell’oasi di pace e silenzio “Le Celle”, primo eremo di San Francesco, speriamo di trovar giusta consolazione agli acciacchi di mens, spiritus e corpore. Qualcuno di noi ha pensato bene di riservare qualche attimo alla meditazione, prima della somarata del giorno dopo.
Appena giunti, rumorosi disturbatori della quiete mistica, ci appropinquiamo al viale che porta al luogo di preghiera, ma prima di arrivare, salutiamo il nostro ambasciatore, il quale così gentile e onesto pare: il mitico Potente, che nel passato tempore, Podistica Rifondazione rese rovente!
Eccoci al fine tutti a Cortona, di “Giambalvina reminescienza” località amena,
nella Casa per Ferie “Betania”, volea posar le membra stanche,
non prima di mortificar le carni ante la cena
in una corsetta di riscaldamento spacca cianche.
Vipera berus, 2017
Ci sono diverse teorie in proposito. Il Maestro Jota-Enzo, è un acceso sostenitore dei benefici di tale attività la sera prima della gara. Come una pillola, la cura delle gambe, dovrebbe sortire un effetto di scioglimento e scarico psicologico. Tuttavia, solo Camilla, Enzo e io, impavidamente, ci sottoponiamo alla cura, mentre gli altri, intimoriti dal profilo impervio di Cortona, preferiscono apostrofarci in vari modi (non ti curar di loro, ma guarda e passa) e fare una passeggiata con struscio, nel viale principale della modaiola cittadina toscana. Dopo una lauta cena e una discreta bevuta serale, ci si reca a letto. L’indomani mi preparo a levare le tende da Cortona. Giungo a Castiglion Fiorentino, luogo della gara, scortata in auto da tre loschi figuri. Non dirò i nomi ma potete ben immaginare di chi si tratta: er Suola, Pierluke Skywalker e l’uomo Marana der Tufello. E già è stato un traguardo raggiungere il ritrovo, mezzi addormentati, ma alla fine ci troviamo sul luogo della partenza, nei pressi della bella statua raffigurante il grande motociclista da rally Fabrizio Meoni, nato a Castel Fiorentino e famoso per le sue Parigi-Dakar.
Dopo un breve riscaldamento… al via! Appena partiti… l’è maiala! Una reppa dall’andamento di una curva esponenziale da far riproporre la grappa serale, mi inchioda le gambe al terreno. Che dire:
„Per me si va ne la città dolente, | per me si va ne l’etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | Giustizia mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e ‘l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate. (III, 1-9)“
Dopo essere entrati nella porta del Borgo Medioevale (e da lì in poi) è tutto un saliscendi (più sali che scendi), per gli 11 km e rotti della gara. I primi km sono ancora in trance da letto. Verso metà percorso le gambe iniziano a sciogliersi. La tracotanza mi fa infierire su un gruppo di atleti toscani che mi rallentano l’inseguimento della Marsicana, partita di gran carriera, ma più di tanto non si può fare. Arrivo al traguardo in condizioni discrete, senza infamia e senza lode. Deh, potevo fare di meglio ma anche di peggio.
Nel complesso però andiamo bene. I compagni, ma soprattutto i bambini e i ragazzi tengono alto il colore la squadra e ci fanno guadagnare un 4° posto societario.
Rinfreschi, premiazioni, pranzo e ancora passeggiata nella bellissima rocca di Castel Fiorentino, concludono questa trasferta che, deh, volge al termine.
Conclusione.
„Era già l’ora che volge il disio | ai navicanti e ‘ntenerisce il core | lo dì c’ han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d’amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more. (VIII, 1-6)“
Autore: Paola Paolessi Email: paolessipaola@gmail.com