Chi conosce un minimo di dialetto sa che “sola” ha vari significati oltre che “solitaria”. Leggete questa accorata cronaca di Paola, in cui c’è da deliziarsi per le sfumature linguistiche.
“Sola”, senza “sole”, al traguardo a Fonte Nuova
Ovvero: il fascino discreto della borgata… con il compagno Serra!
Con i postumi di una coinvolgente iniziativa di fine stagione di Rifondazione Podistica Giovanile e di un 1.500 in pista valido per i Campionati di Società Master (di cui tralascio per ora i particolari… ), in una nuvolosa domenica mattina che non promette nulla di buono, mi dirigo, sola (schifata anche dai miei familiari), in quel di Fonte Nuova, che in realtà è Tor Lupara, borgata alle porte di Roma dove ho vissuto per circa 30 anni, per disputare la Maratonina di Primavera.
L’evento appare piuttosto dimesso quest’anno, sarà che sembra autunno, ma siamo quattro gatti a 10 minuti dalla partenza, io unica donna.
Ma ecco che all’orizzonte compare Walter! Certo, la moglie è originaria di Tor Lupara e quindi lui è venuto a cimentarsi in onore dei suoceri. Infatti pare che la moglie quella mattina gli abbia detto (testuali parole): “Non farmi fare brutta figura!”
Il percorso è su asfalto, in saliscendi, talmente intricato e pieno di frecce disegnate per terra che sembra di stare da IKEA, ma io, zuppa e grondante per la pioggia ma padrona della situazione, non solo non mi perdo ma riesco anche a tagliare (senza volerlo, credetemi) di circa un chilometro!!!
Comunque arrivo al traguardo dove nessuna donna può soffiarmi il primo posto, perché (lo devo dire per onestà intellettuale) sono sola!!!!!
E così, dopo tanto sbraitare, per una volta sono io a tirare la ”sola” agli altri ma, ripeto, non volendo!!!!
All’arrivo incontro Francesco, amico di vecchia data, ottimo insegnante di educazione fisica e importante risorsa del posto. Mi accoglie affettuosamente un signore anziano, che nel 1969 andò in URSS come rappresentante dei Comunisti Italiani. Walter arriva terzo. Entrambi veniamo premiati dal neo sindaco della coalizione di sinistra Fabio Cannella, veterinario locale, con il quale già abbiamo fatto amicizia!!!
Post scriptum
Non è stata solo una gara di “sole”. Mentre correvo tra le vie di Tor Lupara, cresciute in maniera disordinata attorno all’abusivismo dilagato nella zona, mi sono ritrovata a passare nei luoghi di corse giovanili, vicino la mia scuola media e sotto casa mia! Poi durante il defaticamento ho ritrovato la “casa di Jerusa” mia compagna di classe che all’epoca viveva con i nonni in una casetta intonacata con calce a un piano, mi sembra di ricordare anche qualche gallina lì intorno. Poi la frutteria di Valeria, ormai chiusa da tempo e tanti altri ricordi. Ho inaspettatamente visto affiorare in me una punta di “orgoglio di appartenenza alla vita di borgata”, cosa insolita e inaspettata dato che in passato mi vergognavo solo di dire di abitare in quel posto, senza una storia, se non quella dei tanti immigrati che prima dall’Abruzzo e dalle Marche, poi dalla Polonia, dalla Somalia, dall’Albania, dalla Romania e chi più ne ha più ne metta. Io, immigrata da Montesacro, con mio padre e mia madre, operai comunisti, sfrattati da Prati Fiscali, che non potevano certo permettersi una casa a Roma, facevo parte di quella caotica comunità di “torluparesi” (solo il nome mi faceva impressione). Per concludere, parlando con il Sindaco me ne sono uscita dicendo “questo posto fa schifo, ma il bello è che c’è da fare”, e infatti ora sono convinta che è meglio una sana vita di borgata che abitare a tempo pieno in una città tutta bella organizzata e funzionale: pensa, vivere in una città come Arco di Trento o Rovereto, che noia…
PAOLA ,anche TRENTO e ROVERETO hanno i suoi problemi,fidati!Solo che riescono a mascherarli un po’ meglio degli altri….Saluti dal Trentino