No, non ci siamo rimbambiti tutto assieme appuntandoci sul petto un discutibile sponsor… è solo che il maestro Jota Enzo può permettersi questo e altro, anche una maglietta del genere, di 30 anni fa (vedi sotto) alla corsa della Croce Rossa, Memorial Angelo Pinna.
Per me ‘sto look obsoleto è l’emblema di quell’atletica che a livello alto e olimpionico non ci porta più medaglie e ancora non vede quel passaggio di testimone tra le vecchie e nuove generazioni.
Certo, l’assenza prolungata di Boris dagli scenari agonistici si fa decisamente sentire.
La nostra atletica giovanile, i nostri figli (vedi il talentuoso Francesco Guerra) ci danno tanta soddisfazione e speranza ma sono ancora piccoli. Manca una terra di mezzo, c’è una sorta di buco generazionale, che lascia un vuoto pieno di incertezza , un ponte che da Dominici e Dantone salta direttamente a Francesco Guerra, a Juma, a Giacomo e a Ruben. Però quei “vecchietti” che continuano a cimentarsi tra strade, piste e campi hanno ancora qualche velleità, qualche asso nella manica e piccoli sassolini da togliersi dalle scarpe. Vecchietti si, ma la testa è quella di venti-trentenni, con nette discrepanze psicofisiche. Mi ci metto pure io, anche se penso di essere una pippa. La mente però continua a viaggiare, a sognare, a provare a rimanere in gioco, nonostante tutto.
Siamo vecchi, a volte zoppi, un po’ matti, ma siamo vivi.