Metti una mattina di mezzo agosto… una gran fiacca alla mattina che non andresti neanche dal letto al bagno, e invece alla guida della mia Berlingo mezza camperizzata, traverso, in preda al sonno, un paio di strade consolari per Castel S. Pietro Romano. Sembra un paesino dove finisce la strada, di un bianco abbagliante per la roccia calcarea su cui è arroccato e i muri candidi delle case. Qualche sparuto corridore si riscalda lungo i saliscendi dei vicoli, ma girato l’angolo c’è l’orda dei corridori incalliti, che ti scovano garette anche a casa del diavolo, pur di riportare a casa quel consolatorio pacco gara e fare il pieno di endorfine e magari qualche misero premio di categoria.
Ma questo è il posto dell’acqua santa. Il Santuario della Mentorella e il Sentiero di Karol Wojtila è a due passi. E infatti, prima della partenza un giovane e bel frate si posiziona davanti all’arco e ci da la benedizione (o l’estrema unzione, secondo i punti di vista). Si tratta di Padre Jacopo, viene da un convento appena sotto al paese. Si mormora che è conosciuto come atleta del posto e in genere ha corso le edizioni precedenti ma che in questo caso deve limitarsi ad officiare la sua professione e missione al momento del via.
All’arrivo, dopo aver faticosamente acchiappato il 5° posto in un percorso senza pianure, avvicino l’uomo in saio che mi ricorda inequivocabilmente Obi Uan Kenobi da giovane, incuriosita dal suo probabile alternare i pantaloncini alla tonaca. Gentilmente si presenta e mi racconta della sua passione per la corsa ma che al momento, per un piccolo risentimento muscolare lo ha fatto rinunciare alla gara che lo vede giocare in casa. Io prontamente gli chiedo per chi corre e se forse è intenzionato a cambiare squadra. Un Frate a noi manca proprio e una benedizione ogni tanto non farebbe certo male! Purtroppo per ora non ha intenzione di mollare la sua piccola squadra locale, ma forse un giorno… già me lo figuro con la nostra casacca sociale a benedire la squadra di cross lungo durante le fasi di qualificazione, chissà… forse riusciremmo il quel caso a passarle e a sognare di nuovo, da poveri vecchierelli, la tanto agognata finale!