Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa cronaca di Paola che ha disputato il Trofeo Fara Sabina (classifica dal Maratoneta.it). In tutto erano 42km, ma lei ne ha fatti solo 18.
Paola
E’ quasi primavera. Dichiaro finita la stagione dei cross (almeno per me). Si riparte con le amate somarate di sempre. Tanto per gradire, domenica 8 marzo c’è il Trofeo Fara sabina, gara del circuito reatino particolarmente indicata per corridori compulsivi. Ci sono ben 4 possibilità: 6 Km per giovani compulsivi (a 13 anni avrei potuta senz’altro sceglierla), 18 Km per compulsivi poco allenati, 30 km per compulsivi senza speranza, 42 km per compulsivi maratoneti, all’ultimo stadio di depravazione, che devono “farsi” di maratona almeno una volta alla settimana.
Io scelgo la 18 km, ma quasi me ne vergogno. Li in mezzo mi sembra di fare una sgambatina non competitiva, quasi una passeggiata FIASP (con tutto il rispetto).
Se fossi stata Andy War avrei potuto fare una bella vignetta per rappresentare il gruppo sulla linea di partenza, ma nel mio caso dovrete accontentarvi della descrizione scritta. Facce note, soliti habituè di quel genere di gare, tutti a guardarsi i pettorali per vedere la categoria e per cercare di carpire informazioni sul tipo di gara prescelta, perché si parte tutti insieme ma si rischia di sbagllare percorso e ritrovarsi a fare 42 km anziché 18 o viceversa o peggio, mettersi a battagliare con uno che fa una distanza diversa dalla tua o farsi fregare all’ultimo da uno che credevi che facesse 30 o 42 km. Sembriamo un branco di cagnolini che si annusano….
Durante il lungo percorso tutti sono guardinghi, con la paura di sbagliare l’andatura, ma la strada è lunga e le salite non mancano. Quindi a testa bassa mi metto sul mio passo e vado. All’inizio vengo scortata da Natale, da me soprannominato l’Indiano Metropolitano, che vanta una lunga esperienza stradarola. Lo conosco da sempre e credo corra da almeno 50 anni. Mi mette in testa che posso acciuffare il podio, lui però fa la trenta, quindi, dopo circa 10 km lo lascio in compagnia di un’altra donna e procedo oltre. Quindi, intenzionata a riacciuffare la terza, cerco di aumentare e in effetti riprendo qualche posizione. Il passo non è male e mi chiedo perché sto tenendo un ritmo decisamente migliore rispetto ai cross da 4 km scarsi… mah…. manca un km…. Ce la posso fare… e invece… Noooo! Girato l’angolo mi ritrovo all’improvviso sulla linea di arrivo! Erano solo 17 km e io sono quinta!
Mi rimane l’amaro in bocca per quel km mancante in cui volevo mettercela tutta. Mi porto a casa un pacco di dolci pasquali per la gioia di mia figlia.
Il pomeriggio ho la sensazione che manchi qualcosa, come se la gara fosse stata troppo corta. Me ne vado in montagna a camminare, atto patologicamente consolatorio per un’ipofisi un poco bacata: l’importante è esserne consapevoli!!!