Avventure e riflessioni di un animale a sangue freddo in un giorno di San Silvestro nel cuore di Bolzano.
Un freddo cane. Scaldarsi prima della partenza è una tortura da far piangere, infatti gli atleti veri, le elite professioniste, la gara la fanno a secco, cioè rimangono negli spogliatoi fino a 3 minuti dalla partenza, poi via. Io, da brava pippa, faccio prima un giro nel mercatino di Natale e in uno stand di prodotti erboristici faccio amicizia con un ragazzo che mi offre alcuni “bicchierini”. A quel punto penso di potermi almeno togliere la giacca e provare a corricchiare. Mi escono le lacrime, è come se avessi una scheggia di ghiaccio nel cuore, sono proprio la Vipera berus. Poi la partenza, da li in poi non si sente più niente, 5 km in apnea e passa la paura. Dopo tocca a Lara ma sbagliamo partenza e a lei tocca correre, anziché con gli esordienti, con i cadetti e gli allievi, per ben 2,5 km. All’arrivo ci manca poco che mi uccide.
Poi, per le strade della città, sul percorso di gara, in perfetto tempismo con la partenza delle elite maschili, un uomo mi si accascia davanti con la mano sul petto… come operatore BLSD intervengo subito chiamando il 118 e chiedendo un defibrillatore, ma mentre mi tolgo la giacca in procinto di effettuare il GAS (Guardo, Ascolto, Sento) chiariamo che il malcapitato è completamente sbronzo alle tre del pomeriggio. Intanto passano i keniani e gli altri atleti professionisti a 2 e rotti al km e con il servizio civile schermiamo il tipo ancora in terra. Alla fine si alza e se ne va.
A quel punto, finite le gare, il freddo si fa ancora più pungente. Cerchiamo ricovero in qualche negozio ma tutti chiudono perché tra un po’ si festeggerà il nuovo anno. Anche il celebre edificio della Salewa, dove si scala e si fa shopping al coperto è tristemente buio e chiuso.
Allora ci avviamo verso le valli montane e dalla Valle dell’Isarco ci addentriamo in Val di Fassa. Quest’anno non c’è un chicco di neve, solo brina e cristalli di ghiaccio nelle zone esposte a nord. E’ bellissimo però, soprattutto quando vado a correre la mattina nella Val Pusteria. Mi sembra di essere nel castello di Frozen e mi viene da cantare “Let it go”.
Questo per augurare a tutti i rifondaroli un Buon Anno nuovo, con tanta voglia di correre in ogni clima e in ogni dove, che sia freddo o caldo, che sia asfalto o strade di montagna, con lo scricchiolio di brina o di foglie o di sabbia, con i piedi nel fango o a mollo nelle pozzanghere o nell’acqua del mare.
Let us go!