Sono alla partenza della Boclassic nella mia casacca sociale da sera, rigorosamente in lungo, nera con scritta argento, quella per le grandi occasioni e per il grande freddo. In realtà sembra quasi una giornata primaverile qui a Bolzano. Ma andiamo per ordine. Tutto è cominciato alcuni mesi fa quando mi sono iscritta per l’ennesima volta a questa gara nella prospettiva di venire su con tutta la famiglia per sciare poi in Val Pusteria. Fatto sta che Corrado si è azzoppato durante una partita di pallavolo e quindi la vacanza (?) sulla neve inevitabilmente salta. Io decido di partecipare comunque alla Boclassic, prestigiosa gara podistica di San Silvestro, in una massacrante 36 ore Roma Bolzano Roma di viaggio in pullman con gara in mezzo. Riesco ad organizzare la trasferta trovando anche il tempo di fare una capatina a Trento dai miei amici Carmen e Giuseppe. Parto il 30 dicembre, alle 22,45 di notte, da stazione Tiburtina e dopo questo viaggio in una specie di carro merci relegata in un infimo spazio dove riesco a malapena a riposare, mi ritrovo in una Bolzano deserta alle 8:00 di mattina unico essere vivente appartenente al regno animale nel raggio di un km. Sono la prima tra gli atleti giunti sul luogo del ritrovo e gli organizzatori mi guardano sbalorditi: sanno che vengo da Roma e quindi si mettono a ridere vedendomi nella mia giacca rossa rifondarola, con l’aria stravolta di una che ha passato la notte quasi in bianco. La gara dei master a cui partecipo parte alle 13:00, nel frattempo potrei fare altre mille cose, per esempio andare a vedere i mercatini di Natale ma non sono nata per essere turista, quindi mi rendo disponibile presso l’organizzazione preparando i pacchi gara per le categorie giovanili e scaricando casse su casse di mele. Faccio pure un video promozionale per la RAI sulla classica di Bolzano. Verso le 12:00 inizio il riscaldamento, lungo e lento, come il mio solito, nelle vie del centro e nei pressi del fiume Talvera. Ora eccomi qua, sulla linea di partenza. Obiettivo: non farmi doppiare, come direbbe il saggio Ugo, visto che la corsa prevede 4 giri del centro da 1,250 km. Parto nelle retrovie e vado in progressione, supero tante persone ma so che non arriverò certo tra le prime, qui la qualità é elevata. Durante il percorso di gara c’è anche un tizio che fa il tifo per me e ogni volta che passo mi incoraggia dicendo: Forza Paola dai che vai forte ! Mi monto un po’ la testa, ridimensionandomi quando vengo superata da un tipo con i pantaloni alla zuava vestito da tirolese che corre come un treno! Al termine faccio un tempo discreto, anche considerate le condizioni… neanche mi cambio e scappo alla stazione per prendere al volo un treno per Trento, in cerca di un sorriso, come diceva la canzone dei Gang, che mi regaleranno all’uscita della stazione, gli amici Carmen e Giuseppe. Dopo il cenone di capodanno, anticipato alle 16 di pomeriggio, riprendo il pullman per Roma. Saró all’incirca a Roncobilaccio, a mezzanotte, quando festeggerò, magari con l’autista, il nuovo anno che verrà!