Ore 7.41 o giù di lì del 30 ottobre 2016. Vengo letteralmente buttata giù dal letto dal terremoto. Una scossa data come 7.1 della scala Mercalli, lunghissima e molto intensa. Almeno così la avverto dal 3° piano senza ascensore della mia casa di Palombara. Uno dei primi posti dove mi alleno per le salite. Non certo per caso oggi, a breve dalla scossa sismica, mi aspetta il Millenium trail di Monte Gennaro. Circa 1300 m di dislivello positivo ( e altrettanto in discesa) in circa 20 km di sviluppo lineare.
Compagni di avventura: Alessandra B. detta la Valchiria, Giovanni S. detto il “professore”, Riccardo Z. detto il “Nerd”, Walter S. detto il “Nuragico Sabino”.
Partenza da Palombara e subito… viaaa!!! Sulla reppa per il Monte Gennaro. Che ve lo dico a fare, la salita è impegnativa, ma io me la cavo bene. Stacco la valchiria e mi sento intoccabile nel mio 4 posto. I maschietti si ingegnano a tenere, chi di passo chi di corsa fino in cima.
Devo dire che l’organizzazione è eccellente. Con l’allerta sisma si sono mobilitati in massa: protezione civile, soccorso alpino, volontari… sono tutti per noi, anche un elicottero ci tiene d’occhio, in effetti il percorso è impegnativo e più volte rischiamo di spaccarci una gamba.
Arrivo in vetta del Monte Gennaro appena a 1h 20’ dalla partenza. Il panorama quassù è sublime. Ma poco dopo, ahimè, arrivano le note dolenti: la prima discesa. Avete presente le gambe tremolanti del cerbiattino Bambie appena nato? Altro che Vipera berus!
A questo primo dislivello negativo segue lo splendido tratto pianeggiante del pratone, in cui le gambe sembrano riprendersi e allungarsi nel verde splendente in uno dei più spettacolari pianori carsici d’Italia.
Segue poi una seconda salita, per il sentiero della Scarpellata. Faggi e Aceri d’Ungheria (in onore della Lichtner) come Patriarchi secolari, ci accolgono in magnifiche vesti autunnali. La salita mi rinfranca, ma ormai il saliscendi è inevitabile. Infatti, di li a poco, neanche una boccata di ossigeno ed ecco che sento alle mie spalle la cavalcata delle Valchirie.
Alessandra scende come un bolide e non c’è storia, mi tocca guardarla guadagnare decine, ma che dico, centinaia di metri senza poter far nulla. Non posso competere con la sua velocità in discesa.
Faccio del mio meglio per recuperare qualcosa nella pur corribile Valle scoperta ma tant’è. La Valchiria è inafferrabile.
I ragazzi (se così possiamo chiamarli) rifondaroli fanno del loro meglio ma il Nuragico si accontenta di un 22° posto, ed è solo l’ombra del Re dei Lucretili che un tempo fu…
I due velocisti Riccardo e Giovanni invece si barcamenano tutto sommato discretamente visto il loro passare di palo in frasca, dalla pista al sasso e dal sasso al cross, ecc. ecc…
L’unica soddisfazione aver fatto mangiare un pacco di polvere al povero Giovanni, ma meglio non inveire.
Per finire posso dire che per alcuni di noi (Paola e Walter) c’è stato un recidivante primo novembre nell’escursione sociale a Campitello, attraverso il Sentiero dei Partigiano (meditate gente, meditate), dove rimettere a dura prova sui Lucretili i quadricipiti provati appena due giorni prima.
Per finire finire… vi allego un’immagine del kit “emergenza fuga terremoto” suggeritomi oggi da Walter: sembra una battuta ma vi assicuro è vero. E’ in una borsa pronta per la fuga sotto all’armadio di casa mia che denota il grado di follia… meditate gente, meditate!
Altre foto…