Qui sotto un estratto dalla lettera aperta scritta dalla nostra Società per protestare contro la gestione degli stadi romani di atletica.
“Nel 1996 un piccolo gruppo di amici, uniti dai tanti chilometri corsi assieme e dalla voglia di vivere da protagonisti la comune passione per lo sport, decide di dar vita a Rifondazione Podistica, oggi una realtà riconosciuta nel panorama dell’atletica laziale con i suoi trecento tesserati, oltre la metà dei quali appartenenti al settore giovanile.
Le trasformazioni avvenute negli anni non hanno mutato il nostro tratto distintivo, l’indipendenza da sponsor ed organizzazioni, che ci ha permesso di portare avanti in modo coerente ed originale la nostra missione di diffusione di un’atletica sempre intesa come spazio di condivisione e socializzazione, apertura al prossimo e partecipazione, dialogo e rispetto della diversità di ciascuno. Neppure sono mutati i luoghi, quelli delle prime corse assieme: lo stadio della Farnesina, il giro dei ponti, il tennis e soprattutto ‘il nostro campo’, l’Acqua Acetosa (oggi Paolo Rosi).
La coesione e lo spirito di squadra ci hanno consentito, pur non avendo mai schierato corridori di alto livello, di ottenere titoli regionali assoluti e master, circa trenta vittorie individuali ed a squadre in competizioni su strada, oltre a numerose partecipazioni alle fasi nazionali dei societari di cross.
Nel 2004 Rifondazione Podistica intraprende un progetto strutturato di attività di avviamento all’atletica, pensate in una prima fase per i nostri stessi figli e successivamente estese ai loro amici ed a sempre più folti gruppi di genitori degli stessi, ponendo al centro lo sviluppo, in armonia e nel divertimento, delle abilità motorie alla base di ogni espressione corporea.
Fra atleti grandi e piccoli, simpatizzanti ed ex soci che hanno poi scelto di dar vita ad altre realtà, sono quasi un migliaio le persone coinvolte nel tempo nei nostri corsi, nelle nostre trasferte e nelle nostre iniziative sociali e di solidarietà, tutto questo grazie alla passione, alla competenza e all’impegno che dirigenti ed istruttori hanno costantemente profuso in armonia con il progetto originario.”