Ormai viviamo con un nuovo incubo: il meteoterrorismo. Allerte meteo a go go, Burian 2 la vendetta e chi più ne ha più ne metta (scusate la rima!). Per giunta ci si mettono pure le contratture e i colpi della strega ad allietare questa domenica di marzo in cui è prevista la nostra gara societaria marittima che vede coinvolti master e giovani atleti: La Corri tra i Giardini, a Ladispoli, amena località costiera a Nord di Roma (in attesa di classifiche). Alle defezioni dei Guerra e di Marcella (pur presente di supporto) si tenta di riparare con un volenteroso Serra e una nutrita schiera di atleti e atlete master, con la Direttrice impegnatissima nelle partenze delle categorie giovanili e il Presidente in dignitosa rappresentanza, in veste di documentarista. Si aggiunge in nuovo atleta, Graziano, a cui la vipera mette pressione richiedendogli una media al km che ormai neanche Boris in persona potrebbe garantire. In questa occasione non ce la fa a sostenere un tale ritmo, ma chissà, in futuro….
Poteva anche essere la gara di rientro di Giovanni Dalton R., ma l’allenamento rieducativo di ieri con i bimbi piccoli lo aveva decisamente stremato!
La mattina si preannuncia fedele alle previsioni: pioggia, vento e qualche breccola di grandine, in altre parole un tempo di merda. Qualcuno prova a tirarsi indietro. Serra mi chiama dal GRA per sapere com’era la situazione sulla costa. Che potevo rispondere al nostro atleta attualmente più forte in procinto di rigirare la macchina e tornare a casa? “Qua c’è il sole!”.
E che ve lo dico a fare, una pioggia intermittente a rompere le balle per tutta la fase del riscaldamento. Che dire, l’avevamo scelta apposta la gara sul litorale, sperando in una tiepida e assolata giornata di inizio primavera, A seguire era anche previsto il pic nic sulla spiaggia con eventuale bagno (in borsa ho asciugamani e costumi che non ho avuto il coraggio di mettere). Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere, fa caldo e poi smette di piovere durante tutta la gara, anche se in terra è tutto un cratere e non si sa dove poggiare i piedi. Nei primi km vengo superata da tre loschi figuri: Pierluke, Fabrizio detto Janus e Mauro er polentone. Due di questi li riagguanto lungo il percorso mezzi azzoppati (volevano fare gli sbrasoni con me!) il terzo lo controllo a vista. A quanto pare la tanta tracotanza non lo ha portato poi così lontano! Faccio la mia gara dignitosamente ma arrivo con i polpacci di legno, talmente contratti che non so con quale piede zoppicare.
Ma la grande gioia sono i giovani, che in contemporanea si cimentano su un durissimo percorso campestre, riportando ottimi risultati. Alcuni di loro partecipano alla gara non competitiva, mescolandosi con i master nei primi 3 km. Si finisce con una staffetta genitore figlio, ciliegina sulla torta per le gambe doloranti, ma s’aveva da fare pure questa.
Alle premiazioni si agguanta un 5 posto per la nostra società, premiata tra le altre cose con una cesta di carciofi romaneschi dal lungo gambo, ideali per uno sfizioso passatempo culinario: non fraintendetemi, maligni che non siete altro, parlavo della pulizia e preparazione necessaria, brattea dopo brattea (prego notare il termine tecnico).
A fine evento, mentre un gruppo di rifondaroli (quelli anziani, pensionati e con la puzza sotto il naso) vanno a risotto con scampi, spaghetti allo scoglio, frittura e quant’altro con i piedi sotto al tavolino del ristorante, sfanculando alla grande il pic nic sulla spiaggia, un gruppo di giovani arditi si getta tra le intemperie della costa tirrenica, affrontando le mareggiate e uno sferzante Maestrale (o Scirocco, booh?) nello splendido scenario della Villa Romana di Pompeo, con la guida del nostro archeologo Gianluca. Seguono bagni con e senza vestiti, corse sulla spiaggia tra le onde del mare mosso e brindisi finale di prosecco… alla faccia vostra! E a proposito di meteorismo, una pernacchia ci sta tutta: PRRRRRRRRRRRRRR!
Le foto dei ragazzi le trovate qui.