Uno stile di vita troppo concitato spesso ci deve far meditare su quanto possa essere faticoso e innaturale correre da una parte all’altra senza mai fermarsi a riflettere o semplicemente stare fermi senza pensare a nulla. E’ il mio caso clinico: i pensieri si rincorrono mentre il corpo si cimenta in una vita movimentata, con sedute di allenamento spesso controproducenti per le fatiche che si sommano una sull’altra.
Queste banali (quanto comuni a molti di noi) elucubrazioni mentali affiorano spesso, soprattutto in occasioni come l’input di sabato scorso, fornitoci dall’iniziativa dedicata allo sport e al benessere, a cura del nostro amico Dott. Gorini, nel corso della quale alcuni di noi hanno potuto testare il proprio stato di salute mediante moderni test clinici, tra cui esame impedenziometrico e test dello stress ossidativo.
Vano il tentativo del sig. Zucchi (secchione in prima fila durante la conferenza) di confondere i risultati, per giustificare un suo presunto stato di stress e quindi trovare la scusante in merito al punteggio criterium e alle ultime gare, tra cui quella di Villa Ada che lo ha visto arrivare alle spalle di un pimpante Novaro, nonostante i 3 km in più dichiarati all’arrivo da quest’ultimo.
In ogni caso il mio sangue rettiliano non voleva proprio uscire ma poi ha mostrato un alto tasso di perossido di idrogeno, cioè una bella dose di stress a carico delle mie povere cellule viperoidi.
Nonostante tutto però continuo a macinare gare. Solo nelle ultime settimane posso contare Palombara, dove sfodero il mio meglio, poi Villa Ada, la Vendemmiale, domenica scorsa a Capena, in cui acciuffo l’ennesima mortadella di categoria e forse domenica prossima a Monterotondo, per poi passare alla finale del criterium, Villa Borghese. Per carità, tutte prove di routine, niente di particolarmente somaresco e con ritmi abbastanza blandi.
Questo mi fa pensare che spesso in effetti, i risultati possono non corrispondere a meriti reali. Soprattutto ora, a fine stagione agonistica, con un certo imbarazzo dovuto al posto da me occupato nella classifica generale del criterium mi sembra simpatico vedere alcuni casi emblematici e provare a fare commenti sul rispettivo status atletico e sul perché di quel punteggio nonostante le qualità e lo spessore atletico e umano di ognuno di loro.
Innanzitutto Boris, vera “prima donna” e icona nobile della nostra società, le cui presenze in gara vengono centellinate con il contagocce, ma che rimane un fiore all’occhiello della squadra e modello dall’ineguagliabile taglia xxs dei completino societari.
Poi lord Nulli, sempre dal distinto incedere, che al contrario non disdegna mai il confronto e in ogni competizione e distanza è disposto a gettarsi di buon grado nella mischia. Rapido calcolatore, cerca di investire le sue energie nell’acchiappare premi in natura della sabina, cosa che mal si associa a una siffatta nobiltà di animo.
Quando penso al “Top runner” Ugo, mi vengono in mente rare sedute di allenamento con cui raggiunge ottimi risultati tecnici della durata di un nanosecondo per poi risfasciarsi sistematicamente e rifermarsi, senza però prendere un grammo di ciccia. In effetti anche a Walter, bastano due mezz’ore sulla pedana di una piattaforma petrolifera per andare a 3’ 15’’ al km.
Di Riccardo abbiamo già parlato. Il Nerd della squadra che tutto sommato vivacchia di antichi meriti ed è sempre proiettato verso nuove sfide e imprese pistarole.
Poi c’è il Presidente, che corre tra una scalata e l’altra, per mantenere l’impareggiabile longilinea figura e ma a lui va benissimo così. Degno di nota il suo esame impedenziometrico, che ha rivelato una corporatura totalmente a-lipidica .
Il Prof Capizzi invece, con il suo “snob appeal”, sembra sempre guardare la corsa con formale distacco, quasi non fosse lui a correre ma un altro per lui… che vuoi, anche lui ha la nobiltà dalla sua!
Tudino e Solimini sono ancora nella fase “divertente” e chiacchierina, mentre Lucidi, il “Gianni Morandi” dei poveri, ormai unico maratoneta rifondarolo e Pierluca, centometrista mancato accanito chissà perchè sulle mezze maratone somare (in cui non di rado mi sono tolta lo sfizio di dargli qualche minuto), faticano e non poco su gare e terreni di allenamento internazionali. A loro l’onere e l’onore di portare a spasso per il mondo la casacca e la carcassa sociale.
Non dimentichiamoci di Ricci Simone, lo spillo rifondarolo, ribelle e intrepido, che negli ultimi tempi è pronto a dare del filo da torcere anche a vecchie volpi, come Scozza e Novaro, quest’ultimo dalla doppia vita e conosciuto in zona Acquacetosa come “Jonathan” della Balduina.
Un ultimamente latitante Andrea Guerra, paga il prezzo per essere il fratello più lento di Ugo, ma probabilmente un giorno diventerà ricco e famoso con i suoi celebri fumetti. Io stessa sono sempre a caccia delle sue strisce autografate con la speranza che un giorno valgano più di qualcosa.
Poi ci sono Salvatori e Conti, che pensano da sempre di essere due velocisti falliti e che tra una dieci km e l’altra attendono il loro exploit nella prossima 4×100.
Chi va piano va sano e va lontano è invece il detto giusto per Giovanni Ricci, che zitto zitto sta migliorando le sue prestazioni, soprattutto quando c’è da ruspare (vedi Villa Ada) in terreni da cinghiali
Per le donne un commento globale, ma in particolare cito Ele, Marcella, Vera, Betta, Rita ma anche quelle che hanno iniziato a cimentarsi nelle prime gare dapprima come discepole del Maestro Enzo, (per il quale sempre tanto di cappello e dall’impeccabile status morale) e che ora cominciano a vantare un carnet ricco di prestazioni. Non posso fare a meno, però di pensare anche a quelle che negli ultimi tempi, di km, per ragioni varie, ne hanno macinati pochi (vedi Valentina, Antonella, Alessandra e Cristina). Per tutte trovo che a prescindere dai risultati bisognerebbe premiare la forza di testa che spesso deve entrare in gioco per vincere acciacchi, stanchezza, mancanza di tempo e quell’acchiappare il momento giusto per potersi concedere la “mezz’oretta di corsa” rubata a tanti altri impegni.
Per tutte loro proporrei 10 punti di criterium in più di default.
La Direttrice poi, con tutto il suo impegno dedicato nella riuscita delle attività del settore giovanile, spesso non corre per se, ma in compenso quante soddisfazioni dai giovani atleti!
Tanto per citare domenica scorsa a Velletri c’è stato un altro titolo regionale per RP, portato da Ruben con il lancio del Vortex, ma questa è un’altra avventura che merita di essere trattata meglio con un apposito articolo.
Mi scusino tutti quelli che non ho citato, le vecchie glorie, i potenti e i mola di ogni universo ma soprattutto i ragazzi e i genitori, vero motore di una squadra affiatata, ricca e composita.
Tutto questo per dire che ognuno corre a modo suo, con una sua motivazione, con risultati e traguardi diversi ma attenzione: ricordiamo sempre che lo stress ossidativo è sempre in agguato e quindi per tutti valgono le regole base del riposo, del buon cibo sano e nutriente, dello scarico e delle ore di sonno che non devono mai mancare. Infine ultima raccomandazione: fate quello che il prete predica, non quello che il prete fa!!!!