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Articoli riguardanti le attività Senior / Master

Dune de Sables

Ovvero diario di s-correrie francesi di una vipera berus.
Per ques’anno anziché riportare solo la cronaca della gara di viaggio ho pensato di scrivere una sorta di diario, raccontando alcune delle più belle corse fatte mentre con la mia famiglia ho girato la Francia in lungo e in largo, facendo di corsa un forfait di circa 300 km senza contare i km camminati solo a fini turistici ed esplorativi.
(Anzi, in questa sede vorrei lanciare una proposta: perché non mandare a questo sito le cronache delle nostre corse più belle, non solo gare ma anche allenamenti, magari descrivendo un minimo l’itinerario in modo da poter dare agli altri indicazioni su nuovi posti in cui correre nelle varie parti del mondo?)
Dopo aver corso ogni giorno e in ogni dove, dagli argini della Senna al Bois de Boulogne di Parigi, da Euro Disney alle maree di Mont Saint Michel, intorno ai Castelli e su gli argini della Loira, lungo i canali e le chiuse del Cher, tra i floridi vigneti dell’Alsazia e fra le ventose coste della Bretagna, con il sottofondo degli echi delle cornamuse, non poteva mancare, in Francia, la gara sulla costa atlantica.
Premesso che in viaggio metto a dura prova la pazienza dei miei familiari nel tollerare la mia compulsione vacanziera, non solo in merito agli allenamenti giornalieri che comunque riusciamo a incastrare bene con i ritmi di sonno e veglia e con le varie attività previste nella tabella di marcia, ma per quanto riguarda la mia fissa di non perdermi nulla dei posti dove arriviamo… ad esempio mi riempio immancabilmente le tasche di sassi, raccolgo “cacchietti” e campioni di piante rischiando di fare figuracce in giardini e riserve, raccatto penne, piume e conchiglie infilandole in ogni buco della macchina e utilizzando per contenitori bicchieri di carta usati, lattine e pedalini sporchi. Tutte le mattine stendo il bucato sulla cappelliera, per non parlare dei libri, cartine, brossure, biglietti di musei, bus, parchimetri, opuscoli e depliant che mi accatto nelle lingue più strane e conservo in giganteschi taccuini da viaggio. Quest’anno ho perfino coltivato due vasi in macchina con esemplari di Sedum e di Buddleia raccolti en passant. Insomma la macchina si è trasformata in una serra dal clima subtropicale, strapiena e inzeppata in modo tale da far rabbrividire anche la direttrice e il suo pulmino factotum!
Ma veniamo alla gara di domenica 9 agosto. Costringendo Lara e Corrado a una levataccia, in una mattina piovosa, senza alcuno spiraglio di sole, raggiungiamo con la nostra auto Berlingo così agghindata, la costa atlantica, più precisamente l’Ile d’Oleron, a Nord della Gironda, dove si svolge la gara, il Trail des Baignassoutes (il nome é tutto un programma). Giunti al ritrovo, la famiglia dei corridori presente all’evento (uguale in tutto il mondo) gironzola e comincia con calma il riscaldamento. Passo ritirare il pettorale e ho il numero 20. Alla partenza siamo circa 300 atleti, parecchie sono donne. Alle 9,30 puntuale, la gara inizia. Prima passiamo per il paesino di Saint Troyan Les Bain, dove la gente ci incoraggia con il tipico alee alee. Poi comincia il trail vero e proprio, dapprima tra le vecchie dune nella macchia e nel bosco costiero, così simile alla nostra vegetazione mediterranea presente a Castel Fusano. Poi il fondo diventa sabbioso e ci portiamo sulla spiaggia e sul bagnasciuga e qui la corsa é più difficile, bisogna cercare l’appoggio migliore. 12 km sono lunghi ma mantengo un ritmo accettabile per le mie condizioni attuali. Mantengo grosso modo la posizione di partenza e mi illudo, all’arrivo di essere tra le prime 10. Mi sembra giá un buon risultato, vista la corposa partecipazione femminile. Invece devo accontentarmi del 13 posto, niente podi e neanche caciotte e bona l’é, dispiacendomi di non poter portare rp sul palco ma… ok anzi voilà, les jeux sont faites!
Ora descriverò brevemente altre mie corse francesi consigliabili a chi è in cerca di percorsi immersi in paesaggi o contesti particolari.

1 agosto, Parigi.

Da Asnieres sur la Saine, nella periferia di Parigi, lungo la Senna, fino alla Defense, quartiere ultra moderno con grattacieli e palazzi futuribili che riflettono la luce in modo spettacolare. Ci si può correre in mezzo, lungo i passaggi pedonali indicati. Il ritorno può essere fatto passando sulle isolette (Ile de Puteaux ha addirittura un campo sportivo con tanto di pista di atletica). Allungando il percorso si può arrivare al Bois de Boulogne, un enorme parco provvisto di diversi sentieri. Attenzione a non perdersi!

3 agosto, Mont San Michel

Quale corsa è più entusiasmante di una sfida di velocità con il mare che, come un cavallo al galoppo, avanza verso la terra ferma?
Lungo il pontile di collegamento tra il celebre monastero sull’Atlantico con la terraferma durante le maree più alte in Europa, è possibile correre e contemporaneamente ammirare le secche o i picchi di marea.

5 agosto, Saint Vincent sur l’Oust

In questi luoghi, al confine tra Bretagna e Loira, si può correre lungo i canali con le chiuse e i fiumi che formano una rete idrica navigabile. Percorsi eccezionali, pianeggianti, in terra battuta o brecciolino, ideale per lunghi.

10 agosto, Dune du Pyla (o du pilat)

Si tratta della duna sabbiosa più alta d’Europa. Una volta giunti sul crinale è possibile correre lungo la cresta e dopo giù verso l’oceano. Il problema poi è risalire!

11 agosto, Strada per il Col de Tourmalet, Pirenei

Da Bareges verso il celebre passo che ha fatto la storia del Tour de France e del ciclismo mondiale. Si può arrivare fino al Tournabop presso gli impianti di risalita e ritorno, oppure se si dispone di una auto ammiraglia per il recupero è possibile arrivare fino al colle (circa 12 km e 700 m di dislivello). Il bello è che lungo il percorso vieni incitato dalla processione di ciclisti in pellegrinaggio al colle.
Volendo da Bareges si può tentare un lungo di 25 km a Lourdes. Il percorso è in lieve discesa tranne per alcuni tratti più ripidi. Prestare attenzione alle auto visto che qua non ci sono piste ciclabili.

Trail de n’importe où.

Un argento per RP ai Campionati Italiani Master

Una congiuntura astrale, di cui fa parte un raro periodo di lucidità mentale, mi ha consentito di correre per alcuni mesi senza infortuni.
Dopo il rientro nella campestre di Ninfa, un ottimo 6×1000 alla Stella Polare col redivivo Boris ed il podio di Vitinia, ho cominciato a vagheggiare di un rientro in pista. Parliamo di inizio giugno, dunque a stagione abbondantemente inoltrata, e non c’è tempo da perdere. Un paio di settimane di sedute di velocizzazione ed un test sul 1000 con una lepre d’eccezione mi convincono che si può fare. Partecipo ad un 1500 alla Farnesina e ne esce fuori un discreto 4’27, con un ottimo finale. A questo punto mi iscrivo ai campionati italiani master di Cassino e per altre due settimane lavoro con profitto. Qualche altra gara di rodaggio ci sarebbe stata bene, ma mi riescono cose che non vedevo da qualche anno, per cui mi lascio andare ad un ragionevole ottimismo sulle mie possibilità.

Sabato 4 luglio è il gran giorno, la mia gara è nella seduta mattutina e fa un caldo assurdo.
Nel 2013, nell’unica mia partecipazione, avevo vinto abbastanza facilmente a Orvieto, ma stavolta la concorrenza è agguerritissima e questo cancella buona parte della tristezza che quasi sempre mi ha tenuto lontano dalle gare master. Non so quante volte è capitato di vedere insieme tanti over 50 potenzialmente in grado di correre un 1500 sul filo dei 4’20. Ci sono ottimi ‘finisseur’ e, visti i limiti del sottoscritto, buone possibilità di farsi impallinare in una gara tattica. Proprio per questo la mia strategia prevede una progressione da lontano, aspetto che ho ben curato in allenamento. L’ingresso in campo, tutti in fila dietro al giudice incaricato, è emozionante. Ci si scruta per dare un volto ai tempi di accredito e capire chi seguire e da chi guardarsi. Riconosco Pierangelo Avigo, plurititolato con un finale devastante, e Carlo Spinelli, che ha l’accredito migliore. Entrambi hanno corso il 5000 la sera prima e mi aspetto siano provati e molto prudenti. Ci sono poi Marco Moracas, il campione uscente, ed un paio di ottocentisti che temo molto, Nicola Salomone e Ivano Pellegrini. Nonostante la tensione, durante gli allunghi non posso non provare un piacere tattile nel calcare il tartan: finalmente una pista in buone condizioni che risponde al piede, chi corre a Roma e dintorni può capirmi…Si parte! A sorpresa Spinelli detta un primo giro molto veloce con Salomone a ruota, mentre io guido un gruppetto staccato di alcuni metri. Nel secondo giro il duo di testa rallenta e riesco a rientrare. Ci si avvia in surplace all’ultimo 500 e lì sbaglio: provo ad uscire, ma sulla reazione dei primi non insisto, mi riaccodo e così preparo l’impallinata di cui sopra. Ai 250 attacco di nuovo e sono in testa, Barrile e Avigo in difficoltà abbandonano, mi sento bene e penso di poter vincere. Aumento il ritmo, o almeno così mi sembra, perchè all’uscita dell’ultima curva Salomone e Pellegrini mi superano in tromba, come se fossi fermo. Un attimo di scoramento e sono staccato, mi accorgo che da dietro rimonta alla grande Moracas, anche il bronzo è in pericolo. Reagisco con disperazione, difendo ogni centimetro. Con sorpresa mi accorgo che il duo che mi precede sta caricando scimmie di grosso taglio e che, incredibilmente, li sto riacchiappando. Purtroppo manca pochissimo, faccio in tempo a mettere pochi centimetri del  corpo davanti a Pellegrini, ma per il primo è tardi, con un tuffo potrei toccarlo, ma non servirebbe…tempo finale 4’23″40. Niente male, è il mio record da M50, ma qui c’era un titolo in palio. Ecco perchè sul momento prevale il rammarico per non aver anticipato l’attacco, ma poco dopo, all’ombra della tribuna, mio figlio Francesco (alias lepre) mi dimostra che ho corso l’ultimo 500 in 1’23 alto, quasi un miracolo per me: bravissimi gli altri a fare anche meglio. Premiazioni e rientro, complice un gran mal di testa, si svolgono in stato di semicoscienza, ripassando le fasi della gara e pensando a come fare meglio nella prossima…

La classifica – qui (sito Fidal)

Una fase del test sul 1000 – qui – (il passo indolente della lepre non inganni: il ritmo è 3’/km)

Into the wild

Settimana di immersione nella natura degli Appennini. Prima, il bellissimo campo estivo trascorso con i ragazzi del gruppo giovanile di Rifondazione Podistica che quest’anno si è svolto al Parco Nazionale d’Abruzzo, di cui a breve sarà dato spazio con parole e immagini.
Per ora mi va di accennare solo ad alcune delle tante imprese svolte a Villetta Barrea e sui sentieri del Parco, come la memorabile quanto impegnativa escursione in Val di Rose, nel cuore del Parco Nazionale, l’escursione in canoa nel lago di Barrea e la gara di orienteering in notturna nel centro storico di Villetta Barrea, nonché la micidiale staffettona finale, in cui figli e genitori prendono parte a una sfida che li vede più che mai protagonisti, anzi sarebbe meglio dire “agonisti”, secondo una tradizione ormai più che decennale.
In ognuna di queste attività i ragazzi hanno dimostrato un vero spirito di avventura. Ogni volta ci fanno capire quanto è importante per noi istruttori mantenerci più possibile giovani e in forma per poter stare al passo con i loro ritmi!
Comunque al ritorno dal campo mi aspetta il Trail dei Monti Simbruini (classifica da M.Moretti), nell’omonimo parco regionale, che lo scorso anno mi aveva vista seconda nel fast trail di 13 km. Quest’anno la mia impresa è stata piuttosto scialba ma mi ha permesso di prolungare di un giorno il contatto con l’alta montagna. Anche se devo dire che non è certo il contatto con la natura che mi manca ma forse il rischio di sviluppare una fobia sociale verso gli adulti della specie homo sapiens! Comunque a piccole dosi ci si riabitua a tutto!
Anche Lara si è cimentata con il Baby trail, ma, alla mia proposta di fare a fine gara una sgambatina sul Monte Autore mi ha minacciato di chiamare il telefono azzurro!!!!

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Hasta l’oju

C’è crisi. Anche i primi di categoria non sono più premiati come una volta, ma tant’è.
Eppure la fatica è quella di sempre e il panem et ascensibus non manca mai qui nella Sabina romana.
Quest’anno però è mancato l’olio per condire il buon pane abbrustolito, altresì detto “bruschetta” a causa di un clima che ha favorito alcune fitopatologie nell’olivo e la maturazione del frutto non è andata a buon fine.
Marcite e infestate dalla mosca olearia le olive da cui viene estratto il pregiatissimo oro dei sabini all’epoca della raccolta giacevano sfinite a terra, sotto le povere fronde minacciate da tante altre fitopatologie, spettri degli agronomi di tutta Italia, con cui non voglio certo affliggervi in questa sede.
Perciò, anche ringalluzzita dal messaggio dell’ultima ora di Lord Nulli, che decideva di ripiegare su una gara locale in vece di un ordinario allenamento, snobbai sia la gara serale romana detta Corri Roma, sia il trail del Monte Gennaro con partenza sotto casa, summa somarata di 20 km, per volgermi alla maratonina delle Terme di Cretone (classifica da M. Moretti), dove una discreta sgambata di 10 km senza un metro di pianura dava ampi spazi di speranza per quanto riguarda un eventuale premio in olio.
C’è da dire che un tempo, se mi permettevo di ritornare a casa con l’olio come vincita, i miei mi sbattevano la porta in faccia, considerata la nostra produzione stagionale riserva oro di olio extravergine docgigpeccc biologico, ma data la suddetta carestia, ormai vengo praticamente sguinzagliata dai familiari nelle gare podistiche della Sabina o della Tuscia in cerca del pregiatissimo oro sabino.
Senza troppo tergiversare, alla partenza Alessandro e io ci mettiamo subito in mente di partire tra i primi. Comunque mentre il gruppo di testa scompare tra i tornanti che portano su al paese, io comincio il mio lento lavoro di recupero da Vipera berus che raggiunge il suo culmine al termine del secondo giro quando avvisto Piera S. che sicuramente le corridrici di lunga lena riconosceranno come una delle più avvelenate avversarie del running laziale. Lei è scaltrissima e quando mi vede con la coda dell’occhio, a 400 m dall’arrivo, aumenta quel tanto da lasciarmi dietro. Comunque sono soddisfatta. 1° di Cat.
Al ritiro dei premi, a imbuto (cioè senza palco ma a ritiro diretto) avvisto la boccia di olio, ma mi rifilano un big pack (grande pacco in tutti i sensi) di… tonno!
La fatica della corsa era niente in confronto alla trattativa che, “bona pemmè”, si è conclusa con la permuta del big pack di tonno in boccia di olio!!!
Lord Alessandro, nonostante la nobile andatura, ma reduce da una partita di calcetto che mal si associa alle attitudini di un atleta dall’incedere tanto delicato e raffinato, si è dovuto accontentare di un 5° di cat..
Sicuramente nauseato e fattosi da parte per il mio volgare mercanteggiare tra tonno, olio e salamelle, ha poi accettato signorilmente di farsi fotografare con la sottoscritta.
Alla prossima avventura.

Corri Roma 2015

Eccoci per l’appuntamento in notturna: 10 Km nel centro di Roma. Molto nutrita la partecipazione di RP (la foto e’ solo una parte del gruppone). Percorso molto bello, peccato il buio pesto di alcuni tratti. (Classifica da M.Moretti).

Ele e’ riuscita a farsi il pettorale 77 da top runner e, non contenta, ha convinto il competitivo Simone a scavalcare le transenne che -come noto- e’ una pratica vietatissima. Da segnalare la prestazione di Giovanni (l’altro componente dei Ricci Brothers) che da vero maratoneta sornione, sta raggiungendo uno stato di forma invidiabile.

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(N.d.R. L’autore dell’articolo è ignoto. Che ce li mettiamo a fare i campi ‘Autore’ ed ‘Email’ nel modulo per caricare gli articoli?)

Rifondaroli in gara – Maggio 2015

Autentico ingorgo nei primi giorni del mese con i rifondaroli impegnati nelle imprese più insolite: ad un Boris che  rischia le delicate caviglie sulla costiera amalfitana rispondono ben tre eterogenei quartetti nelle staffette veloci di Passo Corese. Oltre al tradizionale appuntamento con la Vivifiume, c’è spazio per una partecipazione corale alla Race for Children e per un’ottima riedizione della trasferta di Sermoneta per la campestre dell’Oasi di Ninfa. Non lesina apparizioni in gara la direttrice ed a fine mese si registra anche un buon rientro per il capitano. Simone Ricci assume sempre più il ruolo di castigamatti e molte rendite di posizione vacillano. Dove non citato espressamente le classifiche sono tratte dal sito del Maratoneta.

31/05 – Sali e scendi per Vitinia: manipolo di rifondaroli per questa uscita estemporanea dove agguantiamo un raro podio. Ugo Guerra (3°), Boris Bambozzi (4°), Roberto Tufani, Davide Capizzi, Giovanni Salvatori, Fabio Lucidi, Andrea Guerra. Articolo (con vignette di Andrea) – qui. Classifica – qui

23/05 – Campestre Oasi di Ninfa. La trasferta sociale con oltre 20 rifondaroli. Boris Bambozzi (7°), Ugo Guerra, Alessandro Nulli, Marco Novaro, Simone Ricci, Enrico Maria Giuga, Giovanni Salvatori, Mauro Tudino, Stefano Conti, Fabio Lucidi, Pierluca Gaglioppa, Andrea Guerra, Eleonora Lichtner, Paola Paolessi, Gabriele Paolucci, Angelo Solimini, Giovani Ricci, Fabio Oliva, Valentina Lai, Laura Rita Battilocchi, Fabio Boattini, Francesca Mariani. Articolo e foto – qui. Classifica – qui

17/05 – Race for the Cure, Roma: Giulia Ajo. Classifica – qui

10/05 – Race for Children, Roma: Simone Ricci bastona tutti, poi Marco Novaro, Davide Capizzi, Paola Paolessi, Mauro Tudino, Giovanni Ricci, Francesco Mazzarelli, Angelo Solimini, Simone Mazzarelli, Fabiana Sarnataro, Marica Sigari, Paolo Greco, Marco Spadoni, Francesca Mariani, Maria Teresa Zambrano e Marina Tulliani, Alessandra Chiappini. Articolo – qui. Classifica – qui

10/05 – Corsa della fava e del pecorino, Monterotondo: Federico Gargano, Alessandro Nulli. Classifica – qui

03/05 – Passo Corese, Staffette: rp si cimenta nel terreno quasi sconosciuto delle staffette veloci. 4×400 M (Nulli, Conti, Salvatori, Zucchi), 4×400 F (Ioele, Paolessi, Pacca, Lichtner), 4×100 M (Zucchi, Novaro, Lucidi, Salvatori). Articolo – qui. Classifiche  – qui (sito FIDAL)

03/05 – Mamirun, Roma: Enrico Maria Giuga. Classifica – qui

03/05 – Trail di Punta Campanella: Boris Bambozzi e Peppe Scozzarella a rischiare le caviglie nello splendido scenario della costiera amalfitana. Articolo – qui. Classifica – qui

03/05 – Trofeo Uomo Cavallo, Vetralla: Giovanni Ricci. Classifica – qui

01/05 – Vivifiume, Roma: Marco Novaro, Simone Ricci, Alessandro Nulli, Giovanni Salvatori, Stefano Conti, Alessandro Gentile, Fabio Lucidi, Andrea Francescangeli, Paola Paolessi, Andrea D’Agostino, Marcella Ioele, Angelo Solimini, Giovanni Ricci, Fabio Oliva, Laura Battilocchi, Francesca Mariani, Beniamino D’Antonio, Maria Vittoria Maffei, Giulia Aiò. Qualche foto – qui. Classifica – qui

Se non puoi correre… lancia!

Alla gara di staffetta mi sono fatta male, è da un mese e mezzo che non posso correre e la cosa mi pesa assai. Un giorno presa da una improvvisa e irrefrenabile voglia di correre ho corso mezz’ora piano e poi ho zoppicato per una settimana, ho capito che devo essere paziente ancora, non trovo tempo per  nuotare, che faccio? Ho preso ad andare in palestra al Rosi a fare pesi e tante braccia (con scarsissimi risultati però). Visto che di gareggiare con l’alto ancora non se ne parla, decido che farò il giavellotto. Venerdì prima della gara faccio una “lezione” con Claudia Tavelli, un energica martellista con cui avevo fatto un’altra lezione a ottobre.
Il giavellotto è proprio bello, molta tecnica, se lo fai bene il movimento è molto elegante e la lancia prende una bellissima traiettoria curvilinea per conficcarsi con la giusta angolazione nel terreno. Ma se sbagli anche una piccola cosa, tipo non fai passare il braccio destro sulla verticale o se miri col sinistro troppo in alto, o se rimani sbilanciata troppo avanti con la gamba mentre lasci l’attrezzo, vedi il giavellotto innalzarsi troppo e ad un certo punto cadere miseramente di piatto o sbilenco sul prato e fai un bel nullo.
Con la maestra al fianco che mi correggeva agli errori ero riuscita a fare dei lanci decenti di una ventina di metri, lasciando il giavellotto ben infilzato nel terreno, questo mi ha dato molta soddisfazione.
Giorno della gara, vado in piscina e nuoto fino a un ora prima della gara, poi mi metto il completino RP e arrivo con i capelli ancora bagnati alla Farnesina.
Una quindicina di persone in gara, alcune molto alterate, ce ne sono un paio che sbraitano e inveiscono contro i giudici ad ogni lancio. Altre decisamente improvvisate (una non riesce ad andare oltre la misura di cinque metri), nella pedana a fianco la gara dell’alto e lì rosico veramente tanto perchè mi piacerebbe un sacco gareggiare anche io (a luglio lo faccio però).
Faccio tre nulli e un misero 16,26, non riesco a capire cosa sbaglio, ma non lancio come nelle prove. Comunque mi diverto e prenderò qualche altra lezione, per metterci anche la rincorsa e  correggere gli errori.
Vedo poi che anche Ugo ha gareggiato sabato nei 1500, caspita che tempo (classifiche)!
Rifondaroli, a luglio ci sono i master regionali individuali, non mancate!

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Notturna dei Ceri a Rieti

Senza Novaro e senza Capizi  non c’è nessuno da sfottere… eppure, per tenere alto, non più di due dita da terra,  il blasone societario, sabato 13 ci siamo recati nell’ombelico d’Italia per partecipare alla notturna dei Ceri. Presenti il sottoscritto ed il fido Scozzarella, oltre a quattro zapatisti identificati nei rispettivi figli. Purtroppo non ci sono testimonianze: quattro mani le madri, otto orecchie i figli, una mano per un’orecchia per ogni testa, non essendo i piedi umani dotati di pollice opponibile è stato matematicamente impossibile scattare foto. Ringraziamo comunque la pazienza delle consorti.

La gara non è stata un granchè, dopo un giro corto di 3km svolto intorno e dentro le mura del centro storico a contendere a manate sul cofano la strada alle macchine, si è percorso un giro più lungo, almeno 6km, nella spopolata periferia reatina a contendere, questa volta, i moscerini alle rondini lungo il Velino. Al Raul Guidubaldi si tenevano i campionati italiani juniores, proprio al mio passaggio lo speaker annuncia i tempi intermedi di un 1500… fortunatamente a Rieti non ci sono tram da buttarcisi sotto per sfuggire all’evidenza della nostra condizione di pipperia.

Da notare che la gara è stata volutamente dichiarata sulla distanza di 9,6 km in quanto la Fidal impone l’obbligo del ristoro sul percorso per distanze superiori ai 10 km…

Per farla breve si rimedia un 7° posto APPARENTEMENTE primo di categoria, che, considerato il parterre de rois dei partenti, nel quale va sicuramente ascritto il plurisqualificato Antonello Petrei, non è poi da buttare. Di Scozza non ho notizie, dell’ordine d’arrivo neanche a parlarne, perciò l’analisi tecnica è conclusa.

Ho scritto APPARENTEMENTE perchè pur ricevendo, all’arrivo, il biglietto di primo di categoria, andando a ritirare il premio trovo un simpatico ragazzo che si porta dietro una stampella con appeso abito da cerimonia, camicia e cravatta. Si appropria del primo premio dopo vari ed indistinti grugniti, tra i quali capisco che deve andare ad un matrimonio a Rivodutri e che dev’essere un collezionista di bomboniere perchè afferma disperato che la cena è finita ma lui deve prendere la bomboniera… e io che pensavo che ai matrimoni, tranne che al proprio,  si va solo per mangiare… Effettivamente mi è arrivato davanti, quindi, per non essere da meno al “Capitano Che Rinunciò Al Prosciutto Di Vitigna”, rinculo e me ne vado. Vengo però raggiunto dal sor Aldo, l’organizzatore che, incurante del fatto che sto trasportando sulle spalle 20 chili di figlio, mi fa fare diverse volte avanti e indrè tra striscione d’arrivo, segreteria e postazione giudici. Alla fine mi consegna il premio per il secondo di categoria ricevendo i miei ringraziamenti, anche e soprattutto per la seduta di potenziamento aggiuntiva. La resistenza alla forza non è mai abbastanza.

Detto ciò non ci sarebbe molto altro da aggiungere se non per la presenza del Minchio.

Il Minchio è un incredibile amico di Scozza che ci accompagnò a Madrid per fare una mezza che fu antesignana delle trasferte alcoliche dei nostri giorni. Memorabile la sua faccia fuori da un baretto più o meno a metà gara, quando, vedendolo seduto ad un tavolino l’ho apostrofato con un “CIAO MINCHIO!!!” che ha fatto ridere mezza Madrid. Con cornetto e cappuccino aspettava il passaggio dei rifondaroli, ma dall’esito della sera precedente non credeva di veder passare qualcuno prima dell’ora di pranzo…

E’ una delle persone più simpatiche e spontaneamente divertenti che io abbia mai conosciuto (a parte il Capizi), una specie di Pippo con la parlata reatina, e dopo più di 8 anni, nei quali ci siamo rivisti forse un paio di volte, abbiamo ripreso a dire fregnacce come nei vicoli del quartiere gay di Madrid, dove il Capizi (sempre lui) rimediò l’hostal che ci ospitò in quella bella trasferta.

Come si vede, la gara è solo una zeta rosa nella parola CAZZEGGIO…

Alla prossima!!

Storie di donne e di uomini

Mattina di domenica. Chi si alza per andare ad arrampicare e smanetta su corde e imbraghi, chi per andare a correre. Nostra figlia minaccia di chiamare il telefono azzurro e rimane a letto.
Ieri è stata una giornata campale, splendida ma impegnativa. La gara di Orienteering finale a Villa Ada, a conclusione di un anno di atletica leggera con bambini, ragazzi e genitori di rp ha avuto la sua degna apoteosi nella meravigliosa cornice di quella Villa di Roma a noi tanto cara, tra boschi di lecci e allori, pinete Genius Locii e colline di tufo, dove le praterie degradano dolcemente lasciando il campo a forre e canyon (ma siamo a Roma?). Il tutto alle pendici del mitico Monte Antenne, dove visse il popolo degli Antemnati, a cui, non so esattamente perché, mi sento in qualche modo legata ancestralmente.
La mattina presto di sabato do una mano a Gabriele a sistemare le lanterne. Il nostro Presidente conosce Villa Ada come le sue tasche e con la mountain bike in breve allestiamo un lungo percorso di gara.
Al laghetto Eleonora, Chiara, Donato, Alessandro, Enzo (il maestro), Marco e Peppe accolgono i Rifondaroli, fanno le squadre e presto le gare hanno inizio. I bambini sono scatenati, ragazzi e genitori non ne parliamo. Tutti si immergono nel verde e nei sentieri della Villa, mentre i più piccoli si cimentano nel mini orienteering intorno al laghetto. Poi corse e staffette finali, che non possono mai mancare. Alla fine di queste attività vissute con partecipazione ed entusiasmo da parte di tutti, anche condite da un pizzico di avventura, ci sono le medaglie e la preziosa striscia di Andy War, un famosissimo e affermatissimo fumettista romano, (raccomando a tutti di farla autografare al più presto, io lo farò di certo). Infine brindiamo tutti insieme e ci salutiamo per ritrovarci con molti a luglio al campo estivo di Villetta Barrea.
Dopo che tutti se ne sono andati, mi rilasso ripercorrendo in mbt la Villa per rimuovere le lanterne e poi mi faccio una bella corsa in solitaria con qualche goccia di pioggia. La giornata è andata bene ma domani… che fare? Andare a caccia di salamelle e caciotte sui saliscendi di Rignano flaminio al seguito del dott. Lord Nulli o cimentarsi nella vicina gara semipianeggiante di Fontenuova, detta Maratonina delle Rose con uguale mc (mazzo così), minor chances di vittoria e rischio di prendere sonore bastonate?
Ma torniamo a domenica mattina. Al risveglio gli occhi non si scollano. Dopo una serie di rapide riflessioni anche avvalorate dalla partenza anticipata di Lord Nulli, decido di andare a Fontenuova dove, in un contesto semi urbano rurale dell’interland romano, le rose abbelliscono i giardinetti delle casette costruite disordinatamente attorno alla via Palombarese. C’è un ulteriore abbellimento. Il Sindaco di Fontenuova è un bel ragazzo ed è il veterinario del posto, due qualità rare negli amministratori della nostra regione.
Prima della partenza ho diversi colloqui con varie atlete con le quali condivido una certa età… loro mi raccontano le loro storie in mezzo alla confusione della partenza.
La prima si lamenta perché ieri ha lavorato un sacco ed è cotta (la conosco bene, lo dice sempre), la seconda perché ha avuto una giornata pesantissima e non ha dormito la notte, la terza invece è contenta perché ha ottenuto lo scivolo pensionistico… io, che a momenti non mi ricordo neanche come mi chiamo per quanto sono cotta, dico che ieri ho fatto la gara di orienteering, ma non frega niente a nessuno.
Partenza. Da rapida calcolatrice mi metto a una risparmiosa velocità di crociera, quanto basta per fare il vuoto delle mie coetanee tardone e vincere la categoria. Vipera berus… quale nomignolo più azzeccato?
Purtroppo non vengo premiata dal Sindaco che nel frattempo se ne è andato ma dal tizio che vedete in foto e incasso pure la salamella.
Ora sono proprio svuotata… provo a tornare alla macchina ma devo pagare il pegno di ascoltare la storia di un tizio corridore che non so perché ma mi blocca e mi racconta la storia di tutta la su vida. Questo è peggio di me, sono allibita, non riesco a sganciarmi, ho paura che mi segua anche in macchina… ma che popolo assurdo ‘sti corridori! Alla fine taglio corto, risalgo in macchina e mi avvio verso Palombaretta tonna tonna che chi se ne va’ prima o poi ritorna!

Sul podio con l'occhio a mezz'asta
Sul podio con l’occhio a mezz’asta