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Teoria delle Stringhe

Non sto certo alludendo a quelle delle scarpe… anche se loro, sono sempre un problema, soprattutto quelle delle Mizuno e delle scarpe da gara, che si slacciano in continuazione se non le leghi col doppio nodo, bensì alla teoria della fisica che vorrebbe conciliare la relatività con la meccanica quantistica (beh più o meno).

Ma che centra la fisica con la corsa? Ecco… metti un sabato della vigilia di Pasqua, la Vipera berus che va a fare una corsetta sgrassa panza con quel matematico di un nerd di Mr Pumpkin-Zucchi in quei di Villa Ada e tutti i piani relativi agli impegni agonistici del periodo pasquale, vanno a farsi fottere, anche se vedrete, non tutti i mali vengono per nuocere.

Insomma, quando corri con i matematici, i fisici, con quella roba chiamata “nerd”, si comincia sempre per parlare dei massimi sistemi, dei principi matematici dell’economia, delle ultime teorie della fisica teorica e sperimentale e si finisce sempre con discutere di Star Wars, dell’Impero Intergalattico, di  Philip K. Dick e le pecore androidi, tutto rigorosamente in linguaggio Klingon. Fatto sta che chiacchiera che ti chiacchiera, arriviamo sul Lungotevere nei Pressi di Ponte Milvio, passando per via dei giubbonari ad appena 1h 50m e 18 km di corsetta. Belli cotti e con una fortuna dalla C maiuscola, veniamo raccattati all’altezza del Ponte di cui sopra dalla Direttrice in pulmino, che neanche a farlo apposta, passava lì per caso con la squadra giovanile al seguito, di ritorno da un allenamento in pista. Senza neanche chiedere, ci siamo fiondati nel pulmino e via a casa.

Evidentemente dopo quel lungo ho dovuto sconvolgere le mie velleità agonistiche e rinunciare alla pomeridiana gara di Vazia, dove poi ho saputo che si è ben imposta la lupa della Marsica, altresì detta  la Baba-Jaga rifondarola,  col coltello in mezzo ai denti (eh cara Cristina R. anche a te toccano, oltre alla gloria, un po’ di soprannomi, mica solo io…).

Qundi, dopo una Pasqua all’insegna di digiuni e stenti, per conservare una precaria forma fisica, a pasquetta mi sono concentrata sul Tris del Lunghissimo del Centro Italia, al Trofeo Agricola Valle Santa dove  gli ho dato forte, come si suol dire, nella gara da 10,4 km. In realtà le distanze erano tre: 10.4, 21, 31 km. Utilizzando un approccio scientifico degno da teoria delle stringhe e analizzate tutte le variabili sono riuscita a selezionare la distanza giusta per poter agguantare il gradino più alto del podio. Che in questo caso trattasi dello scatolone dell’uovo di pasqua, grazioso pacco gara di questa manifestazione.

Dunque anche queste festività sono passate. Ora tocca concentrarsi sugli impegni futuri,che comprendono gare in pista, in carcere, in trasferta e sul fiume. E guai a mancare, altrimenti la Direttrice con le stringhe ce sega er collo!

Saluti a Maljs Blom e a Yahya Boudouma, grandi atleti e compagni di questa corsa Pasqualina.

Vivifiume 2017 (aggiornamento)

Aggiornamento

Purtroppo la gara competitiva è stata annullata. Per ulteriori informazioni leggete il comunicato della Uisp Roma sulla vicenda del Vivifiume 2017.

Per quanto riguarda la non-competitiva rimane tutto confermato, con la formula prevista da regolamento. Qui trovate la lista degli Iscritti Vivifiume 2017.

Invece, per tutti coloro che volevano cimentarsi sui 10 Km e non si accontentano dei 3, per chi vuole correre ugualmente su quel percorso di gara e non vuole abbandonare all'”impraticabilità” la riva sinistra del Tevere, l’appuntamento è sempre a Ponte Umberto alle 10 per una corsa libera, senza pettorale, per correre insieme sul fiume.

Articolo originale

Segnaliamo questa bella iniziativa dell’UISP che mira a riqualificare le sponde del Tevere. Qui di seguito un estratto dalla presentazione:

Lunedì 1° maggio 2017 il Vivifiume torna a popolare le banchine del Tevere, riaffermando una scelta ben precisa, che l’Unione Italiana Sport Per tutti di Roma ha compiuto ormai cinque anni fa, nel 2012: ridestare l’attenzione della città sul fiume, spazio dimenticato, abbandonato, estraneo alla vita della comunità.

Se una parte delle banchine (lato destro orografico) risultano almeno in parte vivibili e percorribili, grazie alla semplice esistenza di una pista ciclabile, sul lato sinistro la situazione cambia radicalmente: difficoltà di accesso, scarsa sicurezza, sporcizia e abbandono. La nostra corsa punta a riportare al centro dell’attenzione dei cittadini e delle istituzioni l’importanza e la dignità del Tevere, che è stato e resta il cuore attorno al quale la città è sorta e si è sviluppata.

Tutti coloro che vogliono partecipare alla competitiva di 10 Km o sulla distanza di 3 Km non competitiva può richiedere subito ad Eleonora la PROPRIA ISCRIZIONE.

La non-competitiva prevede una formula diversa, con arrivo all’Isola Tiberina e ritorno in barca sul Tevere al punto partenza. Possono partecipare bambini e ragazzi, ma anche famiglie o chiunque abbia voglia di vivere il fiume!

Trofeo Liberazione 2017

Vi inoltro il regolamento del Trofeo Liberazione 2017 che si terrà il 25 Aprile al campo della Farnesina.

La mattina sono previste gare in pista per BAMBINI e RAGAZZI della categoria Esordienti – Ragazzi – Cadetti:

ORARIO MATTINA
  • 10,00 – 50m Es C m/f (2010-11)
  • 10,15 – 50m Es B m/f (2008-2009)
  • 10,35 – 50m Es A m/f (2006-2007)
  • 11,00 – Lungo Es A m/f
  • 11,00 – 60m Ragazze/i (2004-2005)
  • 11,30 – Vortex Es A m/f
  • 11,30 – 150m Ragazze-i
  • 12,00 – 150m Cadette-i
  • 12,30 – 1000m Ragazze
  • 12,40 – 1000m Ragazzi
  • 12,50 – 600m Cadette
ORARIO POMERIGGIO

Per le gare del pomeriggio bisogna presentarsi 1 ora prima della propria gara:

  • 16:35 – 150m A/J/P/S M
  • 17:25 – 500m A/J/P/S F
  • 18:40 – 1000m A/J/P/S F
  • 19:00 – 1000m A/J/P/S M

Tutti coloro che vogliono partecipare alle gare, piccoli e grandi, possono inviare la loro adesione alla gara entro Giovedì 20 APRILE ore 12.00, in modo da poter effettuare le ISCRIZIONI ON-LINE nei tempi richiesti.

E’ l’occasione giusta per divertirsi in pista!

Attenzione! Il Trofeo regionale Staffette Cadetti verrà recuperato domenica 23 aprile (pomeriggio) alla Farnesina. Date conferma anche per la partecipazione dei ragazzi 2002-2003 che erano disponibili a partecipare. Grazie!

Quo vado?

Mentre imperversa la febbre della maratona e le zone calde del criterium calcano il basalto dell’Appia Antica, la Vipera berus serpeggia altrove. In preda a un’inquietudine stagionale, molla nuovamente il fronte delle sfide interne per dedicarsi a manifestazioni di tono decisamente più riservato, confinate nell’Interland romano del Nord-Est. Un buon tempo sui 10.000 e un podio (di categoria) sono anche un modo per auto misurarsi la febbre, in prospettiva di un ritorno stile Conte di Montecristo, in occasione della trasferta di società, ma prima tante altre belle gare ci attendono, per una stagione ricchissima dove c’è l’imbarazzo della scelta. Tante iniziative, pur non essendo comprese nel criterium (non è possibile metterle tutte), sono veramente dei “MUST”. Come non mancare ad esempio alla Vivifiume, altresì detta la Gara della Direttrice, dal profondo spirito ecologico e metafisico, al cospetto del padre delle acque dei romani? E che dire della gara ad Olevano dal Potente? E la Corsa del Partigiano? Ci sarebbe anche Palombara, a casa della Vipera… Poi c’è Rebibbia, uomini e donne… Una vipera compulsiva quale sono vorrebbe avere  il dono dell’ubiquità visto che alcuni eventi sono in contemporanea. E quindi che fare? Al Romix, domenica pomeriggio ho trovato la risposta alla mia domanda iniziale, cioè: Quo vado?

Eccola nella foto in calce. Free Hugs.

50 anni la mia prima maratona

Questo era il titolo dell’articolo  che aveva scritto l’ottimo Mauro l’anno scorso, dopo aver fatto la sua prima maratona …. a cinquant’anni, ai tempi non era nei miei programmi fare una maratona a breve, ma mi sentivo che era un esperienza che prima o poi avrei fatto, ma chissà quando: sciatica, acciacchi vari, non era mai tempo. Poi alla fine mi ritrovo per tre mesi di seguito a correre senza problemi, sarà lo yoga, saranno gli aminoacidi ramificati che ho iniziato a prendere dopo gli allenamenti più intensi. Mi ritrovo a correre la mezza maratona di villa Pamphili con il cappello di babbo natale, tutta bella imbacuccata per il freddo,  mi sento in forma, mi piace l’idea di spararmi quei due giri lunghi, non sento la fatica  e mi dico: ma se non la faccio quest’anno, quando mi ricapita? La decisione resta nel limbo, ma oramai è presa: Angelo e Francesco avevano già deciso di correrla, vedo dal sito che per chi è alla prima esperienza quest’anno si pagano “solo” 50 euro, insomma mi iscrivo. Devo dire che gli allenamenti per la maratona sono stati bellissimi: innanzitutto si corre a un ritmo molto più lento del solito, quindi si fa meno fatica, poi i lunghissimi che si allungano sempre di più li ho fatti quasi sempre in compagnia: Marco, Cristina, Isa e tante altre persone mi hanno accompagnato per pezzi di corsa lunghi o brevi, ci siamo scambiati confidenze, abbiamo scherzato, chiacchierato e corso per Roma a un ritmo tranquillo  macinando chilometri, il tempo volava e io mi vedevo sul mio orologio gps: 25, 28, 30, 34 km. Gli allenamenti in solitaria li ho fatti un po’ più forte ed ero contenta di vedere che il mio fisico reagiva bene. L’unica preoccupazione era trovare le scarpe giuste, ne ho comprate tre paia e non riuscivo a trovarne una che mi evitasse un fastidioso dolore sotto il piede sinistro, opto quindi per il mio vecchio paio di Brooks Launch, con un paio di buchi ai lati, che mi avevano egregiamente fatto correre la Miguel, la Roma Ostia e tutti i lunghissimi senza dolori.

Arriva il 2 aprile, arrivo al Colosseo alle sette e 20, è pieno di transenne e bisogna fare un sacco di strada per arrivare al vero ingresso della maratona, quando finalmente  valico l’ingresso, lì mi sembra quasi di uscire dal mio corpo e di vedermi dall’alto che sto entrando. Questo tipo di sensazione l’ho provata già due volte in occasione di una grossa impresa, riconosco la sensazione, quasi me la aspettavo, mi sento che sto per fare una cosa grande. Parlo poco con le altre persone, vedo Francesco, ci salutiamo, ma poi ognuno va per conto suo. Una mia preoccupazione è fare pipì, cerco di non bere troppo e mi metto in fila per i bagni, ma la fila si sa è sempre lunghissima, quindi quando arrivo in griglia c’è già un muro di gente. Mi piacerebbe mettermi vicino ai palloncini rosa delle quattro ore, cerco di farmi largo tra le persone, ma avanzo di ben poco.

Iniziano le partenze. Il cielo è sempre più nero, si sente lo speaker che chiama il via dei disabili, il via dei top runners, poi i pettorali verdi e infine alle 8,51 tocca all’enorme popolo dei pettorali arancioni, quelli senza tempo di accredito o con un tempo scarsino. Esattamente nel momento in cui si da il via inizia una pioggia a goccioloni grossi che si fa sempre più forte, si va verso sud e il cielo è nerissimo, si sentono i tuoni e l’acqua rende i sanpietrini molto scivolosi. All’altezza del Circo Massimo si pattina, arrivati verso San Paolo ci sono pozzanghere alte venti centimetri. Bisogna stare concentrati e attenti a dove si mettono i piedi, anche perché c’è veramente un sacco di gente che corre nel mio gruppo e al mio passo. Ma forse il meteo di questo tipo non è un grosso handicap: non si soffre il caldo, non si sente la sete e poi la pioggia mi fa sentire più concentrata. Cerco di mantenere un passo regolare, anche se sento che potrei andare più forte, mi impongo di non scostarmi dalla media di 5’40”. Per un oretta poi smette anche di piovere, mi sento molto carica, un gran senso di esaltazione, Roma è mia, sono una persona felice e soddisfatta: ho due figli meravigliosi, un compagno che adoro, un lavoro che mi piace, ho cinquant’anni e sto pure facendo una maratona, ma chi mi può fermare? Per fortuna mentre sono in preda ai miei deliri di onnipotenza uno strano autovelox dentro di me mi impedisce di allungare il passo, quindi rimango costante. Si passa per San Pietro, quartiere Prati, faccio pipì tra le macchine al 23° km, bevo acqua ai rifornimenti imponendomi di fermarmi per evitare che l’acqua mi vada per traverso, arrivo a villa Glori al 29° km che sto ancora benissimo. Lì trovo Marco che mi affianca fino alla fine. Non avevo detto una parola da quando ero uscita di casa e parlando con lui urlo, mi incacchio anche con lui perché non aveva programmato la registrazione della diretta della maratona, sono carica di adrenalina. Saluto mio padre che era venuto a vedermi sul percorso. Al 35° Km le gambe si iniziano a fare pesanti. Non mi ero mai spinta oltre 34° Km, tutto quello che veniva dopo per me era un incognita, ho paura che all’improvviso succeda qualcosa che mi faccia fermare. Sento che faccio più fatica a mantenere il passo, le anche mi fanno male (questo penso sia dovuto al mio modo sbagliato di correre), intorno a me però vedo tanta gente correre scomposta. Per fortuna stavolta Marco non mi cazzia perché non sollevo i piedi, ho il ginocchio rigido ecc., ma mi sprona e mi da sostegno e questo sicuramente mi aiuta. Perdo leggermente terreno rispetto ai palloncini rosa delle quattro ore, so che loro sono partiti circa una quarantina di secondi prima di me, ma non riesco a quantificare quanto sono lontana da loro e io a questo punto VOGLIO arrivare in meno di quattro ore! Il periodo più duro è tra il 36° e il 39°: entriamo dentro il centro, Marco mi incoraggia e mi dice che questa è la parte più bella, che Roma è mia e che sto facendo un impresa grande, ma il mio unico pensiero sono i palloncini rosa. Sul pettorale c’è il nome, nelle vie del centro sento gente che mi dice: dai Marcella!! E io penso: ma chi cacchio è, non lo conosco? Penso che dovevo avere lo sguardo da pazza con gli occhi a palla iniettati di sangue, un po’ mi sento così. Ogni tanto qualcuno attraversa la strada: penso e dico a Marco: se qualcuno mi taglia la strada lo uccido! Verso il 39° cambio passo, accelero, via del Babbuino è stretta ed ha iniziato a diluviare di nuovo, tantissimo, peggio di prima. Inizio a superare un botto di persone, voglio raggiugere i palloncini, a qualunque costo. Intorno a me c’è gente che cammina, qualcuno si butta per terra con i crampi, espressioni di fatica, gente che corre tutta storta. Ma io oramai penso solo a raggiugere i palloncini, i sanpietrini bagnati sono scivolosi, quando posso corro sul marciapiede. Andiamo sotto il traforo, si sbuca in via Nazionale ed è tutta discesa, è fatta! Diluvia sempre di più, si scivola, ma io devo raggiungere i palloncini. Gli ultimi 500 metri li faccio a 4’40”, vedo il grosso arco dell’arrivo con lo sfondo del Colosseo, il timer dice 3ore 58minuti e qualcosa, devo arrivare prima che scocchino le 4 ore. Raggiugo e supero i palloncini rosa mentre il timer dice 3 ore 59’57” mentre il mio orologio gps dice 3 ore 59’22”. Ce l’ho fatta!!!! Ho finito la maratona!!! Mi viene da ridere, da piangere, più da piangere. C’è gente che singhiozza, piove tantissimo e inizio a battere i denti. Mi bevo un gatorade in un sorso solo, la bottiglia si accartoccia risucchiata dalla mia sete. Mi cambio, raggiungo il buon Marco che era fermo da venti minuti sotto la poggia ed è morto di freddo, ho un cambio anche per lui. Per andare al motorino non riesco a camminare, ci mettiamo un sacco, ho le anche bloccate. Alla fine cammino all’indietro con Marco che mi dice la direzione.

Un esperienza unica e bellissima. Il giorno dopo sto miracolosamente bene, andando in ufficio in motorino vedo lo scorcio di via dei fori con dietro il Colosseo, penso all’emozione dell’arrivo, mi parte un brivido per la schiena e mi escono le lacrime.

Ringrazio Marco per le tabelle di allenamento , i consigli e l’incoraggiamento e per tutto quello che mi sta dando, senza di lui questa impresa non l’avrei mai fatta.

Appia Run (aggiornato)

Aggiornamento

Vi informiamo che sabato mattina allo stadio dei Marmi (dalle 10 alle 12,30) Marco consegnerà pettorali e pacchi gara Appia Run.
Vorremmo risparmiarci la consegna la domenica mattina in zona partenza – Terme di Caracalla (anche perchè sono attese 6000 persone), salvo deroghe straordinarie.

Saremo in 31.

Ringraziamo Giovanni che si è immolato per RP nel ritiro dei pettorali!!!

Articolo originale

In attesa delle classifiche ufficiali della “Corri per il Parco”, necessarie per aggiornare la classifica del criterium, andiamo subito alla prossima tappa che sarà il 09 aprile alla “APPIA RUN”, 13km su tracciato bellissimo ma impegnativo.

Per quel giorno e’ prevista solo questa gara in quanto il Vivicittà a Rebibbia e’ stato spostato a data da definire.

Scadendo le iscrizioni il 3 di aprile e dovendo come societa’ pagare in anticipo con bonifico, vi chiediamo da subito ed entro venerdi 31 marzo di dare la vostra adesione e di consegnare la quota di iscrizione (di 15 euro) ad Alessandro o a Marco il sabato mattina al campo degli allenamenti.

Qui il REGOLAMENTO ROMA APPIA RUN 2017

Qui sotto alcune foto della Corri per il Parco prese dalla rete:

Dissidenten!

Tutto cominciò una notte di fine inverno. Mi cimento nella lettura del libro “L’interpretazione dei Sogni” di Sigmund Freud. Mi si apre un mondo che in parte già conoscevo, quello dell’inconscio, del flusso di coscienza, della Meditazione creativa.

Ma veniamo ai fatti.

Qualche giorno fa, in preda a chissà quale isteria (ed ecco che torna Freud), mi iscrivo alla mezza maratone di Berlino che si terrà nell’omonima città il 20 agosto.

Sono acciaccata, con il nervo sciatico dolorante e tanta stanchezza per i tanti, troppi km percorsi. Ed ecco sopraggiungere il gesto inconsulto, la follia, il nonsenso.

Tuttavia ci sarà pur un motivo per questa improvvisa scelta di gareggiare una mezza estiva, con tutto ciò che comporta, ma sembra che un improvviso cambiamento di idea sopraggiunga questa mattina di domenica, in cui decido di “sfanculare” la gara di criterium, di cui fino a sabato ero immeritatamente e spudoratamente di nuovo in testa, per il Cross del Tevere, organizzato da UISP Monterotondo, nel pistino dove a volte ci alleniamo noi dell’Interland del Nord Est romano, a Monterotondo Scalo.

Trattasi di un Memorial, per una persona che non c’è più e che ricordo con grande affetto e simpatia, Raffaele Esposito, compagno di tante corse e tanto tempo fa anche di squadra. Questa è forse una delle motivazioni più o meno inconsce che mi fanno cambiare strada questa domenica mattina anche se non nego che un poco di pigrizia e il fatto di avere la possibilità una volta tanto di gareggiare vicino casa hanno sicuramente inciso. Con me c’è anche Lord Nulli, che forse ha disertato la gara di criterium con motivazioni analoghe alle mie, ma non sta a me dirlo.

Il clima è decisamente familiare. Ci gettiamo nella gara che seppur corta si rivela impegnativa per la presenza di un fondo a tratti sodo ma più spesso con soffici zolle erbose.

Comunque ci difendiamo e riportiamo a casa un terzo posto di categoria ciascuno e rappresentiamo degnamente RP.

Però voglio dire che alla fin fine, vedere tutti quei bei rifondaroli sul podio a Tor Tre Teste mi ha fatto anche un pochino rosicare, magari un po’ il filo da torcere a Marcella nel Parco dell’Alessandrino e provando a sfilarle il plaid del primo di categoria, avrebbe avuto sicuramente il suo fascino…

Ma da  viperaccia quale sono, a volte mi piace disobbedire e uscire dal seminato per percorrer sentieri spinosi, e prendere decisioni apparentemente controcorrente…

Viste da un’altra ottica certe scelte potrebbero essere interpretate come gesti nobili,  il lasciar cadere il coltello da mezzo ai denti e farsi guidare dall’istinto e non dalla smania di difendere la testa del criterium… che bella la psicologia! Ovviamente le mie sono scherzose provocazioni!

Per concludere questo sproloquio che se fosse stato senza punteggiatura poteva sembrare un flusso di coscienza alla James Joyce, vorrei complimentarmi davvero per i brillanti risultati conseguiti da tutte e da tutti questa domenica, compresi Ugo ritornato in grande spolvero e Peppe nella grandiosa prova di ben 30 km di trail a Pitigliano!

PS: volevo dirvi che sto preparando la legnaia… per darvi le prossime “legnate” e per cucinarvi la bruschetta nei prossimi raduni a Villavillacolle!

I figli dei Butteri

Al risveglio, sento la pioggia ticchettare, come previsto. L’idea di mettermi in macchina per andare a Bassano in Teverina a disputare l’ennesima gara, non mi attira per nulla. Potrei girarmi dall’altra parte e continuare a dormire ma ritengo di aver riposato a sufficienza. Mi vesto, colazione e… giù in strada, per un lungo. Appena metto il naso fuori dal portone, una pioggia fredda e una brezza ancora invernale mi accolgono in malo modo. Mi faccio violenza e proseguo, nonostante la spiacevole sensazione dell’acqua fredda che comincia a penetrare nelle scarpe.

Mentre mi avvio da Palombara verso Marcellina, riflessioni sopraggiungono. Sono quelle, immagino di tutti i corridori nella prospettiva di affrontare 17-18 km sull’asfalto, sotto la pioggia battente, cioè: “ma quanno me passa, oggi?” Tuttavia si continua, non certo come quei video in cui si vede la tipa bella che corre felice a Central Park, con quella pioggerella che le bagna il viso e la magliettina che diventa trasparente, ma con le macchine e le pozzanghere che ti lavano da capo a piedi e i bus e i camion che ti fanno il pelo e l’autista ti manda a quel paese…

Ebbene, tra un pensiero e un vuoto di mente, arrivo a Marcellina. Questo è un paese dei Monti Lucretili, alle pendici del Monte Gennaro. Tradizionalmente gli abitanti erano dediti alla pastorizia, ed erano conosciuti come “i Butteri”. Dalle carni dei bovini di razza podolica qui allevati, si facevano le caratteristiche “coppiette” di carne essiccata. A volte ho sentito dire il detto: “Marcellina, passa e cammina”, una frase dispregiativa, di cattivo gusto, rivolta a questo paesino e ai suoi abitanti ma io, che ho diversi alunni provenienti da Marcellina, non condivido assolutamente, anche perché conosco il loro amore per la montagna, la passione con cui seguono genitori, zii, nonni, i fine settimana, per andare alla ricerca di funghi, asparagi, o a governare qualche vacca che ancora pascola brada. Conoscono i ritmi del cinghiale e quello del lupo. Lavorano il legno, cercano antiche monete, suonano l’organetto. Io apprezzo moltissimo questi ragazzi, che ancora, durante l’estate, pernottano al chiaro di luna nei prati di “Campetellu”, cuocendo il cibo al fuoco e bevendo l’acqua del fontanile.

Mentre penso queste cose, che anzi non ho neanche più bisogno di pensarle perché sono ormai parte di me, come un tatuaggio sottopelle, vedo davanti al bar di Marcellina i butteri, con il loro cappello da cowboy, gioendo del fatto che a pochi km da Roma ci sono ancora queste realtà, sebbene pochi lo sappiano.

Prossime gare del Criterium

Ecco le prossime tappe inserite nel Criterium societario:

  • 19 marzo Tor Tre Teste la “Corri per il Parco”
  • 09 aprile Vivicittà a Rebibbia o Appia Run (5 punti partecipazione partecipando o all’una o all’altra gara)

E’ in via di organizzazione anche la trasferta sociale , probabilmente nel mese di maggio.

In questa pagina la classifica attuale, con gli ultimi aggiornamenti dopo varie mezze che ci sono giunte in visione.

Per la gara del 19 di marzo diamo qualche informazioni:

il ritrovo è alle ore 8,30 in l.go Cevasco (Tor Tre Teste). La partenza sarà data alle ore 10.

PERCORSO. Interamente nel Parco Alessandrino-Tor Tre Teste. Arrivo: Impianto Atletica A. Nori.

ISCRIZIONI. Quota 10,00 euro – Competitiva. Possibilmente entro le ore 12:00 di venerdì 17 marzo ad Alessandro che effettuerà le iscrizioni di società.

Si accettano iscrizioni anche il giorno della gara.

PACCO GARA – Maglietta tecnica ai primi 300 arrivati e Agenda del Parco 2017. Il pacco gara sarà consegnato alla restituzione del chip (pettorali per Non Competitiva) nei punti oltre l’arrivo.

PREMI – Saranno premiati: Primi 5 uomini; Prime 5 donne; CATEGORIE: I primi 5 delle cat. da AMM a M55 e da AMF a F45 e i primi 3 delle successive – SOCIETA’: prime 3, secondo numero atleti arrivati (minimo 20) euro 200, 150 e 100.

Il richiamo del fiume: elogio della Primaberus!

Già da un mese ho programmato la giornata di oggi, in realtà c’è una doppia opzione-iscrizione: Campionato UISP sci di fondo a Monte Livata o Lunghissimo di Stimigliano, 14 km nella Valle del Tevere. Fino alla mattina alle 8 circa mi sono trovata in uno stato di incertezza come l’asino di Buridano,  dovuto all’attrattiva suscitata da queste iniziative, che, potendo, avrei entrambe fatto. Visto che non ho il dono dell’ubiquità ho scelto il fiume, dato che 14 km sono la mia distanza ideale, mentre non metto gli sci ai piedi da gennaio e un risentimento al nervo sciatico non mi facilita la distensione nel passo alternato della tecnica classica che dovrei utilizzare in gara. Arrivata a Stimigliano mi accoglie uno splendido panorama sul Tevere in una tiepida mattinata primaverile. Si, Camilla, ci siamo. La primavera è davvero alle porte, la Vipera berus diventa Prima verus e si addolcisce scivolando sonnacchiosa lungo il percorso di gara, senza inveire, ma incoraggiando le avversarie e sorridendo ai teneri tapascioni. Oggi ci sono due traguardi, uno a 28 km e un altro a 14 km in un ondulatissimo percorso ad anello da effettuarsi una o due volte, secondo la distanza. Io mi attesto con un gruppetto di donne, sempre agguerrite, superandone alcune, mentre due mi lasciano mangiare la polvere. Fortuna che proseguono per i ventotto e io taglio il traguardo prima in tutta tranquillità, totalmente ignara del risultato. A fine gara scendo verso valle. Un fiume Tevere che scorre placido, disegnando anse, in un verdeggiante paesaggio collinare. L’aria è tiepida, le calendule in fiore. Compaiono le prime viole, a nutrire di nettare quei pochi insetti pronubi appena metamorfosati… mi sto rimbambendo? Scusate, credo sia tutta colpa (o merito) delle solite endorfine!