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Articoli che riguardano attività passate del settore senior e master

Follie estive

“Ahoooo…. Ma che sta a succede…. – Booh, pare che stanno a fa ‘na corsa.. ‘a corsa del li cocommeri ‘n sallita!”

Castelchiodato. Questa la conversazione tra due agricoltori locali origliata dalla sottoscritta al termine della Castrum Race, erede della ben nota somarata “Corri tra le cerase”, che la dice lunga su questo “agile e veloce” percorso di gara allocato tra i Colli Cornicolani e le campagne dell’Università Agraria di Castelchiodato.

In una calda e afosa mattina di giugno, tra le polverose sabbie plioceniche e i detriti da riporto che fanno da selciato a questi pur pittoreschi tratturi, sfila la processione di matti, che a 35° C, si arrischia lo schioppo delle coronarie, tra olivi, cerase, perzeche, pronghe e quant’altro… L’acqua dei ristori sembra l’oasi di Khiva lungo la via della seta in Uzbekistan… il miraggio di alcuni miei alunni allo spugnaggio che annaffiano la mia avversaria anziché me…

Che dire… quanno uno se la va a cercà…

Poesia burina:

Niente podio amato, ma ‘a salamella e ‘r bicchier di vino de ‘n scialbo e sciatto secondo posto di categoria pure pe’ stavorta è assicurato!

‘A Zingarata…

Eccoci giunti al tradizionale appuntamento di fine giugno, esclusivo appannaggio del settore maschile rifondarolo: la Notturna di Todi, Trofeo AVIS. La novità è che la Direttrice e io quest’anno ci siamo intrufolate, un po’ incuriosite dalle mille attrattive descritte dai partecipanti alle edizioni precedenti, un po’ per infastidire i nostri carissssimi compagni di squadra, che una serata da single-vitelloni in quei di Todi, proprio non se la meritavano. La nostra impudenza ci è costata cara: una gara da somari, a prender bastonate dalle donne umbre, davvero imbufalite, su quei saliscendi monotoni e persistenti, di un circuito cittadino al lume di lampione. Brevemente, la Direttrice, al via prende il comando della corsa e schizza per le vie cittadine. La riprendo faticosamente alla fine del primo giro e la sento imprecare in maniera inarticolata. Non vorrei essere tra le sue manacce nerborute in questo momento…

Comunque tra rif e raf arriviamo tutti al traguardo, vincendo anche un 4° premio di società e due podiucci di categoria, con uno Scozzarella atleta rifondarolo di punta nonché autista di lusso (una delle cose più belle di questa piccola trasferta, oltre ovviamente alla magnifica compagnia,  è il viaggio nel pulmino della Direttrice), un maestro Enzo yota in grande spolvero, uno scialbo Nulli (decisamente al di sotto dei sui standard), un Capizzi già massacrato di suo, che ha rischiato di addormentarsi correndo. Discrete le prove del trio medusa (nel senso velenoso del termine, viste tutte le cattiverie che mi hanno poi detto a cena) Solimini – Tudino – Boattini. Direi proprio di stare molto attenti a quei tre…

Sbronzi non di alcol ma di stanchezza, dopo un lauto pasto, che ne torniamo buoni buoni a casa.

Mille cose…

Un mese di giugno davvero caldo per i Rifondaroli grandi e piccoli! Proviamo a fare un breve resoconto, tralasciando le gare individuali svolte dai tanti rifondaroli.

Campionati Nazionali di Atletica Leggera UISP a Rieti

Gare e medaglie a non finire in questa manifestazione svoltasi il 3 e il 4 giugno allo Stadio Guidobaldi di Rieti. Staffette, corse di velocità e di resistenza, impreziosite dallo splendido skyline del Terminillo e dei Monti Reatini.

Maratonina di San Luigi – Cementerie di Guidonia (vedi cronaca della Vipera)

La Maratonina di San Luigi, Memoria Gianni D’Angelilli, svoltasi nelle cementerie UNICEM Buzzi di Guidonia, promossa da Alessandra M. La cementeria si è prestata come iniziale terreno di gara per una 10 km non facile, che ha visto la partecipazione di numerosi rifondaroli, tra cui il piccolo Andrea. A fine gara è partita poi la visita guidata nei meandri della fabbrica e nei laboratori, ove la nostra compagna ci ha illustrato le meraviglie del cemento.

Golden Gala-Palio dei Comuni: sotto la maglia Bridgestone bianca… un cuore verde!

Tra i tanti appuntamenti di RP giovanile c’è stato anche il Palio dei Comuni del Golden Gala. Una tosta e combattiva squadra di atleti rp palombaresi, capitanati dall’esperto Giacomo Nulli, si è gettata nella mischia e ha brillantemente portato a termine lo staffettone 12×200 previsto dalla manifestazione. Il tutto nella splendida cornice dello Stadio Olimpico di Roma, in apertura del Golden Gala. Davvero complimenti a tutti i partecipanti.

Gara Orienteering e staffette a Villa Ada

L’iniziativa di fine anno, per quanto riguarda il corso dei bambini, ragazzi e adulti, si è svolta, a grande richiesta, a Villa Ada. In particolare, una gara di Orienteering, che ormai ci vede particolarmente esperti, ha colorato di verde rp la già rigogliosa villa romana. Una staffetta nella zona del laghetto ha anche fatto scatenare diversi bambini, non ancora stanchi, dopo aver corso incessantemente nel percorso a saliscendi alla ricerca delle lanterne bianche e rosse. Un brindisi finale ha concluso i festeggiamenti della giornata.

Triachè

Un’altra perla nelle gare estive rifondarole: per spezzare la “monotonia” delle corse, dei salti e dei lanci, si aggiunge il nuoto e l’arrampicata. Molti ragazzi e bambini rifondaroli si divertono gareggiando in questa bella e simpatica manifestazione al Fulvio Bernardini.

E non vi è “abbastato”? Beccatevi pure questo!

Campionati Italiani societari di atletica – Latina e Ostia (vedi cronaca dettagliata di Ugo)

Il 10 e 11 giugno la fase regionale di questo importante appuntamento, fortemente voluto dal nostro Ugo e dalla nostra Marcella, che ha visto il debutto in pista di alcuni rifondaroli (Cristiana, Stefano e Daniele) e la riconferma di Isa sul tartan della pista di Ostia (Stadio Giannattasio-Stella Polare). Prestazioni notevoli di tre ormai “veterani” indiscussi, il nostro Ugo e i baldi Andrea e Giovanni. Due indimenticabili 4×400 una maschile e l’altra femminile, soprattutto per i tendini!

Cds Master – Fase regionale – 10-11 Giugno 2017 – Latina, Ostia

Un ridotto e volenteroso manipolo di irriducibili ha affrontato la fase regionale dei cds master in pista.
Giorni fitti di impegni, scomode più del solito le sedi e, dunque, un ringraziamento particolare a chi ha comunque voluto partecipare.
Risultati – qui

Prima giornata – Latina
I Guerra si occupano di marcare la presenza.
Una volta lanciato il sasso non potevo tirarmi indietro e dunque alto è stato. Se è vero che al crescere dell’età la regressione fisica ed intellettuale ci fa piano piano tornare bambini, beh…mi sa che quella fase sta già arrivando. In terza media avevo superato 1m35 col ventrale ed eccomi in gara con un inedito fosbury, imparato quest’anno al corso istruttori e poi provato un paio di volte. Elevazione di tutto rispetto, ma nessuna rotazione portata a termine. Superata a fatica la misura d’ingresso si fa buio. A 1m36, che quaranta anni dopo sarebbe il personale, il corpo sale molto oltre, ma poi si abbatte puntualmente sull’asticella. Divertente comunque il clima di questa gara, dove consigli ed incitamenti da parte degli avversari sono la norma. Ben cotto da tre ore sotto al sole, ma più a mio agio, conduco un 1500 appena decente nella batteria dei senza accredito. Molto attento e concentrato il fratellino Andrea, che nella stessa gara ottiene un risultato abbastanza sorprendente.

Seconda giornata – Ostia
Aprono le danze il gagliardo nonno Giovanni, capace di un sub 30″ sui 200, ed una non indimenticabile Marcella nell’alto, decisamente sotto i propri standard, ma il clou arriva in serata, con la 4×400 e, a seguire, con l’esordio in pista di Cristiana e Stefano.
Partecipare alle staffette è davvero emozionante e coinvolgente, me ne rendo conto vedendo le nostre frazioniste in fibrillazione prima della partenza. Elegante Isa, memore di un buon trascorso sportivo; fa quel che puo’ Paola, davvero lontana dagli amati tratturi, così come Cristiana; meglio Marcella, la cui maggiore potenza non è però completamente sotto controllo.
Staffetta femminile ammonita per comportamento antisportivo causato da Marcella, che reagisce al complimento di un giudice ottantenne sollevandolo da terra di un metro abbondante con un sonoro schiaffone…ma no, scherzo, probabilmente la nostra è passata davanti alla fotocellula a gare in corso, non abbiamo capito né voluto intraprendere azioni legali.
Per quanto riguarda gli uomini, in attesa del nostro turno osserviamo strabiliati un alieno attempato coprire la sua frazione in 52″.
Gettiamo davvero il cuore oltre l’ostacolo, Giovanni ha la schiena sofferente, ma gestisce con maestria la frazione strappando un notevole parziale di 1’07; Daniele esordisce in pista e con uno stile personale, ma efficace, ottiene un crono di poco superiore; Stefano è forse il più fuori contesto, ma si difende egregiamente; il sottoscritto, nel tentativo di riprendere il terzetto che lo precede di una quindicina di metri, parte a bomba e si spegne al 300, ma comunque riesce a fare una vittima. Che dire, difficile avere pretese, ma entrambe le formazioni si piazzano onorevolmente a ridosso di metà classifica.
Giunge l’ora del mezzofondo ed è solida la prestazione di Cristiana sul 3000, partita forse un po’ forte, ma in grado di contenere il calo e , soprattutto, capace di rispondere agli incitamenti del pubblico amico con un gesto ed un insulto nuovo ad ogni passaggio.
Nella seconda serie dei 5000 Stefano è nella pancia del primo gruppo inseguitore, ma dopo breve fase di studio, si lancia all’assalto, conquistando inopinatamente la seconda posizione con un quartetto di cagnacci alle calcagna. Il vantaggio si fa solido, ma col trascorrere dei giri la marcia trionfale vira in sofferenza, il distacco diminuisce ed il nostro viene raggiunto dal cagnaccio più ostinato all’imbocco del’ultimo rettilineo, per quello che sembra l’inevitabile epilogo. “Qui si parrà la tua nobilitate”, spinto dalle urla scomposte dei compagni, Stefano trova risorse inaspettate, si lancia all’inseguimento e, nonostante la reazione del baldanzoso avversario, trova il modo di piazzare lo spunto decisivo. Al passaggio della linea di arrivo mi accorgo che gli spettatori neutrali ci osservano, forse abbiamo un po’ ecceduto nell’esultanza…
Un tuffo al curvone di Ostia ed una pizzata serale con figli e amici (c’è pure il Mola con famiglia) chiudono degnamente la giornata.

 

Too old to rock and roll? Too young to die!

Villa Adriana la settimana scorsa e poi a seguire  ben tre gare in 36 ore sono una follia per una vecchia, tanto più che non c’azzeccano nulla una con l’altra…. Un 3000 m alle 19, un 10.000 m alle 9.30, un 400 m alle 15.00…… risultati pessimi ma la motivazione a voler stare su tutti i pezzi è stata più forte della ragione.

Devo dire che questi attimi di pazzia sono stati l’intermezzo alle bellissime prove del nostro settore giovanile e a quelle dei nostri senior-master di questo fine settimana, sostenute in forza dalla Direttrice, da Lord Nulli e dal Presidente, piazzati in presidio permanente in quei dello Stadio di Atletica Leggera di Rieti Raul Guidobaldi, dove si è disputato il Campionato Nazionale di Atletica Leggera della UISP.

Che dire: corse, staffette, podi, medaglie e coppe a valanghe.

Comunque, tra una corsa in pista e un lancio non si poteva certo bypassare la splendida Maratonina di San Luigi, svoltasi nelle cementerie UNICEM Buzzi di Guidonia, ove è Signora e Padrona (magari!) la nostra affezionatissima Alessandra M.. La cementeria, location di grande impatto e suggestione, vero colosso architettonico industriale post punk (mi scusi Andrea G.), si è prestata come iniziale terreno di gara per una 10 km non facile, caratterizzata da falsi piani e qualche saliscendi, che ha visto la partecipazione di numerosi rifondaroli, tra cui il piccolo Andrea. A fine gara è partita poi la visita guidata nei meandri della fabbrica e nei laboratori, ove la nostra compagna ci ha illustrato le meraviglie del cemento. Posso dire sinceramente che non mi aspettavo di rimanere affascinata da queste rocce artificiali e dalle loro tecniche di fabbricazione, ma la nostra Alessandra è capace di trasformare in oro un pezzo di cemento… davvero!

Smontata e spossata, la Vipera berus vi saluta.

Figlie della stessa rabbia

Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Ma chi siamo noi per giudicare….

Io non so niente però credo che trovarsi da una parte all’altra del muro spesso è soltanto un caso…

Oggi a Rebibbia, durante la staffetta del Vivicittà, organizzata dalla UISP Roma, una ragazza mi ha chiesto di quale braccio fossi… essere scambiata, sentirmi una di loro, una zingara, una “di dentro”, mi ha inorgogliata… Sento delle affinità, mi sento a mio agio con loro. Queste ragazze, che escono dalla cella, mettono le scarpe e vengono a correre tra gli edifici del carcere, sono eccezionali. I loro volti, prima delle parole, raccontano storie, di sofferenza, di schifo, di vita. Ma loro sono vive, perdinci, molto più vive di tanti altri. I loro sentimenti sono forti, i loro sorrisi riscaldano e le loro storie commuovono. Sempre.

Grazie.

Trasferta 2017!

E perché meno ammiri la parola,
guarda il calor del sole che si fa vino,
giunto a l’omor che de la vite cola.

Dante Alighieri, La Commedia – Purgatorio (Canto XXV)

Che magnifica trasferta a Castiglion Fiorentino! Posti splendidi, cibo gustoso e un’ospitalità impareggiabile riservataci dagli organizzatori di questa Corri al Boscatello, valida come Trofeo Paolo Pierini e Trofeo Avis, la Podistica il Campino.

Un’aria fresca, frizzante, un cielo spazzato dal vento e i mille colori della vegetazione mediterranea, dovuta agli influssi mitigatori del Lago Trasimeno, hanno reso il tutto meravigliosamente gradevole.

Il linguaggio becero e la lingua biforcuta della Vipera berus non son degni di raccontare la bellezza di questi luoghi e le amenità di questi due giorni all’insegna della pace e della serenità, quindi, per questa volta, ho chiesto conforto al Sommo Poeta Danti Alighieri, nella speranza potesse essermi di ispirazione nell’uso di un linguaggio più aulico (e che mi perdoni!), e certo di ‘asa più di me, in questa terra di colline, di vini, di cipressi e di eremi.

Dopo il campo e i consueti allenamenti di atletica, ci si prepara per la partenza. Visto e considerata la nostra “semenza” e dato che fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (vedi XXVI, 118-120), prima di Cortona ci si ingegna a trovar un loco degno al soddisfacimento dell’intelletto nostro. Nell’oasi di pace e silenzio “Le Celle”, primo eremo di San Francesco, speriamo di trovar giusta consolazione agli acciacchi di mens, spiritus e corpore. Qualcuno di noi ha pensato bene di riservare qualche attimo alla meditazione, prima della somarata del giorno dopo.

Appena giunti, rumorosi disturbatori della quiete mistica, ci appropinquiamo al viale che porta al luogo di preghiera, ma prima di arrivare, salutiamo il nostro ambasciatore, il quale così gentile e onesto pare: il mitico Potente, che nel passato tempore, Podistica Rifondazione rese rovente!

Eccoci al fine tutti a Cortona, di “Giambalvina reminescienza” località amena, | nella Casa per Ferie “Betania”, volea posar le membra stanche, | non prima di mortificar le carni ante la cena | in una corsetta di riscaldamento spacca cianche.

Vipera berus, 2017

Ci sono diverse teorie in proposito. Il Maestro Jota-Enzo, è un acceso sostenitore dei benefici di tale attività la sera prima della gara. Come una pillola, la cura delle gambe, dovrebbe sortire un effetto di scioglimento e scarico psicologico. Tuttavia, solo Camilla, Enzo e io, impavidamente, ci sottoponiamo alla cura, mentre gli altri, intimoriti dal profilo impervio di Cortona, preferiscono apostrofarci in vari modi (non ti curar di loro, ma guarda e passa) e fare una passeggiata con struscio, nel viale principale della modaiola cittadina toscana. Dopo una lauta cena e una discreta bevuta serale, ci si reca a letto. L’indomani mi preparo a levare le tende da Cortona. Giungo a Castiglion Fiorentino, luogo della gara, scortata in auto da tre loschi figuri. Non dirò i nomi ma potete ben immaginare di chi si tratta: er Suola, Pierluke Skywalker e l’uomo Marana der Tufello. E già è stato un traguardo raggiungere il ritrovo, mezzi addormentati, ma alla fine ci troviamo sul luogo della partenza, nei pressi della bella statua raffigurante il grande motociclista da rally Fabrizio Meoni, nato a Castel Fiorentino e famoso per le sue Parigi-Dakar.

Dopo un breve riscaldamento… al via! Appena partiti… l’è maiala! Una reppa dall’andamento di una curva esponenziale da far riproporre la grappa serale, mi inchioda le gambe al terreno. Che dire:

„Per me si va ne la città dolente, | per me si va ne l’etterno dolore, | per me si va tra la perduta gente. | Giustizia mosse il mio alto fattore; | fecemi la divina podestate, | la somma sapïenza e ‘l primo amore. | Dinanzi a me non fuor cose create | se non etterne, e io etterno duro. | Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate. (III, 1-9)“

Dopo essere entrati nella porta del Borgo Medioevale (e da lì in poi) è tutto un saliscendi (più sali che scendi), per gli 11 km e rotti della gara. I primi km sono ancora in trance da letto. Verso metà percorso le gambe iniziano a sciogliersi. La tracotanza mi fa infierire su un gruppo di atleti toscani che mi rallentano l’inseguimento della Marsicana, partita di gran carriera, ma più di tanto non si può fare. Arrivo al traguardo in condizioni discrete, senza infamia e senza lode. Deh, potevo fare di meglio ma anche di peggio.

Nel complesso però andiamo bene. I compagni, ma soprattutto i bambini e i ragazzi tengono alto il colore la squadra e ci fanno guadagnare un 4° posto societario.

Rinfreschi, premiazioni, pranzo e ancora passeggiata nella bellissima rocca di Castel Fiorentino, concludono questa trasferta che, deh, volge al termine.

Conclusione.

„Era già l’ora che volge il disio | ai navicanti e ‘ntenerisce il core | lo dì c’ han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d’amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more. (VIII, 1-6)“

Altre foto nell’area riservata!

Tre piccioni con una fava!

Alla Maratonina la Fava e il Pecorino, a Borgonovo, ridente frazione di Monterotondo Scalo, non c’è un metro di pianura. Una piazza che sembra piuttosto un balcone, decorata da murales multicolori, fa da arrivo a questa gara podistica organizzata da Adolfo D., detto il “proto maestro”. Si tratta infatti del Maestro del Maestro (presente fra l’altro lungo il percorso come una meteora), ma queste sono vecchie storie della corsa monterotondese. Lord Nulli e io, andiamo un po’ per riguardo al proto maestro, un po’ perchè è la classica gara “sottocasa” in cui cimentarsi con il vicino corridore, l’occasione per risolvere, in singolar tenzone, vecchi rancori accumulati nel tempo.

Adolfo promette ricchi premi e cotillons, ma con il Lord non arriviamo neanche al pacco gara. 7° assoluta la Vipera e 5° di categoria il Lord, a risparmio a causa di una vecchia contrattura da tenere ancora sotto controllo prima della trasferta ci fruttano un magro premio, ma poi la soddisfazione di aver “convertito” Fabrizio S. ci ripaga di tutto. Basti vedere la foto allegata, con Fabrizio redento dal pugno teso della Vipera, la Vipera, l’amico Antonio R. e il Lord. 3 piccioni e… la fava di lesso (me medesima), unica leguminosa fatta fessa da questa gara che di Fava e Pecorino ha solo il nome!

La chiamavano Jeeg robot

Vivifiume

Quest’anno la sindaca non da’ l’autorizzazione alla Vivifiume competitiva. E che ci importa? Il fiume è nostro, comunque la non competitiva c’è e anche la squadra di Rifondazione Podistica. Numerosissimi, ci buttiamo in una corsa liberatoria lungo l’argine, ci sentiamo figli di questo padre, il Tevere, troppo trascurato e troppo bistrattato. Ma noi ci saremo sempre. L’onda verde, da Ponte Umberto a Testaccio e ritorno. Quale può essere il problema  nel correre lungo la ripa, è così tanto rischioso da negare l’autorizzazione a questa gara?

Forse, se cadiamo dentro l’acqua ci trasformeremo in tanti Jeeg Robot… Chissà.

Strade blu

Vie di comunicazione per i nostri antenati. A loro dobbiamo la vita, ma spesso le vogliamo nascondere dietro alti argini, per non vedere, per non doverci preoccupare del degrado, per non doverci fare carico di tutti quelli che vivono ai margini, nelle baracche o sotto al ponte. Far finta di niente. Eppure quanta vita, umana, animale vegetale. Quante piante. La Pteris vittata, il cappero,  l’Iris giallo e tante altre. Gli splendidi murales di William Kentridge, che Simone mi illustra durante la corsa, caratterizzano gli alti muri di travertino e lasciano spazio all’immaginazione. La pista ciclabile porta tanti a ripercorrere la sponda di questo splendido fiume romano, in bici, a piedi, da soli, in coppia o con il cane. Pescatori solitari in assorta meditazione e canottieri infaticabili scivolano con la mente e con il remo su questo biondo Tevere…

Ai Parioli tutto questo non esiste…

Il giorno dopo, a San Basilio, quartiere popolare romano, un tempo regno del disagio e della disperazione, trovo un filo conduttore che dal Tevere mi porta all’Aniene, a quella Roma degli orti urbani, dei murales, delle case popolari. La sera vado pure al Tufello, dove il giorno prima in nostro Fabio B. ha trascorso un primo maggio in un prato incolto, recuperato dalla gente del quartiere. Di nuovo case popolari, cortili, luoghi dove un tempo la vita era difficile, dove è nata mia madre. I posti nostri. I luoghi dove mi piace correre e far correre, dove guardare con occhi che sanno e vogliono guardare, aldilà dei divieti e delle restrizioni . Luoghi dove un bel cielo azzurro e un sole caldo fanno la differenza. Luoghi di campi di calcio improvvisati, nei prati incolti. Posti dove nei cortili gli anziani ancora scendono e si siedono a chiacchierare, dove i panni si asciugano al sole. Terre nostre, da non mollare mai, terre di speranza per un futuro migliore.

 

…nun so’ fiaschi che s’abbottano!

“…nun so’ fiaschi che s’abbottano!”

Questa citazione del Presidente Gabriele è un detto romanesco che vuole sottolineare quanto a volte non è facile ottenere dei risultati in modo facile e veloce, non certo come “abbottare i fiaschi” in una bottega del vetraio!

Oggi, 25 aprile, mi viene da riflettere su quanto sia poco facile scrollarsi di dosso l’invasore e liberarsi dalla tirannia, dal fascismo, dalle dittature…

Mi viene da pensare a quanto sia poco facile per i nostri ottimi ragazzi di RP giovanile vincere una gara in pista o stare al passo con quei coetanei che si allenano da i 5 ai 6 giorni su 7, però ce la mettono davvero tutta e tengono duro, non si spaventano e alla fine i risultati si vedono. Spesso i l vero risultato finale non è il tempo conseguito ma la strada che si è percorsa per averlo fatto, qualunque esso sia.

Oggi a Morlupo, alla corsa per la Liberazione, alla partenza, dopo il minuto di raccoglimento per Michele Scarponi (che morte assurda!) avrei voluto cantare O Bella Ciao. L’ho fatto sottovoce, in solitaria, tra me e me (ora vorrei dedicarla anche a questo grande atleta).

La gara è dura ma neanche a dirlo, lo sapevo. Nun so fiaschi, ma so mazzi. Prima di categoria. Per premio un bel Fiore di Cactus in cui mi identifico doppiamente, per il “mazzo” di oggi e per il mio carattere bisbetico e sgarbato, ma inframmezzato da sprazzi di grande entusiasmo e allegria, come il cactus quando fiorisce.

A seguire mi fiondo al campo della Farnesina dove si cimenta in mattinata il settore giovanile di RP e quindi di nuovo corse, salti, lanci… per ogni età! Ele, Alessandro, Alice, Gabriele… vedo che fanno, che facciamo. Ci mettiamo davvero il cuore. La Direttrice come sempre infaticabile e trasfigurata, mette l’anima e il corpo in queste estenuanti ma soddisfacenti giornate. Non si tratta di un vero e proprio “Mestiere” ma di una vocazione.

Medito. La gara di mattina di Morlupo non mi “abbasta”: mi butto pure sul mille in pista per non farmi mancare nulla, lo concludo trascinandomi, ma che importa?

La corsa a volte sa di fatica, di pazienza, di gioia e di dolori, di testardaggine, di sconfitte e di vittorie, di stanchezza e di riposo, di tempi di recupero, di tempi troppo lunghi, a volte di tempi brevi, più brevi, molto brevi. Soprattutto la corsa sa di Liberazione.