Alla gara di staffetta mi sono fatta male, è da un mese e mezzo che non posso correre e la cosa mi pesa assai. Un giorno presa da una improvvisa e irrefrenabile voglia di correre ho corso mezz’ora piano e poi ho zoppicato per una settimana, ho capito che devo essere paziente ancora, non trovo tempo per nuotare, che faccio? Ho preso ad andare in palestra al Rosi a fare pesi e tante braccia (con scarsissimi risultati però). Visto che di gareggiare con l’alto ancora non se ne parla, decido che farò il giavellotto. Venerdì prima della gara faccio una “lezione” con Claudia Tavelli, un energica martellista con cui avevo fatto un’altra lezione a ottobre.
Il giavellotto è proprio bello, molta tecnica, se lo fai bene il movimento è molto elegante e la lancia prende una bellissima traiettoria curvilinea per conficcarsi con la giusta angolazione nel terreno. Ma se sbagli anche una piccola cosa, tipo non fai passare il braccio destro sulla verticale o se miri col sinistro troppo in alto, o se rimani sbilanciata troppo avanti con la gamba mentre lasci l’attrezzo, vedi il giavellotto innalzarsi troppo e ad un certo punto cadere miseramente di piatto o sbilenco sul prato e fai un bel nullo.
Con la maestra al fianco che mi correggeva agli errori ero riuscita a fare dei lanci decenti di una ventina di metri, lasciando il giavellotto ben infilzato nel terreno, questo mi ha dato molta soddisfazione.
Giorno della gara, vado in piscina e nuoto fino a un ora prima della gara, poi mi metto il completino RP e arrivo con i capelli ancora bagnati alla Farnesina.
Una quindicina di persone in gara, alcune molto alterate, ce ne sono un paio che sbraitano e inveiscono contro i giudici ad ogni lancio. Altre decisamente improvvisate (una non riesce ad andare oltre la misura di cinque metri), nella pedana a fianco la gara dell’alto e lì rosico veramente tanto perchè mi piacerebbe un sacco gareggiare anche io (a luglio lo faccio però).
Faccio tre nulli e un misero 16,26, non riesco a capire cosa sbaglio, ma non lancio come nelle prove. Comunque mi diverto e prenderò qualche altra lezione, per metterci anche la rincorsa e correggere gli errori.
Vedo poi che anche Ugo ha gareggiato sabato nei 1500, caspita che tempo (classifiche)!
Rifondaroli, a luglio ci sono i master regionali individuali, non mancate!
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Articoli che riguardano attività passate del settore senior e master
Notturna dei Ceri a Rieti
Senza Novaro e senza Capizi non c’è nessuno da sfottere… eppure, per tenere alto, non più di due dita da terra, il blasone societario, sabato 13 ci siamo recati nell’ombelico d’Italia per partecipare alla notturna dei Ceri. Presenti il sottoscritto ed il fido Scozzarella, oltre a quattro zapatisti identificati nei rispettivi figli. Purtroppo non ci sono testimonianze: quattro mani le madri, otto orecchie i figli, una mano per un’orecchia per ogni testa, non essendo i piedi umani dotati di pollice opponibile è stato matematicamente impossibile scattare foto. Ringraziamo comunque la pazienza delle consorti.
La gara non è stata un granchè, dopo un giro corto di 3km svolto intorno e dentro le mura del centro storico a contendere a manate sul cofano la strada alle macchine, si è percorso un giro più lungo, almeno 6km, nella spopolata periferia reatina a contendere, questa volta, i moscerini alle rondini lungo il Velino. Al Raul Guidubaldi si tenevano i campionati italiani juniores, proprio al mio passaggio lo speaker annuncia i tempi intermedi di un 1500… fortunatamente a Rieti non ci sono tram da buttarcisi sotto per sfuggire all’evidenza della nostra condizione di pipperia.
Da notare che la gara è stata volutamente dichiarata sulla distanza di 9,6 km in quanto la Fidal impone l’obbligo del ristoro sul percorso per distanze superiori ai 10 km…
Per farla breve si rimedia un 7° posto APPARENTEMENTE primo di categoria, che, considerato il parterre de rois dei partenti, nel quale va sicuramente ascritto il plurisqualificato Antonello Petrei, non è poi da buttare. Di Scozza non ho notizie, dell’ordine d’arrivo neanche a parlarne, perciò l’analisi tecnica è conclusa.
Ho scritto APPARENTEMENTE perchè pur ricevendo, all’arrivo, il biglietto di primo di categoria, andando a ritirare il premio trovo un simpatico ragazzo che si porta dietro una stampella con appeso abito da cerimonia, camicia e cravatta. Si appropria del primo premio dopo vari ed indistinti grugniti, tra i quali capisco che deve andare ad un matrimonio a Rivodutri e che dev’essere un collezionista di bomboniere perchè afferma disperato che la cena è finita ma lui deve prendere la bomboniera… e io che pensavo che ai matrimoni, tranne che al proprio, si va solo per mangiare… Effettivamente mi è arrivato davanti, quindi, per non essere da meno al “Capitano Che Rinunciò Al Prosciutto Di Vitigna”, rinculo e me ne vado. Vengo però raggiunto dal sor Aldo, l’organizzatore che, incurante del fatto che sto trasportando sulle spalle 20 chili di figlio, mi fa fare diverse volte avanti e indrè tra striscione d’arrivo, segreteria e postazione giudici. Alla fine mi consegna il premio per il secondo di categoria ricevendo i miei ringraziamenti, anche e soprattutto per la seduta di potenziamento aggiuntiva. La resistenza alla forza non è mai abbastanza.
Detto ciò non ci sarebbe molto altro da aggiungere se non per la presenza del Minchio.
Il Minchio è un incredibile amico di Scozza che ci accompagnò a Madrid per fare una mezza che fu antesignana delle trasferte alcoliche dei nostri giorni. Memorabile la sua faccia fuori da un baretto più o meno a metà gara, quando, vedendolo seduto ad un tavolino l’ho apostrofato con un “CIAO MINCHIO!!!” che ha fatto ridere mezza Madrid. Con cornetto e cappuccino aspettava il passaggio dei rifondaroli, ma dall’esito della sera precedente non credeva di veder passare qualcuno prima dell’ora di pranzo…
E’ una delle persone più simpatiche e spontaneamente divertenti che io abbia mai conosciuto (a parte il Capizi), una specie di Pippo con la parlata reatina, e dopo più di 8 anni, nei quali ci siamo rivisti forse un paio di volte, abbiamo ripreso a dire fregnacce come nei vicoli del quartiere gay di Madrid, dove il Capizi (sempre lui) rimediò l’hostal che ci ospitò in quella bella trasferta.
Come si vede, la gara è solo una zeta rosa nella parola CAZZEGGIO…
Alla prossima!!
Storie di donne e di uomini
Mattina di domenica. Chi si alza per andare ad arrampicare e smanetta su corde e imbraghi, chi per andare a correre. Nostra figlia minaccia di chiamare il telefono azzurro e rimane a letto.
Ieri è stata una giornata campale, splendida ma impegnativa. La gara di Orienteering finale a Villa Ada, a conclusione di un anno di atletica leggera con bambini, ragazzi e genitori di rp ha avuto la sua degna apoteosi nella meravigliosa cornice di quella Villa di Roma a noi tanto cara, tra boschi di lecci e allori, pinete Genius Locii e colline di tufo, dove le praterie degradano dolcemente lasciando il campo a forre e canyon (ma siamo a Roma?). Il tutto alle pendici del mitico Monte Antenne, dove visse il popolo degli Antemnati, a cui, non so esattamente perché, mi sento in qualche modo legata ancestralmente.
La mattina presto di sabato do una mano a Gabriele a sistemare le lanterne. Il nostro Presidente conosce Villa Ada come le sue tasche e con la mountain bike in breve allestiamo un lungo percorso di gara.
Al laghetto Eleonora, Chiara, Donato, Alessandro, Enzo (il maestro), Marco e Peppe accolgono i Rifondaroli, fanno le squadre e presto le gare hanno inizio. I bambini sono scatenati, ragazzi e genitori non ne parliamo. Tutti si immergono nel verde e nei sentieri della Villa, mentre i più piccoli si cimentano nel mini orienteering intorno al laghetto. Poi corse e staffette finali, che non possono mai mancare. Alla fine di queste attività vissute con partecipazione ed entusiasmo da parte di tutti, anche condite da un pizzico di avventura, ci sono le medaglie e la preziosa striscia di Andy War, un famosissimo e affermatissimo fumettista romano, (raccomando a tutti di farla autografare al più presto, io lo farò di certo). Infine brindiamo tutti insieme e ci salutiamo per ritrovarci con molti a luglio al campo estivo di Villetta Barrea.
Dopo che tutti se ne sono andati, mi rilasso ripercorrendo in mbt la Villa per rimuovere le lanterne e poi mi faccio una bella corsa in solitaria con qualche goccia di pioggia. La giornata è andata bene ma domani… che fare? Andare a caccia di salamelle e caciotte sui saliscendi di Rignano flaminio al seguito del dott. Lord Nulli o cimentarsi nella vicina gara semipianeggiante di Fontenuova, detta Maratonina delle Rose con uguale mc (mazzo così), minor chances di vittoria e rischio di prendere sonore bastonate?
Ma torniamo a domenica mattina. Al risveglio gli occhi non si scollano. Dopo una serie di rapide riflessioni anche avvalorate dalla partenza anticipata di Lord Nulli, decido di andare a Fontenuova dove, in un contesto semi urbano rurale dell’interland romano, le rose abbelliscono i giardinetti delle casette costruite disordinatamente attorno alla via Palombarese. C’è un ulteriore abbellimento. Il Sindaco di Fontenuova è un bel ragazzo ed è il veterinario del posto, due qualità rare negli amministratori della nostra regione.
Prima della partenza ho diversi colloqui con varie atlete con le quali condivido una certa età… loro mi raccontano le loro storie in mezzo alla confusione della partenza.
La prima si lamenta perché ieri ha lavorato un sacco ed è cotta (la conosco bene, lo dice sempre), la seconda perché ha avuto una giornata pesantissima e non ha dormito la notte, la terza invece è contenta perché ha ottenuto lo scivolo pensionistico… io, che a momenti non mi ricordo neanche come mi chiamo per quanto sono cotta, dico che ieri ho fatto la gara di orienteering, ma non frega niente a nessuno.
Partenza. Da rapida calcolatrice mi metto a una risparmiosa velocità di crociera, quanto basta per fare il vuoto delle mie coetanee tardone e vincere la categoria. Vipera berus… quale nomignolo più azzeccato?
Purtroppo non vengo premiata dal Sindaco che nel frattempo se ne è andato ma dal tizio che vedete in foto e incasso pure la salamella.
Ora sono proprio svuotata… provo a tornare alla macchina ma devo pagare il pegno di ascoltare la storia di un tizio corridore che non so perché ma mi blocca e mi racconta la storia di tutta la su vida. Questo è peggio di me, sono allibita, non riesco a sganciarmi, ho paura che mi segua anche in macchina… ma che popolo assurdo ‘sti corridori! Alla fine taglio corto, risalgo in macchina e mi avvio verso Palombaretta tonna tonna che chi se ne va’ prima o poi ritorna!
Il Trofeo Multiuso
La Vipera berus legnata in casa propria. La Scarpettata (giunta alla 34° edizione, N.d.R.) è una manifestazione organizzata a Marcellina, una corsa podistica amatoriale ma più che altro una giornata dedicata alla famiglia, alla natura e alla salute. Il tutto nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili con il suo incanto paesaggistico e i suoi ottimi prodotti genuini. Vi sono due percorsi: il percorso storico, di circa 7 km, che è quello che parte da Marcellina (sede della Protezione Civile in via San Polo dei Cavalieri) ed arriva a Prato Favale e quello più lungo, di circa 10 km, amato dai più “tosti” che, partendo sempre dallo stesso punto, passa per il comune medievale di San Polo dei Cavalieri e termina a Prato Favale. Io ovviamente li faccio entrambi… il secondo in salita e il primo in discesa.
Per farla breve, si parte alla spicciolata, ognuno con il proprio cronometro e all’arrivo di una decina di km di mulattiere e strade di montagna c’è Prato Favale, dove sono posizionale le bancarelle che offrono cibarie e bevande.
Come potete immaginare non c’è un vero e proprio arrivo e gli atleti o quello che ne resta arrivano in maniera anonima. Non abbiamo il pettorale ma una sorta di cartellino. Vado da una tipa che mi sembra dell’organizzazione per dichiarare il tempo impiegato ma a lei non può fregare di meno. Mi dice che la manifestazione è non competitiva e che verranno premiati solo i gruppi giunti all’arrivo più numerosi. Io ovviamente comincio a infastidire gli organizzatori con inutili e oziose polemiche. Penso di avere l’aterosclerosi, ormai. Decido di tornarmene alla macchina di corsa, facendo il percorso storico in discesa. Mi porto dietro, sotto l’ascella un prezioso cimelio che mi viene dato a ricordo della manifestazione, un pregevole oggetto frutto dell’artigianato locale. E’ un oggetto misterioso. Posso dirvi che non si tratta di una slitta in quanto in discesa già l’ho provato mettendomelo sotto al sedere nei tratti più ripidi ma non va…. Provate ora voi a indovinare di che cosa si tratta???
Notturna di Todi
Venerdì sera appuntamento al buio per un nutrito manipolo di rifondaroli. Jacopone da Todi ci aspetta per una gara che ci vede alla seconda partecipazione, ed ormai fedelissimi. 3 giri di un circuito molto tecnico ed impegnativo ricavato interamente nel centro storico di Todi. Solo 6,6 km ma di indubbia difficoltà, come potranno testimoniare il Novaro provato dopo la corsa e la caviglia del prof. Lucidi. Si parte alla spicciolata da Roma, vari gruppi e vari orari, il ritrovo per tutti è alla base della funicolare che ci porterà in centro… Novaro sta ancora cercando di capire come funziona… Prima delle 19.30 abbiamo già il pettorale, la partenza è alle 21, perciò svacco libero per tutti, c’è tempo per scaldarsi. Serata calda e luminosa, purtroppo la partenza viene data con mezz’ora di ritardo, per evitare la sovrapposizione con l’inizio di uno spettacolo nel teatro comunale, che è proprio sul percorso. Questo farà sì che la gara si corra interamente al buio. Infatti il percorso è poco o niente illuminato, solo qui e lì ci sono dei lumini a terra, probabilmente in memoria dei caduti delle scorse edizioni. L’anno scorso, partendo alle 21, potemmo beneficiare della luce naturale almeno per i primi 20 minuti, cioè quasi tutta la gara per tutti tranne il Capizi. Sebbene orfani del Capitano, facciamo tutti la nostra porca figura, sempre tranne il Capizi. Purtroppo il prof. Lucidi è costretto al ritiro da una storta presa al primo giro, ovviamente nell’unico punto liscio ed illuminato di tutto il percorso. Un buon Scozzarella (20°) forte del suo periodo di scarico con 6 allenamenti in tutto Maggio tiene testa ad un ottimo Maestro (22°) che sebbene viva ormai con il fuso orario di Chicago, evidentemente supplisce con la classe alla stanchezza e agli acciacchi. Subito dietro, purtroppo fuori dai premi di categoria, l’inossidabile Nulli (36°), ben davanti (e ci mancherebbe!) ad uno spento Novaro (44°), che ormai è più concentrato sull’abbigliamento intimo che sull’agonismo. E’ chiaro a tutti che è venuto solo per bere e mangiare, ma diamo almeno una salvata alle apparenze… Stupisce alquanto il 94° posto del Capizi, dice di essersi perso nei vicoli, sebbene il percorso fosse identico all’anno scorso. Chiudono Mauro (132°) e Giovanni (134°), credo la corsa gli sia piaciuta, anche se i commenti post-gara sono stati tutti rivolti al magnà&beve. A scusante di Giovanni si dice che al primo giro si sia fermato pensando che la gara fosse finita (!). Per quanto mi riguarda, degno di nota il primo 1000 in testa davanti a tutti, giusto per far vedere il simbolo di RP sulle spalle, e una discreta volata ai 300 finali per mettere in cassaforte il 4° posto. La classifica completa qui .
Una splendida serata di sano, scintillante spirito rifondarolo, chiusa nello stesso ristorante dell’anno scorso, dove addirittura la cameriera ha riconosciuto l’impavido Scozza: non per via del suo fascino, bensì per il fatto che l’anno scorso chiese di poter pasteggiare col vino dei pacchi gara… anche quest’anno ovviamente.
Il tasso alcolico della serata ha stimolato la stesura di una mozione riguardante il Criterium che sarà presentata al direttivo per la stagione 2015-2016: Todi sarà gara di Criterium, con punti doppi, rimanendo riservata ai soli maschi. Paolessi……..PRRRRRR!!!
Albarace 03.06.2015
Ciao, condividiamo un po’ dell’impresa Albarace di ieri cui hanno partecipato, oltre ai “soggetti” delle foto, anche Riccardo, Betta, Rita e Vera.
Foto alla partenza, all’arrivo e foto (un po’ mossa, in verità) del serpentone di podisti nello Stadio dei Marmi.
Ci siamo proprio divertiti, bella atmosfera, tutti rilassati e felici di correre, anche alle 5.30.
Ciao ciao!
Alessandra
Anche noi Albarace 2015 !!!
C’eravamo anche noi all’Albarace: io, la mia bimba, anch’essa rifondarola, e la mia amica Marina.
Avevo già corso l’Albarace un paio di volte, ma il percorso quest’anno è stato strepitoso: nonostante la familiarità della location (abito a 10 min. a piedi dalla partenza), la follia dei 1700 runners presenti, ha reso il percorso più affascinante che mai.
La prima novità, immediatamente dopo la partenza, è stata l’attraversamento del ponte Duca D’Aosta e subito dopo il passaggio sul ponte della Musica: attraversarlo con la luce dell’alba, ha reso gli alberi del dirimpettaio Monte Mario di un verde smeraldo mai visto prima; altro scenario mozzafiato è stato lo Stadio dei Marmi con il doppio percorso su due livelli : quasi impossibile da raccontare o da immortalare con una fotografia… mi viene in mente un orologio con le lancette colorate che scorrono velocemente ed una ghiera color arcobaleno che gira speditamente in senso opposto !!!! L’arrivo dentro lo Stadio Olimpico è stata la caratteristica dell’Albarace sin dalle prime edizioni, ma percorrere la galleria della curva sud e trovarsi nella pista di atletica del maestoso stadio, ti rende una formica euforica ed onnipotente.
Vivere tutto questo con tua figlia accanto non ha prezzo … corro … con scarsi risultati ma corro … sempre e ovunque !!!
Qualcuno volò sul nido della Secca
La nostra Paoletta, altrove chiamata La Secca, o Vipera Berus, dovrebbe fregiarsi anche del nomignolo di Wonder Woman (leggete il suo articolo e capirete perché). E’ inoltre la prima ad utilizzare il nuovo sistema di collaborazione, complimenti!
Non è un Paese per Vecchi
Brillano i rifondaroli in quel di Vitinia (classifica dal sito di M. Moretti), con Ugo terzo che beffa Boris sul filo di lana. A seguire Roberto ‘Zed’ Tufani, Capizzi e Salvatori ‘Gufo’ Giovanni, più in fondo la coppia di fatto Lucidi-Guerra Minor. Ma non la pensano così gli organizzatori, che tramite arcani meccanismi e procedure improsciuttano mezzo mondo tra cui il Boris… e consegnano al ‘vecchio’ Ugo una striminzita salamella. Sarà per riguardo alle sue arterie, ormai minacciate dalla marea montante dal colesterolo?
Bello il percorso, una serie di salite e discese anche ripide sulle strade asfaltate del borgo di Vitinia. Ottima l’organizzazione (a parte l’ecatombe suina, che forse si poteva evitare): messi a disposizione dei sudati partecipanti docce e bagni di un istituto locale.
In contemporanea, ma come fosse su un altro pianeta, Fegatelli e Novaro si esibivano in una non meglio precisata competizione a base di nastro adesivo, camicie sbottonate e jeans.
Ninfa 2015
Bellissima la trasferta sociale a Ninfa/Norma/Sermoneta, qui la classifica (da M. Moretti), una intensa, tassonomica cronaca di Paola, le sue foto e quelle che ci hanno inviato Marco e Boris.