Dopo un fermo biologico di circa un mese e mezzo, ho finalmente ripreso a correre. Per ora ho solo scaldato i motori, quattro allenamenti per raggiungere la soglia fatidica dei 40′, cioé quando l’allenamento diventa veramente allenante. Quattro allenamenti solo per questo? Già, e vi assicuro che nonostante la gradualità, ho sofferto!
L’ultimo allenamento l’ho svolto in pista alla Farnesina, sotto un sole cocente, parzialmente con Eleonora e Paola, con le quali ho avuto occasione di parlare di cose serie e facete.
Perché mi sono fermato?
Tutti i fenomeni hanno un andamento oscillatorio, ci sono fasi lunghe e brevi. L’estate scorsa mi sono allenato parecchio, ho cercato di fare una maratona, ho fallito per motivi che forse approfondirò in un altro articolo. Questa alternanza di esaltazione e delusione mi ha un po’ svuotato, ho corso pochissimo durante le vacanze di natale, ho smesso a marzo. Ogni occasione era buona per non correre, una goccia di pioggia, il desiderio di stare al calduccio nel letto con mia moglie.
A marzo mi sentivo in ripresa, pur non avendo fatto lunghi avevo preso a fare qualche allenamento più serio in pista, e stavo accarezzando l’idea di partecipare alle staffette con il resto della squadra. Ma si vede che questa ripresa era effimera: è bastata qualche nottata al computer a programmare per togliermi del tutto la voglia di andare a correre la mattina.
Dato che la corsa è come una droga, dopo un po’ si supera la crisi di astinenza, ed uno si ritrova ‘fuori pericolo’, libero dalla pulsione compulsiva di infilarsi un ridicolo pantaloncino in lycra con maglietta coordinata e delle scarpe da pagliaccio.
Cosa succede quando uno si ferma?
A parte l’aumento di peso (un paio di kg, anche se su questo non posso essere accurato, dato che per un po’ la bilancia ha avuto le pile scariche), ho cominciato ad accusare dolori! Ogni mattina mi svegliavo con un dolore muscolare in più, un po’ come se i muscoli si ritirassero, e nell’assestamento lanciassero segnali di aiuto.
Intendetemi, non ho nessuna pretesa di scientificità, le mie sono sensazioni, vissuto personale. Io me lo spiego così: la corsa ti rafforza tutto l’apparato muscolo scheletrico della metà inferiore del corpo, ivi compresa quella zona particolarmente delicata che è l’innesto della colonna vertebrale nel bacino. La colonna viene aiutata a riprendere le sue curve naturali, riducendo la possibilità di pizzicare tutti quei nervi che dalla colonna si irradiano verso gli arti inferiori. Il motivo principale per cui ho ripreso a correre nel 2009, è che mi capitava di sentire come una corrente vagante, che dai reni si spostava lentamente verso le palle (fico, no?).
Muscoli meno tonici equivale ad una colonna non sostenuta, il che si fa sentire al risveglio oppure se si rimane fermi in piedi per molto tempo.
Perché ho ripreso?
Il drogato è felice per essersi liberato dalla dipendenza, ma sempre rimane in lui, latente, un ricordo idilliaco dei bei giorni della scimmia. Queste due pulsioni dentro di lui sono come titani che si fronteggiano, in equilibrio perennemente instabile. Ma basta che ti regalino un paio di scarpe nuove per il compleanno, basta che vedi il tuo nome scendere, scendere nella classifica del Criterium, basta che un pomeriggio di festa uno non sappia proprio cosa fare e ci ricasca. Basta una volta sola.