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Cross degli acquedotti / Aqueduct cross

Prima prova del campionato di cross a squadre settore Master, svoltasi domenica al Parco degli Acquedotti. Qui sotto un resoconto a fumetti che scomoda anche la mitologia… – First test for italian master team championship at the Aqueduct Park. This time I disturb also mythology…

Per la cronaca il mio tempo è stato di 27’40, ad una media di 4’36. L’orologio magico di Pinelli non concorda, sostiene ci muovessimo molto più rapidamente… Qui sotto uno streetview del Parco. Il percorso era subito dietro l’acquedotto.

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Corsa di Miguel / ‘s race 2012

Resoconto a fumetti della Corsa di Miguel, classica 10k. – Graphic report of Miguel’s Race, a classic 10k…

 

Tredicesima edizione per quella che si avvia ad essere la 10k più partecipata d’Italia, probabilmente anche per la piacevolezza del percorso. Moltissimi partecipanti anche per Rifondazione Podistica, tra cui tantissime ragazze: pare una scampagnata, una riunione di famiglia. Io non sono al massimo della forma, gli allenamenti antelucani sono costanti, ma poco qualitativi, per cui mi pongo l’obbiettivo dei 4’30. A casa preparazione meticolosa, pettorale addirittura spillato la sera prima, arrivo in perfetto orario, pisciatina e riscaldamento (alquanto ridotto, c’è un sacco di gente in pista). A causa di una non brillante prestazione l’anno scorso, mi infilo nel terzo e ultimo scaglione e raggiungo il Presidente, protetto dalle aquilifere Rita e Vera. La partenza è al rallentatore, una folla compatta impedisce di impostare un ritmo decente, e sarà così fino al terzo km, tra gente che ti taglia la strada e i mortacci alle spalle quando a tagliarla sei tu. Verso il secondo km sento un dolore davanti la tibia destra, rimpiango di non aver rinfrescato un po’ le gambe il giorno prima. Supero e saluto Paola, poi Corrado che correrà tutti e dieci km a piedi nudi. Verso metà gara, al ponte Mazzini, il dolore si scioglie, il ritmo si imposta, ma in alcune strettoie è ancora uno scartare e cambiare passo. Incontro l’omonimo Pompili, si fa un po’ di ragionamenti sui tempi, poi lo lascio. Sempre emozionante il passaggio di ponte Milvio, mancano due km ma ancora mi trovo davanti gruppetti lenti. Finalmente tutti accelerano, sentono la fine della gara, forse potrei dare di più ma mi sembra sciocco strafare. Arrivo in 45’35”, 1434° in classifica assoluta, l’anno prossimo dovrei meritarmi il secondo scaglione. 40 secondi prima di me Pinelli che, guidato da una scafatissima Eleonora, si è andato a piazzare sul cordone di partenza, evitandosi un sacco di intoppi. Esperienza, ragazzi!

Sotto un cielo plumbeo / Under a leaden sky

Terza tappa della Corri per il Verde in una terra di nessuno chiamata Parco delle Sabine. Una giornata fredda e grigia, ma ci risparmiano la pioggia. Avrei potuto fare di meglio, ma il freddo ti fa tirare automaticamente i remi in barca… – Another “Run for green” race in tne outskirts of northern Rome. Gray and cold weather, fortunately no rain…

Corri per il verde / Run for Green

Domenica prima tappa della Corri per il Verde, manifestazione alla 40ma edizione organizzata dalla UISP. Si corre a Colli Aniene, in un parco coraggiosamente strappato alla speculazione edilizia. Immaginate cosa dovevano essere queste gare negli anni settanta, quando il loro scopo ultimo era veramente quello di riqualificare aree abbandonate della metropoli. Sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione, circa 6km alla media di 4’20, nonostante un increscioso incidente iniziale che vi descrivo nelle vignette… – The Corri per il Verde (Run for Green) scores this year it’s 40th edition. It was created in the seventies, with the aim to preserve residual areas that where abandoned by farmers and devoured by real estate speculation. I’m satisfied with this race, except for a small accident that I recall in the sketches…

Trofeo ATAC / Relay Marathon

La maratona a staffetta non è andata benissimo, la prima squadra è arrivata quarta, le altre due non erano all’altezza. Ho fatto un po’ di errori nella preparazione che mi hanno portato ad un risultato personale deludente, le vignette raccontano tutto. Sull’altro piatto della bilancia abbiamo una villa Borghese splendida ed una manifestazione molto piacevole. – I didn’t run very well in the relay marathon, due to some errors in the preparation. On the other hand villa Borghese was wonderful, and the race in itself is enjoyable.

Dentro il vulcano / Inside the volcano

Quello di Vico è uno dei laghi vulcanici laziali. L’anello stradale attorno al lago misura quasi 21km, ed ospita una mezza maratona tradizionalmente considerata difficile… – Vico is one of the volcanic lakes around Rome. Roads around the lake are best suited for a “hard” half marathon…

 

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Non so esattamente perché ho scelto di correre questa gara, pur avendo fatto un paio di fondi da 20km a luglio non arrivavo particolarmente preparato all’appuntamento. Un po’ mi attirava l’ambientazione (bellissima), un po’ volevo battere il mio record sulla distanza (1h50′) conseguito in un momento di non particolare forma fisica. Al mattino prendo il pettorale e incontro un po’ di compagni di squadra, Fabio e Quirino che preparano la Maratona di Venezia, Stefano, con cui ho raffazzonato la preparazione. Alla partenza me li lascio alle spalle e sgomito per risalire di posizioni. Dal terzo km setto la velocità a 4’50, bisogna risparmiarsi, data la calura. Un po’ più avanti incrocio un altro compagno di squadra in evidente difficoltà, Stefano Conti, che ha affrontato la competizione con spirito garibaldino (complice il berretto rosso). Ci salutiamo, io mi sento ancora in forze. Verso metà gara sono costretto a rallentare, affrontiamo delle salite lunghe e costanti, battute da un sole feroce. Al 15°km comincio ad essere in seria difficoltà, un tratto di sterrato mi ha riportato alla mente le fatiche del trail. Fortunatamente riesco a sfruttare al meglio il ristoro, raffreddandomi e bevendo sali minerali: mi sento miracolato! Un po’ più avanti mi raggiunge Giovanni Salvatori, un amico triatleta di Fabio e Quirino, ci tiriamo un po’ su e cominciamo a fare staffetta. Il percorso si fa strepitoso, forti saliscendi all’ombra di alberi secolari! Sento le gambe a pezzi, ma resisto grazie alla compagnia e con il pensiero di essere il primo della squadra. All’arrivo sono distrutto, mi metto culo a terra e mi levo le scarpe.

All’indomani sorpresone: c’era un altro rifondarolo, Marcello, che mi ha preceduto di due minuti, anzi, può avermi superato di slancio in qualche punto del percorso, visto gli intertempi! La delusione è mitigata da un altro dato: rispetto ad Ostia lui ha perso nove minuti, io ne ho guadagnati quattro!

Sposa di / Bagnoregio bride

Bride in Bagnoregio.

Mentre mi riscaldavo per la gara di Bagnoregio ho incrociato degli sposi che si allontanavano sul cassone di una limousine da tempo di crisi. Applausi! – While I was warming up I stumbled on these three wheeled newlyweds. It was the highlight of the day, the race went bad.

Teoricamente questa doveva essere la gara clou all’apice del mio programma di allenamento. L’avevo scelta esclusivamente in base a parametri spazio temporali (Bagnoregio è relativamente vicina a Tarquinia, dove mi trovavo in villeggiatura), senza curarmi del tipo di percorso (9km). O meglio: sapevo benissimo che ci sarebbero stati i soliti saliscendi (nell’alto Lazio è sempre così), e che sarebbe stato difficile impostare il ritmo gara. Dopo una breve visita collettiva a Civita, si parte dalla base del ponte, affrontando un mezzo km di salita impegnativa. Io vado su tranquillo, alcuni sono già spompati. In cima si apre un bel falso piano su cui si comincia finalmente a correre, attraversando per lungo il centro abitato di Bagnoregio. Le sensazioni sono buone, comincio a pennellare l’asfalto alla ricerca del giusto ritmo. Dopo poco, purtroppo, si devia in una zona periferica del paese, brutta e costellata di saliscendi. Come al solito sulle salite stacco gli avversari, sulle discese mi faccio riprendere. Ritmo gara addio. Si ritorna al falso piano, manca un secondo giro. Al ristoro (fa un caldo allucinante nonostante siano le nove di sera) afferro un bicchiere vuoto.

Dad? Are you inside?

Mi sento un po’ stanco e demotivato, perdo concentrazione e su alcune salite mi limito a passeggiare. Le automobili sfrecciano incuranti sul percorso, qualche concorrente ha ancora il fiato per mandarle affanculo. Chiudo con un tempo orrendo, 4’46/km, durante il secondo giro sono crollato dal 44° al 76° posto (a detta dei miei figli). Sono abbastanza incazzato con me stesso, non ha senso affrontare una trasferta di 120km per poi ritirarsi con la scusa della demotivazione.

Gara del solstizio / Solstice race

L’Atletica Collatina ha organizzato la sesta edizione della gara del Solstizio (4° Memorial Alfonso Tordi), 5km nel parco di Villa Gordiani al Prenestino. Nella vignetta il post gara, con il sole che tramonta dietro le rovine. – “Solstice race”, 5km in the Villa Gordiani park, Rome. In the sketch you can see the ruins of a roman building.

Solstice race in villa Gordiani.

Una gara pomeridiana cui ho aderito per verificare il discorso del ritmo gara. Arrivo con ampio anticipo e prendo il pettorale, mi faccio un giro del parco (ci sono venuto solo di sera a vedere qualche concerto) che è molto bello e frequentatissimo. Mi rifornisco d’acqua e incontro mio fratello e il coach di Rifondazione Podistica, un po’ di riscaldamento e pisciatina nelle frasche. Non mi sento al 100%, durante la giornata ho avuto un leggero mal di testa. Partiamo, sono tre giri facili di polvere, brecciolino e saliscendi nell’erba. Nel primo giro stabilisco il ritmo senza curarmi troppo degli avversari, lo compio in 7’00, esattamente quello che mi ero preposto. Al secondo aumento un po’ l’andatura, comincio a scavalcare chi è partito con troppa foga e chiudo con 10″ di anticipo rispetto al giro precedente. Comincio a sentire un po’ la stanchezza, e non mi so decidere a lanciare un attacco. Verso la fine sento Ugo che mi sprona (figurati, lui è già arrivato da cinque minuti) e finalmente faccio una volata bruciando una manciata di avversari (vedi foto in basso). Tempo: 21’27, se la distanza è corretta la media è di 4’17 al km. Potevo fare qualcosa di più, ma va bene così.

What a sprinter!

Vallinfreda Trail 2011

Il mio primo trail ed ultima gara del “Criterium“, una specie di competizione interna alla mia squadra. La vignetta descrive il mio angolo visuale per la maggior parte della gara. – My first trail. 13.5km up and down hill on fairly rough roads. Despite the beautiful landscape, the sketch shows my point of view during most of the race.

Vallinfreda trail, my point of view…

Le foto sono di Corrado De Sanctis, ASD Atletica Carsoli.

Vallinfreda Trail, courtesy of C. De Sanctis.

 

Vallinfreda, courtesy of C. De Sanctis.

Sveglia alle sei, dopo un’ora inforco il motorino e raggiungo mio fratello a Frascati (34km), di lì in macchina siamo a Vallinfreda (RM) verso le nove. La giornata è splendida, prendiamo i pettorali per sette (!) partecipanti di Rifondazione Podistica, quasi tutti neofiti della specialità. Breve riscaldamento e partenza imbottigliato, come al solito. Il primo km è su asfalto, raggiungo e supero Conti che arriverà un minuto dopo di me. Cominciano le sterrate, affronto le salite con caparbietà (fa parte del mio allenamento) e risalgo il fiume di concorrenti. Salto il primo rifornimento, subito dopo una salita impegnativa. Mi stabilizzo in un gruppetto, molti camminano in salita, io li supero ma loro mi riacchiappano in discesa, dove vado molto cauto per paura di farmi male. A metà gara si vola, una lunga discesa poco ripida, finalmente si può gustare il panorama. Arrivo al nono km senza mai camminare, al secondo rifornimento prendo un po’ d’acqua (rifornimento = salita) avendo l’accortezza di rimettere il bicchiere sul tavolo. Al decimo km prendo a camminare su una salita lunga e impegnativa, cerco di risparmiare le forze per la salita finale che ci è stata segnalata dai soliti ben informati. All’undicesimo km si vola ancora, ma sono stanco, camminerò ancora sulle salite successive. All’ultimo rifornimento ci sono pochi bicchieri, bevo e poi lo passo a chi mi segue. Sono un po’ cotto e perdo qualche posizione, incito una ragazza che mi sorpassa. Ad un certo punto mi accorgo che l’arrivo è vicino, faccio l’ultima volata su una pista in calcestruzzo e chiudo in 1h13’54, cento ottesimo con il pettorale 108! Temo di stramazzare dopo il traguardo, e invece sorprendentemente non mi sento stanco, ho conservato troppe energie: la prossima volta cercherò di spremermi un po’ di più. Ritorno a Frascati e poi di nuovo in motorino ad una festa di amici (altri 35km).

Una bella esperienza. Il trail ovviamente non è apprezzato da chi va veloce in pista o su asfalto tipo mio fratello (per la cronaca, è arrivato 7°), per me che non vado veloce da nessuna parte la cosa più penalizzante è stata la paura di farsi male in discesa (devo dire che ho molleggiato bene, nessun dolore all’anca). Ciò mi costringe a correre sempre in salita, mai tirare i remi in barca e camminare.

 

Olevano Romano

Trasferta sociale con gara paesana ad Olevano Romano. – A very relaxed race in Olevano Romano, peppered by a defiance from a team mate. Mixed track with lots of climbing.

Looking over the shoulder…

Aldilà della sfida lanciatami da un compagno di squadra (Dago), devo dire che mi ero ben preparato, presentandomi in ottima forma (a parte una mezza ciucca la sera prima con conseguente sveglia alle tre di notte). Arrivo in ritardo, non c’è tempo per riscaldarsi, ma il clima generale è molto rilassato. Dago arriva quando siamo già sulla linea di partenza, la parte peggiore di me gongola. Partenza, ci tira uno dei padroni di casa (almeno fino al cimitero) e subito si presenta la prima salitona a fare selezione. Stringo i denti e per un po’ riesco a rimanere agganciato ai primi, giù per una pietraia. Capizzi e il Presidente mi staccano a tre quarti del primo giro. Da quel momento corro praticamente da solo, perso in una podistica terra di nessuno. Al secondo giro intravedo una concorrente che prende la scorciatoia (non sapevo che era Vera, nuova compagna di squadra, l’avrei avvertita)! Al terzo riacciuffo un giovane concorrente autoctono (camminava in salita!), speranzoso gli chiedo quanti sono i giri in totale, non sia mai che abbia capito male. Ho capito bene, i giri sono quattro. L’ultima salita la affronto con stoicismo e una lingua secca come la suola delle scarpe, sobbalzo ad ogni rumore proveniente da dietro le spalle, ma, giuro, controllo una volta sola (vedi vignetta, ho ricostruito il punto in cui si lasciava la strada prima della pietraia, il percorso faceva un gomito e si potevano vedere eventuali inseguitori, così mi avrebbe colto un Dago in caparbia rimonta). Arrivo e sono distrutto, mi devo sedere su un gradino all’ombra. Durante tutto il pranzo dei De Persio (padroni di casa) ciondolo con la testa vuota. I giorni successivi ho crampi ovunque a partire dai glutei. Ed era solo una trasferta paesana.