Settimana in cui ho corso poco ma ho disegnato parecchio: ho fatto una serie di vignette commemorative per l’evento clou, ovvero la finale nazionale di Cross a squadre in cui Rifondazione Podistica schierava sia maschi che femmine!
A week weak in training but rich in drawing: I did a series of sketches to commemorate the Italian Cross Final that took place in Rocca Priora, near Rome, in wich Rifondazione Podistica (my team) deployed both boys and girls!
L’aratro / The plow
-“Come on boys, it’s only three laps!”-“Horray for the captain!”
“Hey, sweetheart, need a ride?”
-“How am I goin’, Maestro?”-“Up with those knees, is that a lope?”-“OMG, Maestro, my bra’s undone again!”-“He never whips me like that…”
Allenamenti: martedì 4 e giovedì 7 (o venerdì 8?), 8km, stretching e recupero.
La mia prima gara in pista, se si esclude una partecipazione patetica ai Giochi della Gioventù. Si corre sul tardi allo stadio di Frascati, festival del mezzo fondo. Per la 5000 ci sono anche mio fratello e Roberto “Zed” Tufani, purtroppo in diversa batteria. – My first race on track! Here you can see me passing a fellow that could be my father!
Ugo cade in una specie di trappola: si accoda ad un gruppetto che va fortissimo, poco sopra la sua media, ma lui stringe i denti e resiste. Al terzo km il gruppetto… si ferma (si stavano allenando per la 3000?), e mio fratello si ritrova solo, stanco e senza punti di riferimento. Rinuncia. Zed è partito troppo forte, si ferma anche lui. L’onore della squadra risiede sulle mie spalle, nella batteria dei pipponi. Il mio obbiettivo è di andare sotto i 21 minuti, riuscire a correre quattro km a ritmo gara e fare l’ultimo km ai 4’00. Si parte. Il primo km è perfetto, intanto il gruppo si sgrana, mi ritrovo appaiato con Fioroni, un veterano che quando mio fratello ha ripreso a correre quindici anni fa, aveva già cinquant’anni e andava fortissimo. Un po’ mi stacca, poi lo riprendo, per ben due giri provo e rinuncio a sorpassarlo, poi è lui stesso a cedere, mentre altri atleti ci doppiano allegramente. In tutto questo ho perso un po’ di vista la mia condotta di gara, non ricordo nemmeno più quanti giri mancano alla fine. “Due giri…” mi ricordano i giudici. Vado in progressione, francamente ce la metto tutta correndo al massimo negli ultimi metri. Chiudo a 21’15, come se avessi tenuto un ritmo gara perfetto ai 4’15. Obbiettivo mancato, ho avuto qualche flessione a metà gara in tutto quell’andirivieni col Fioroni, ma è stato molto divertente lo stesso. L’anno prossimo ci riprovo!
Per il resto della serata mi tocca sorbire le recriminazioni di mio fratello…
L’ultima volta che avevo visto mio fratello correre in uno stadio era stato al san Paolo di Napoli, finale provinciale dei 1500 ai Giochi della gioventù. Circa trent’anni dopo, stessa distanza, questa volta allo stadio della Farnesina di Roma in occasione dei campionati assoluti regionali. Ugo chiude in 4’26, Boris a 4’22 in un’altra batteria. “Non è cambiato nulla da allora…”, dice sconsolato mio fratello (si riferisce al risultato della gara). – It’s been 30 years or so that I havn’t seen my brother running in a stadium. As always, I wasn’t his lucky charm, but at least I look after his bag…
AM, villa Pamphili. Riscaldamento, STR, 3.7km a 4’03, R, 0.53km a 3’40, STR, scarico. Volevo fare 5km a ritmo gara, ma vado troppo veloce e sono costretto a fermarmi.
A questa gara ho partecipato per lo più per superare mio fratello nella classifica interna della squadra, approfittando della sua mancata partecipazione. Per il resto la prova è stata abbastanza opaca, avendola chiusa praticamente con lo stesso identico tempo dell’anno scorso. Ho vinto però una sfida con me stesso, essendomi riproposto di non camminare mai, anche sui tratti più difficili, e così è stato! – Trail in Vallinfreda, 13.5km of gravel tracks up and down the mountains. I drag myself in the same time as last year edition…
Gli aspetti più piacevoli della trasferta sono stati i trasferimenti, in macchina con il presidente, Gaglioppa e nientepopodimeno che LA VALKYRIA! Si è fatto un po’ di gossip, ma sempre nei limiti della decenza, vista la presenza di una Signora! Per me la gara, come dicevo, non è stata esaltante, ho subito rinunciato a tenermi agganciato a Pierluca e Stefano. Mi sono stretto al mio bicchiere di plastica e via, pedalare! Poco più indietro la tragedia: la Secca (in questo caso la Cinghiala Secca), dopo aver inondato la posta elettronica di messaggi bellicosi del tipo “Sono mesi che mi preparo a ‘sta gara, state in campana!”, è stata fragorosamente umiliata dalla Valkyria. Forse ha giocato a suo sfavore una notte insonne (pare abbia atteso l’alba sul campo di gara) ed una scarpa bucata. Dal canto suo la Valkyria era in pessime condizioni, ed ha lamentato un forte mal di testa a metà del percorso. All’arrivo, ignorando i fasci di rose presentati dai molteplici ammiratori, si è infilata dritta dritta nell’ambulanza, uscendone contrariatissima: non erano dotati nemmeno di un’aspirina!
Per la cronaca: a pranzo ho avuto l’onore di essere ospite del Presidente!
Per descrivere questa gara lascio la parola al Presidente: “Domenica 20 maggio 2012, in terra del potente si svolge l’ottava edizione della corri per telethon organizzata dalla locale sezione dell’AVIS. E’ la classica somarata che, solo a nominare il paese che la ospita, Olevano Romano, fa venire i brividi.
Il circuito è un classico oramai, un giro di 1300 metri da ripetere 4 volte. La partenza è sulla piazza della chiesa di San Rocco. 20m in leggera discesa, poi curva a destra e comincia la salita. Qualcuno comincia subito a camminare!!! La parte più dura è breve, 100 metri appena. Poi spiana un pochino per altri 400 metri, sempre in salita comunque. Nel punto più in alto una cortese poliziotta ci attende per consigliarci di tenere la destra ed evitare le poche macchine che potrebbero passare. La discesa è appena cominciata quando sulla destra è possibile individuare il sentiero sterrato che ci aspetta. È sconnesso, ripido, scivoloso, insomma l’ideale per farsi male (guai a fermarsi). Si procede su un piacevole fondo finalmente in piano, sempre sterrato, che riporta in breve all’interno del paese. Con i polmoni belli aperti è possibile apprezzare gli odori che provengono dai vialetti dove corriamo. Su tutti quello di un coniglio alla cacciatora… così è troppo però. Il giro si conclude con una volatina in leggera salita, una curva a gomito, e poi via per un nuovo giro.
Al via un centinaio di atleti, con una nutrita rappresentanza anche di ragazzi che hanno percorso il singolo giro.
E’ la classifica del criterium che anima lo spirito combattivo dei presenti, non meno nel piacere di trascorrere una giornata all’aria aperta, per grandi e piccoli. Veniamo alla cronaca.
Al femminile la Valchiria bizzarra ha poco di che preoccuparsi, vista l’assenza di Paola. Solo al via Eleonora si fa notare , ma per lei c’è solo il posto d’onore, a debita distanza. Terza rifondarola è Marcella, piena di tanti buoni propositi, che ci sta trovando gusto e va tenuta d’occhio. A seguire ritroviamo con tanto piacere, dopo un paio d’anni d’assenza, Cristina. Nonostante lo scarso allenamento, ha tenuto alto l’onore in famiglia (è lecito citare che il suo capizi ha rinunciato a correre per lei. Un vero segno d’amore J)
Anche al maschile non c’è stata gara per quanto riguarda la leadership rifondarola. Boris ha stracciato tutti, primo assoluto, permettendosi il lusso di doppiare la metà dei rifondaroli (ma non il presidente, che lo ha rintuzzato a dovere con una volata ad evitare la vergogna). Alle sue spalle c’è stata battaglia per assicurarsi il secondo posto. E’ stato Pierluca, molto carico fina dalla partenza, a mettere in chiaro come stanno le cose. A farne le spese è stato Andrea Guerra che è riuscito solo a metterlo nel mirino qua e là sul percorso. Tra i due si è inserito Giovanni, alla sua prima “gita rifondarola”.
Poco più dietro il presidente, ancora in convalescenza, chiudeva la sua onesta prestazione insieme a Claudio Fusco, rifondarolo da poco ed all’esordio assoluto. Tocca anche stavolta a Fabio Lucidi chiudere la pattuglia con il sorriso sul volto, che rappresenta l’ennesimo successo. Ritirato ad un giro dalla fine il coach, dolorante per l’ennesimo problema muscolare.
Alle 12.30 eravamo dal potente che ci ha accolto come sempre, nello spirito e nella panza, nel gioco e nella parola. Grazie potente”
Per questa gara organizzata dalla associazione LICE nell’ambito di una giornata dedicata al tema dell’epilessia, vi riporto uno scritto del Professor Lucidi (Shiny Professor), valoroso compagno di squadra:
“Non è che voglio competere con le rapsodie a fumetti di Andrea, vorrei solo che anche lui, che permette a ciascuno di noi di guardarsi dal punto di vista della sua matita, avesse indietro la stessa opportunità.
Io l’ho visto domenica.
Mentre Ugo e Boris maramaldeggiavano a Ostia Antica, lui si confrontava con una 8k ondulata in quel di Villa Pamphili. Partito senza avversari rifondaroli, la responsabilità della maglia e l’assenza di punti di riferimento lo hanno spinto ad una partenza gagliarda stile Gaglioffo. A metà gara, mentre io stoicamente soffrivo lontano dalla gara dovendo gestire la terapia post bronchite (mi è stata prescritta poca corsa e pure lenta, seguita immediatamente da succo di frutta e merendina, comodamente seduto nelle seggioline del bistrot), lui cominciava ad accusare la fatica ma non mollava. L’ho visto arrivare davanti a Totò Antibo (giuro, l’ho visto), che però all’arrivo si è fermato a chiacchierare ai microfoni e sembrava affaticato come uno che ha appena spento la televisione. Invece Andrea diventava tutto rosso, voglio dire non solo il naso da clown, tutto! Il fenomeno sul quale vorrei richiamare la vostra attenzione è la scansione degli eventi. Ultimi 300 metri, i primi che dal mio punto di osservazione riuscivo a vedere: mentre correva era di color Andrea Guerra, e la faccia era rilassata. Ultimi 150: era ancora del medesimo colore, ma la testa era reclinata all’indietro, come se il petto se la stesse trascinando verso l’arrivo. Arrivo: la testa aveva raggiunto il resto del corpo e tutto sembrava normalmente ossigenato. 1’30” dopo l’arrivo, Andrea era del medesimo color corallo riportato tra le proposte primavera/estate del coach Paolucci e sputava come un lama. Quando ha smesso di espettorare e il fenomeno della tachicinesia post corsa è terminato, le sue prime parole sono state. “Sono partito troppo forte”. Le ha ripetute tre volte, prima di riprendere (in realtà, riperdere) colore.
Ma dai Andrea, non è che ci sei partito, è che sei troppo forte!
Trasferta sociale a Spoleto, gara compresa. Manca solo la dimostrazione di pentolame senza obbligo di acquisto. – Running weekend in Spoleto with most of the team.
Every year my team organizes a running weekend…
This year we were in Spoleto.
Some other guests of the hostel were very noisy during the night…
In the morning I left the hostel looking for the race track, but I lost my way!
Fortunately a friend (The rascal) noticed me and picked me up…
We talked about the race, making strategies, secretely hoping to prevail the one on the other…
On the starting line the Valkyrie said we were over dressed…
Off we go! I try to set my pace, leaving incautious away…
Half way I feel like a metronome: exactly the pace I was expecting!
Uphill I notice a pooped team mate: “Finally I caught you, Rascal!”.
But it wasn’t him, it was the president, limping for an accident…
In the end the rascal beats me, and I’m also humiliated by a lap dog…
In the meanwhile the Skinny and the Valkyrie are dueling…
A third runner passes them both, talking to the Valkyrie: “Watch up for cars…” (according to Odin’s daughter).
“Watch behind, someone wants to skin you…” (according to the Skinny).
Truth is that the Skinny literally harpoons her distressed competitor…
What’s in her mind? Cumulonimbus? Thor’s hammer?
In the end Skinny wins, but she still hears those grunts, late at night…
After the race we have lunch at the hostel. I walk from table to table as if it were a wedding…
Daniele is new in the team, but he has a long pedigree…
The Shiny professor recovers from a post-marathon disease writing a book: “In chapter #35 we have…”
Time to go home. Next stop Olevano, in the hands of the Mighty.
Me and the Valkyrie (Alessandra). I’m wearing a snore suppressor.
12km di media difficoltà, clima caldo umido fastidioso (almeno non piove). Ritmo sotto controllo nella prima metà, poi mi perdo su un falsopiano e chiudo ad una media di 4’39, un po’ deludente. Alcuni sostengono che ci fossero 300m in più, il che significherebbe un più lusinghiero 4’32…
Finalmente il mio resoconto annuale sulla mezza maratona più amata ed odiata dagli italiani… – Here’s my annual report on Italy’s beloved (and sometimes hated) half marathon…
“Roma Ostia half marathon is a business without toughness…” Walter speaking: he’s the one who runs on the helideck…
On the other hand it’s my third Roma Ostia, no other race profits of such loyalty from my part…
This year I’m prepared. I stitched my bib the night before…
Dinner with friends: “Won’t sip a drop of wine…” But coke is not an alternative. At two I wake up with a brick on my stomach…
Alarm rings at 6:15, just in time for a standard breakfast…
We reach the start by scooter, Stefano, Gaia and I. Parked as close as possible… “What if you parked in Ostia, instead…”
We change and deliver the bags. I’m not the only hooligan around…
We pack inside the grids (we’re in the fifth). We look like cattle at the slaughterhouse…
Once inside it’s easy to slip ahead. In this picture on the starting line I’m already mixed up with folks from the other echelons…
First five km just warm you up… I don’t like how I stomp the road…
From five to ten I stick to the 4’40/km pacemakers. Pierluca (a teammate) reaches me: “Fool…”
He’s running next to the border, mumbling strange words: “Must try… Profit of the moment…”
It’s like if he were waiting for a signal. I just say: “Shut up and run…” He springs ahead…
The episode awakens me. On a slope I leave the pacemakers behind…
The road is a straight cut that swallows people. I can see my destiny an hour ahead…
Last six km are my fastest. I climb 800 positions. Finally my feet glide on the asphalt…
I end in 1h36’24”. The hardest part is to regain the bag: they’re all the same…
Breve resoconto per una gara non esaltante… – Short report for a less exciting race…
Let’s face it, me and Pierluca we didn’t strive during the Ostia cross: -“Come on, Andy” -“Justamoment, I’m putting the flags on the tower…”
This was the tone of our sprint…
-“We were tired… trained one hour… the barometer… roots…”
“Shame on you… You could have trained after the race… This will cost you some points…” These guys struggled in thousands of times, they want to see the blood shed…
And I have to apologize with Marcella that I called Olive Oil in a former report. You can see her stretching before the race…
Si trattava della gara di recupero per il cross settore master, rimandata per neve. Ci abbiamo piazzato subito prima un allenamento di un’ora nella pineta di Castel Fusano, io e il Gaglioppa. Giornata strana, cielo basso, temperatura in aumento dopo le nevicate. Pierluca lavora nel ramo (!) forestale, due figli piccoli e un ancora recente trasloco a Roma gli rendono complicata la vita da runner. Iscritto da otto nove anni, si è dedicato per lo più a gare lunghe (io lo vedrei bene anche nei trail). Tra una chiacchiera e l’altra l’ora passa, torniamo nel parchetto dove si svolge la gara. Io mi sento a pezzi, capisco subito che non è il mio giorno. Pochi attimi dopo il colpo di pistola sento urlare Capizzi, ormai lontano dalla mia vista (ce l’aveva con il presidente). Sono quattro giri penosi, boccheggio, sguardo fisso a terra, ogni tanto incitato da Pierluca che sembra avere qualche energia residua. Il nostro obbiettivo si riduce al non essere doppiati dal Capizzi! Chiudiamo a 4’50, no comment… Poco dopo la gara degli assoluti, ottima prova di Ugo, Walter, Enzo (il Maestro) e Roberto (Zed), fortunata ammissione alla finale nazionale! In una gara a parte Stefano Conti mi dà circa un minuto, poi corrono anche Marcella e Valeria.