Quello di Vico è uno dei laghi vulcanici laziali. L’anello stradale attorno al lago misura quasi 21km, ed ospita una mezza maratona tradizionalmente considerata difficile… – Vico is one of the volcanic lakes around Rome. Roads around the lake are best suited for a “hard” half marathon…
Crowd in a crater, running in the sun…
It could be Dante speaking, it’s just the description of the Vico Half Marathon…
…a thousand folks running in a hot september sunday…
No gunshot at the start: we don’t even deserve “coup de grace” anymore…
“It’s all downhill to the bottom of the lake…” Why don’t I just shut up?
First refreshment is hell: a small rubber hose and plastic cups…
I try to stand in the shadows… Branches whip my face…
The turning point: I get to snatch an isotonic beverage… I can do it!
There’s also a fake arrival just 200 yards before the real one… “F**k!”
Lake’s water freshens us, but I’m untrusty: “Is it a branch or a turd?”
Visualizzazione ingrandita della mappa / Click to enlarge
Non so esattamente perché ho scelto di correre questa gara, pur avendo fatto un paio di fondi da 20km a luglio non arrivavo particolarmente preparato all’appuntamento. Un po’ mi attirava l’ambientazione (bellissima), un po’ volevo battere il mio record sulla distanza (1h50′) conseguito in un momento di non particolare forma fisica. Al mattino prendo il pettorale e incontro un po’ di compagni di squadra, Fabio e Quirino che preparano la Maratona di Venezia, Stefano, con cui ho raffazzonato la preparazione. Alla partenza me li lascio alle spalle e sgomito per risalire di posizioni. Dal terzo km setto la velocità a 4’50, bisogna risparmiarsi, data la calura. Un po’ più avanti incrocio un altro compagno di squadra in evidente difficoltà, Stefano Conti, che ha affrontato la competizione con spirito garibaldino (complice il berretto rosso). Ci salutiamo, io mi sento ancora in forze. Verso metà gara sono costretto a rallentare, affrontiamo delle salite lunghe e costanti, battute da un sole feroce. Al 15°km comincio ad essere in seria difficoltà, un tratto di sterrato mi ha riportato alla mente le fatiche del trail. Fortunatamente riesco a sfruttare al meglio il ristoro, raffreddandomi e bevendo sali minerali: mi sento miracolato! Un po’ più avanti mi raggiunge Giovanni Salvatori, un amico triatleta di Fabio e Quirino, ci tiriamo un po’ su e cominciamo a fare staffetta. Il percorso si fa strepitoso, forti saliscendi all’ombra di alberi secolari! Sento le gambe a pezzi, ma resisto grazie alla compagnia e con il pensiero di essere il primo della squadra. All’arrivo sono distrutto, mi metto culo a terra e mi levo le scarpe.
All’indomani sorpresone: c’era un altro rifondarolo, Marcello, che mi ha preceduto di due minuti, anzi, può avermi superato di slancio in qualche punto del percorso, visto gli intertempi! La delusione è mitigata da un altro dato: rispetto ad Ostia lui ha perso nove minuti, io ne ho guadagnati quattro!