Tutti gli articoli di Paola Paolessi

Paola Paolessi, detta “La Secca” o “Vipera berus” è una cittadina del mondo. Nata e cresciuta nelle borgate romane ha fondato e suonato nel gruppo dei Floema, band punkrockblues psichedelica. Laureata in Scienze naturali e podista di buona lena, ha svolto alcuni tra i mestieri più belli tra cui la Guida Ambientale Escursionistica, il Guardiaparco, la Naturalista, l’Insegnante, l’Istruttrice di Atletica Leggera. E’ la mamma di Lara.

RP Vintage ovvero: il ritorno dello Jedi

No, non ci siamo rimbambiti tutto assieme appuntandoci sul petto un discutibile sponsor… è solo che il maestro Jota Enzo può permettersi questo e altro, anche una maglietta del genere, di 30 anni fa (vedi sotto) alla corsa della Croce Rossa, Memorial Angelo Pinna.

Per me ‘sto look obsoleto  è l’emblema di quell’atletica che a livello alto e olimpionico non ci porta più medaglie e ancora non vede quel passaggio di testimone tra le vecchie e nuove generazioni.

Certo, l’assenza prolungata di Boris dagli scenari agonistici si fa decisamente sentire.

La nostra atletica giovanile, i nostri figli (vedi il talentuoso Francesco Guerra) ci danno tanta soddisfazione e speranza ma sono ancora piccoli. Manca una terra di mezzo, c’è una sorta di buco generazionale, che lascia un vuoto pieno di incertezza , un ponte che da Dominici e Dantone salta direttamente a Francesco Guerra, a Juma, a Giacomo e a Ruben. Però quei “vecchietti”  che continuano a cimentarsi tra strade, piste e campi hanno ancora qualche velleità, qualche asso nella manica e piccoli sassolini da togliersi dalle scarpe. Vecchietti si, ma la testa è quella di venti-trentenni, con nette discrepanze psicofisiche. Mi ci metto pure io, anche se penso di essere una pippa. La mente però continua a viaggiare, a sognare, a provare a rimanere in gioco, nonostante tutto.

Siamo vecchi, a volte zoppi, un po’ matti, ma siamo vivi.

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A zappà l’orto del vicino…

… o arubbà a casa de ladri, l’erba der vicino… insomma idee confuse su proverbi per dire che questa domenica, a snobbo di trasferte signorili e blasonate come la Pilastrissima o la Rome by night, vado a caccia di vittorie casarecce alla festa della DC a Poggio Mirteto Scalo, nel cuore della Sabina, antico feudo di tante signore somare, tra cui la cara commilitona Stefania Pacca, attualmente in stand-by da nausea agonistica. In verità la Festa della Sacra Famiglia non credo sia la stessa festa politica democristiana dell’Amicizia di una volta (roba da pazzi ma anche quelle tocca rimpiangersi…). Comunque la presenza di un nobile Tognalini fa da garante che l’incasso verrà devoluto alle vittime del Terremoto; questo mi basta e mi rasserena di non essere come al mio solito nel momento e nel posto sbagliato. Una gara ben organizzata e una vittoria facile dietro l’angolo di casa per tamponare l’amara bastonata che giungerà in capo alla sottoscritta di qui a poco, in casa, da parte della tiratissima Marcella,  sfoderante sorrisi e cesti e, a detta della Direttrice, un fisico in grande spolvero estivo, pronta a rompermi le ossa quanto basta per vincere il criterium e non dico altro.

Comunque è stato pur bello correre nell’ampio sterrato che costeggia la sinistra orografica del biondo Tevere, in questo tratto ancora azzurrognolo o verdognolo, secondo i differenti modi di percepire le diverse sfumature algali tra nutrie e pantecane… ed è sempre un piacere stringere all’arrivo la dolce, cara e secaligna Paola Cenni (vedi foto), giunta alla sua 131° maratona (siii, 42 km e rotti). Ormai non si ricorda neanche più dove e quando  dovrà correre la prossima, ne ha già in programma 3 o 4, se ho ben capito.

A fine gara mi commuovo davanti alla banda del paese. Mi fa sempre questo effetto, forse perché uno dei pochi ricordi che ho di mio padre da giovane è che suonava come clarinettista nella banda di Lisciano, paese alla base del Terminillo. Ormai, calata la notte, rischio di pernottare alla Stazione di  Poggio Mirteto a causa di una macchina che mi blocca l’uscita e un cancello chiuso con su scritto “proprietà privata divieto d’accesso”. Bella forza, sono arrivata 30 secondi prima del via e ho parcheggiato nel primo buco che ho visto… comunque, mentre tutti mangiano alla festa, pizze e delizie di ogni genere e cerco disperatamente il proprietario di una 500 bianca (e poi mi esce fuori ‘sto gigante di due metri, pure presidente della festa). Trovatolo e ringraziatolo della comprensione, mi avvio verso casa senza lonzini né caciotte, né fiaschi di vino, né coppiette, ma con una fame atavica da contorcere le budella! Però questa volta, a saziare la fame dello spirito, arriva un premio adeguato al mio “alto” lignaggio e nobiltà di animo: un bellissimo acquerello di un autore locale che mi inorgoglisce e che forse potrò appendere nel salotto di Villa Villacolle! Al Graforibelle Andy War un giudizio tecnico e l’ardua sentenza sul dipinto!

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Padre Jacopo

Metti una mattina di mezzo agosto… una gran fiacca alla mattina che non andresti neanche dal letto al bagno, e invece alla guida della mia Berlingo mezza camperizzata, traverso, in preda al sonno, un paio di strade consolari per Castel S. Pietro Romano. Sembra un paesino dove finisce la strada, di un bianco abbagliante per la roccia calcarea su cui è arroccato e i muri candidi delle case. Qualche sparuto corridore si riscalda lungo i saliscendi dei vicoli, ma girato l’angolo c’è l’orda dei corridori incalliti, che ti scovano garette anche a casa del diavolo, pur di riportare a casa quel consolatorio pacco gara e fare il pieno di endorfine e magari qualche misero premio di categoria.

Ma questo è il posto dell’acqua santa. Il Santuario della Mentorella e il Sentiero di Karol Wojtila è a due passi. E infatti, prima della partenza un giovane e bel frate si posiziona davanti all’arco e ci da la benedizione (o l’estrema unzione, secondo i punti di vista). Si tratta di Padre Jacopo, viene da un convento appena sotto al paese. Si mormora che è conosciuto come atleta del posto e in genere ha corso le edizioni precedenti ma che in questo caso deve limitarsi ad officiare la sua professione e missione al momento del via.

All’arrivo, dopo aver faticosamente acchiappato il 5° posto in un percorso senza pianure, avvicino l’uomo in saio che mi ricorda inequivocabilmente Obi Uan Kenobi da giovane, incuriosita dal suo probabile alternare i pantaloncini alla tonaca. Gentilmente si presenta e mi racconta della sua passione per la corsa ma che al momento, per un piccolo risentimento muscolare lo ha fatto rinunciare alla gara che lo vede giocare in casa. Io prontamente gli chiedo per chi corre e se forse è intenzionato a cambiare squadra. Un Frate a noi manca proprio e una benedizione ogni tanto non farebbe certo male! Purtroppo per ora non ha intenzione di mollare la sua piccola squadra locale, ma forse un giorno… già me lo figuro con la nostra casacca sociale a benedire la squadra di cross lungo durante le fasi di qualificazione, chissà… forse riusciremmo il quel caso a passarle e a sognare di nuovo, da poveri vecchierelli, la tanto agognata finale!

Lord Nothing and Lady Snake at the Court of the Crimson King

Che a dire il vero non era poi così rosso cremisi, anzi, il Race Director della Regents Park Races Summer 10K Series, a differenza del nostro buon Felice Petroni style in Rieti Runners Tour, sembrava piuttosto Black. Un tal Pietro, originario di Amalfi, ci ha accolti con un “grazioso” (so cuteee) saluto fascista e ha intonato le note di “Giovinezza” in nostro onore. Nulla ( e Nulli) ha valso il richiamo alla casacca sociale, il mio “Hasta la victoria”, l’affermazione di essere l’ultima comunista della terra, infine il nostro implorare pietà (trattavasi di persona piuttosto anziana che non lasciava margine per un’azione “terapeutica”, con trattamento di “partenza di capoccia”). Alla nostra evidente repulsione in merito a tali festeggiamenti, ha cominciato con Berlusconi, già… era veramente hopeless.

A parte gli scherzi, spero vivamente stesse scherzando, il solito English Humour, ho pensato, quindi tiramme ‘nnanze e bbona l’è (ho un poco di confusione linguistica, ultimamente che per una vipera, avere problemi con le lingue non è bello).

Comunque , passiamo alla gara.

Premetto che la settimana precedente alla gara londinese,  sia Lara che io abbiamo avuto modo di saggiare l’impeto britannico nella corsa, alla Fun Run e al Tywardreath Trotter, in quei di Cornovaglia, dove Lara tra mille improperi a mio carico si è cimentata in un miglio di corsa mentre la sottoscritta ha corso in una 7 Miglia da veri cinghiali. E le donne che cignale! Finalmente in una gara di 300 persone qui quasi la metà erano donne di ogni età, per fortuna alcune andavano piano ma parecchie su quel saliscendi limaccioso cornovagliese mi hanno fatto vedere i sorci verdi e soprattutto dopo niente salami, lonzette, caciotte, ecc.

All’arrivo a Londra abbiamo incontrato i Nulli al completo, per l’occasione Lord Nothing and Family, con Lady Primrose, il Principe di Galles James e la Principessina Alice nel paese delle Meraviglie.

Da allora si è scatenata una guerra interattiva sul web con i Tortoliani, un popolo italico dalle misteriose origini, che noi, invasati dalla Saga della J. K. Rowling, abbiamo cominciato a vedere come la reincarnazione dei personaggi del celebre Herry Potter (ultimo prodotto della cultura extracomunitaria Inglese).

Innanzitutto Novaroldemort, assetato di potere e di salamelle, con cui ama adornarsi il corpo e la mente. Poi la sua fedele compagna Marcellatrix Black, abile alchimista e incredibile trasformista atletica, capace di passare dal salto in alto al 10.000 m come niente. Braccio destro e sinistro del misterioso tu-sai-chi, Lucidus Malfoy, detto anche lo “strizzacervelli” e il “Blonde Draco Malfoy”, conosciuto in quanto Drago in Cina come perfido Sol-Li-Mi-Nì, famigerato nel settore della sperimentazione sui Bestioline come Grifoni, Fenici, ecc… Ma il più inquietante sembra essere Severus Fabius Boa-tton costrictor, ormai totalmente dedito alla causa di tu-sai-chi in preparazione alla rivalsa dei Babbi Natali, guerrafondai a caccia di punti criterium a tutti i costi.

In stretto contatto telepatico, il Nerd’s King Richard Pumpkin, normalmente Remus Lupin, quando trasformato in lupo e non in zucca, pascolava nei verdi alpeggi a caccia di cervi e a debita distanza, mentre Sirius Black, sotto le mentite spoglie di un certo Ugus Star Wars, mandava messaggi subliminari a macchia di leopardo da ogni dove nell’universo in sincronia con il solito Pierluke Skywalker, richiamando a loro gli adepti, dal lato oscuro e da quello buono dello sforzo.

Da Kitira il Preside Gabrielus Silente, si asteneva da qualunque commento, così come la Direttrice Minerva McLichtner staccava letteralmente i contatti.

Insomma la guerra a distanza si è scatenata, mandando nell’etere, anzi nel WWW, foto di corse, allunghi, podi, brindisi, magnate e quant’altro. Gli “inglesi” tentavano di richiamare il gruppo su temi più “seri” quali corse lungo Hyde Park o nei Kensington Gardens, con maratonde sotto la statua di Peter Pan, allunghi a Buckingham Palace e sul Tower Bridge, mentre “certuni/e” mandavano volgarissime foto di  dubbi cefali neanche tanto freschi, frutti di improbabili vittorie, spacciati per lonzini di porcu sardo…

Comunque la gara a Regents Park ci ha resi orgogliosi della nostra “italianità”… Lord Nothing 21° assoluto e primo di categoria mentre Lady Skin of Snake (ormai c’è rimasta solo quella), 9° assoluta e 2° di cat. (eterna seconda…). Niente premi in natura ma come disse De Andrè; tutto finisce in Gloria: due medaglie bordate di verde glitterato con al centro scritto “Finished”. Che vorrà dire? Finito/a? Chi? In che senso? Bohhhhh!!!

 

Skinny go to England

Ci siamo. Giunge la pausa estiva tanto agognata. Riposo. Scarico. Nullafacienza (sic) sportiva.

Macchè!!!!

La Vipera berus ha già programmato come ogni anno la gara all’estero e questa volta tocca alla terra di sua Maestà la Regina, il Regno Unito, in particolare l’Inghilterra.

Ci sono in programma ben due gare. La prima, in Cornovaglia, è stata probabilmente messa apposta per me. Il giorno dopo il mio arrivo, in questo paesino sperduto dal nome in gaelico, impronunciabile anche per gli inglesi, cioè Tywardreath (che poi è il paese natale della mia amica Jo), si disputerà il Tywardreath Trotter, gara di 7 miglia su terreno misto.

L’altra gara sarà a Regent Park, nel cuore di Londra e, udite udite, vedrà la partecipazione anche del Lord Nulli, che finalmente potrà esibirsi al cospetto della regina, nel suo habitat naturale dei giardini di sua maestà.

C’è da dire che sto preparandomi da tempo alle gare che andrò a disputare oltremanica, soprattutto riguardo gli aspetti metabolici legati all’omeostasi, al pH sanguigno e all’equilibrio idrosalino che durante il mio soggiorno in Inghilterra potrebbero subire variazioni, visto il cambio della dieta alimentare e delle modalità di “idratazione”.

Pertanto, venerdì sera scorso, ho partecipato alla Run Beer, a Palombara, gara breve ma con 3 ristori obbligatori a birra, che mi hanno permesso di perfezionare il metabolismo dell’alcol durante lo sforzo fisico!

Nonostante la mia baldanzosità, pensando di essere imbattibile nell’ingurgitare litri di birra, onta e vergogna, sono arrivata solo seconda, facendo ricredere chi contava pienamente sulla mia fama di bevitrice incallita.

Comunque, visto che la maggior parte degli atleti, ai ristori si limitava a smezzare i boccali e non a fare il pieno come la sottoscritta, ho provveduto, nel dopo gara, a spazzolare tutto quello che restava sul tavolo, tanto poi per tornare a casa non dovevo guidare!

Sperando che tutto ciò sia di aiuto nelle performance anglosassoni e di darvi notizie delle stesse nel corso delle estate, auguro a tutti BUONE VACANZE!!!

Il Campo Estivo, Boateng, la piccola grande Marina e tuti l’ati sturiellett (A. Pazienza, 1977).

Solo un flusso di coscienza Joycessiano può sintetizzare, fornendo qualche flash emotivo, le intense giornate di sport, socialità, amicizia e impegno psico-fisico che si sono susseguite a partire dal 28 giugno fino al 3 luglio di questo finale di stagione sportiva, che a quanto pare, si sta prolungando nella piena calura estiva.

Innanzitutto il campo Estivo di Villetta Barrea, capitanato dalla Direttrice, supportata dal Lord Nulli, da Alice, da Gabriele e dalla sottoscritta, ha permesso ai verdoni di rp di scatenarsi tra le montagne appenniniche del Parco Nazionale D’Abruzzo al ritmo di “Bandiera Rossa”, canto di lotta che è diventato ormai l’inno del settore giovanile in trasferta estiva, grazie al trascinatore di masse Simone “mazza” Mazzarelli. E pensare che per anni ho provato a far ascoltare a mia figlia i canti di lotta, il punk, l’hard core ma solo il carisma di Simone ha potuto dove l’insistenza di tanti genitori nostalgici come me avevano fallito…

Tra scalate, pagaiate, corse, camminate, gare di orienteering e molto altro, i nostri giovani ci hanno letteralmente imposto dei ritmi elevati a cui noi istruttori abbiamo dovuto adattarci per arrivare sani e salvi all’ultimo giorno di campo, con staffettone finale e mega partitona di calcio con il coinvolgimento dei genitori, in cui, come potrete intuire, si è distinto in modo particolare, l’atleta-genitore-uomo marana- tuttofare Fabio “Boateng” Boattini. Ormai quello che caratterizza la nostra squadra è la polivalenza, perché ognuno, grande o piccolo che sia, fa un sacco di cose e passa con una certa versatilità da una disciplina all’altra, tipo dalla corsa all’arrampicata, dalle staffette al calcio, eccetera, eccetera.

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Degno di nota il recupero dei giochi popolari di strada proposti dal Presidente, che hanno entusiasmato i nostri giovani e fatto rivivere i vicoli del Borgo di Villetta Barrea.

Prima di passare al 3 luglio vorrei soffermarmi un secondo su un episodio che la sottoscritta, in preda ai fumi delle genzianelle del dopo pranzo finale ha vissuto prima di ripartire da Villetta Barrea, a testimonianza dello stato di “grazia” psico-fisico empatico a cui al termine del campo, era giunta.

Dovendo caricare i bagagli e i vari attrezzi sul pulmino della Direttrice, il cui livello di Entropia deve già essere attivamente mantenuto e controllato, ho rivissuto, nella quantità di materiale che andava stipata nel bagagliaio e vista l’impossibilità, in termini di metri cubi, di fare il miracolo e riuscire a infilarci tutto, l’incubo della “palta” teorizzata da Philip k. Dick in: “Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?” che la notte precedente avevo finito di leggere. A quel punto ho cercato di fuggire lontano da li con una fantomatica corriera che forse mi avrebbe portato ad Avezzano, ma poi, grazie al puntuale intervento del “pignoletto” Lord Nulli e della capacità impilatoria della Direttrice che cominciava a perdere la pazienza di fronte alle mie allucinazioni mistiche, siamo riusciti a riportare tutto e tutti alla base.

In serata però, l’Italia perde ai rigori contro la Germania e il paese scende in un contemplativo silenzio.

3 luglio. Neanche faccio in tempo a tornare che parto, all’alba, per i monti Simbruini, per partecipare al Fast Trail, gara di corsa in montagna di 16 km. Lungo la strada devo fermarmi varie volte per fare rifornimento di caffeina. Alla fine giungo a Monte Livata dove mi attende il buon Peppe Scozzarella, mago dei Trail.

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1, 2, 3 VIA! Lungo il corridoio lungo cui sfilano i corridori, nel primo tratto di gara, la piccola Marina, atletina di RP giovanile, del gruppo dei più piccolini ma non meno forte e motivata, mi regala un bellissimo sorriso e un bel cinque che ricarica il cuore. All’arrivo dei 16 km, dopo aver corso nell’incantevole paesaggio carsico e dolinico dei Monti Simbruini è di nuovo lei a darmi lo sprint negli ultimi 50 m e arrivo ben 5° assoluta.

Peppe è terzo di categoria, un ottimo risultato vista la partecipazione di molti specialisti dei Trail.

Dopo una birra con Peppe, tornando a casa, penso di mettermi con le gambe sotto il tavolino e godermi un meritato riposo, ma non è finita. Corrado, in montagna con 30 persone, mi chiede supporto per acqua e chiavi della macchina e quindi, neanche arrivo che, zaino in spalla, risalgo il costone sud est di Monte Gennaro. Per fortuna li recupero a metà strada e faccio il mio lavoro di guida, che ormai da tanti anni non mi faccio, all’occasione, mancare. Poi, finalmente tutti a cena a Villa Villacolle. Sono ancora con l’adrenalina e la caffeina in circolo e tengo fino a tardi, il problema, mi dico, sarà domani, ma domani è un altro giorno.

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Miseria e Nobiltà

Palombara Sabina, 27 giugno 2016, ore 14.00. Sono qui a scrivere, rimirando di tanto in tanto la bella opera d’arte posizionata sul mio ginocchio sinistro che ancor mi duole abbastanza… ma andiamo per ordine.

Venerdì 24 giugno, mattina presto. Correndo con un mio collega al campo sportivo di Palombara mi addobbo come un kaki maturo sull’asfalto, dopo aver inciampato su un tombino. Continuo a correre, imperturbabile, con il sangue che mi cola dal ginocchio. Sono leggermente preoccupata, viste le mia ambizioni relative a questo fine settimana.

La sera, un evento di grande spessore, distrae dai dolori e accende gli animi rifondaroli. Il Nobile Lord Nulli festeggia i suoi primi 50 anni. Mi riconsolo pensando che anche il suo “piede leggero” a volte può maldestramente cadere in fallo, quindi, sperando in una veloce guarigione, penso che in fondo sto invecchiando e che forse mi servono un paio di occhiali.

Sabato 25 giugno. Ore 10. Testo il ginocchio in un allenamento pre gara. La ferita, sollecitata, rallenta il processo di cicatrizzazione e fa male. Da brava somara, in serata, non intendo rinunciare a “La corsa di Alberto”, un Memorial alla sua prima edizione in quei di S. Angelo Romano. Ore 19.30. La gara era prevista per le 19.15. Arrivo, trafelata, a S. Angelo, in pieno ritardo stile Boris Bambozzi (una volta alle corse non partiva nessuno se il principe Boris non era sotto l’arco), con la partenza della corsa in lieve ritardo. Mollo Lara ad aspettarmi in macchina e mi porto al via. La gara è appena partita. Non sono Boris, ma una misera Serpe verde spoglia di pettorale, comunque provo a riprendere il gruppo di corridori. Infatti, passo dopo passo, ignara dei dolori, all’arrivo sono seconda assoluta ma vengo redarguita da un giudice che mette in dubbio la mia onestà e quindi vengo miseramente squalificata. Peccato, questa la potevo quasi vincere.

Domenica 26 giugno. Ore 10. Coltello in mezzo ai denti. Intendo riprendermi ciò che mi spetta alla Castrum Race di Castelchiodato, già Corri tra le Cerase (classifica da M. Moretti). Se la celebre corsa a tema Prunus avium L. del 2 giugno era famigerata per i lunghi ed estenuanti saliscendi, questa sua versione estiva è ancora più somara, aggiungendo una salita in più e tratti di sterrato da percorrere in pieno solleone, alle 10,30 di mattina. C’è anche il Lord, Alessandro Nulli.

Nonostante il caldo e il percorso impervio reggo e arrivo a fine gara apparentemente sana ma sempre con il ginocchio fatiscente.

Ore 13.00. Dopo aver ritirato il premio in natura me ne vado al Car Boots Sale di Palombara, a fare shopping tra le bancarelle dell’usato. Mi accolgono le mie amiche anglosassoni e parliamo delle prossime gare in terra di Sua maestà la Regina, ormai extracomunitaria. A tal proposito spero di scrivere a breve un articolo “Skinny go to England” e chiedo in questa sede al nostro architetto, fumettista e grafico preferito un disegnino da poter stampare e sfoggiare sulla maglia di RP che dovrà andare a far polemiche in territorio d’oltre manica in ben due gare (a buon intenditor poche parole).

Ore 17.00. Mi reco nell’incastellamento di Aspra, detta Casperia, presso i Monti Sabini, a trovare l’ormai attempato ma sempre nobile e oscuro Jedi Darth Novater, intimamente contemplativo e in raccoglimento meditativo nella nobile dimora dell’altrettanto nobildonna Marcella della casata Ioele. Trovo la Pulzella arrampicata sul celebre Albicocco di Juma, con le sue belle e nobili coscette al vento, intenta a raccogliere i frutti che riforniranno poi tante belle crostatine rifondarole! Al che, arraffo un bel bicchiere di vino rosso a 14 gradi e mi accascio letteralmente sulla seggiolina a leccarmi le ferite… forse per questo fine settimana abbiamo finito… forse!

Foschie estive

Parafrasando il titolo di una canzone dei Frontiera, vorrei descrivere che c’è di nuovo in questo inizio estate dall’atmosfera nebulosa, piovigginosa, temporalesca.

E’ da un po’ di tempo che sono indietro con le cronache correrecce ma i chilometri macinati non sono certo mancati. Per tutti noi. Si corre come schegge impazzite, senza la guida del tassonomico Nulli che ci richiama all’ordine del criterium, vista la pausa estiva del nostro trofeo interno rifondarolo. Qualcuno si lecca le ferite degli acciacchi primaverili, altri si infortunano sulle piste e sulle pedane, qualcuno si allena subdolamente di nascosto, per sferrare improbabili attacchi autunnali…

Tra le tante somarate, mattiniere e tardo pomeridiane, personalmente scelte con cura, viste le numerose gare disputate nel territorio della bassa sabina, non posso rinunciare alla Corri tra i Boschi di Riano, in una mattina piovosa, quasi autunnale, di giugno, alla Maratonina delle Rose, a Santa Lucia di Fontenuova, in compagnia del Lord Nulli al risparmio energetico di classe A, alla serale Maratonina delle Terme di Cretone, tra le esalazioni delle acque solfuree e, nel cuore del Parco dei Monti Lucretili, la Scarpettata. Il tutto, in un crescendo di saliscendi e cronoscalate, che hanno avuto il loro culmine nel corso della Scarpettata (da Marcellina a Prato Favale, passando per San Polo dei Cavalieri), in cui, insieme a un gruppetto di malcapitati corridori, ci siamo ritrovati in un roveto da cui siamo usciti mediante una scala da pompiere, attraverso il balcone di un’abitazione privata!

Intanto tra le vie di Roma, alcuni corridori rifondaroli (quelli con la puzza sotto il naso) improvvisano la Corri Roma, sotto la luna quasi piena e sotto la guida della Direttrice che si addobba sui sampietrini in un momento di particolare euforia da endorfine.

Inoltre, mentre la vipera si trastulla tra i colli sabini a caccia di salumi e Marcella si massacra sulla pista di Latina, un Giovanni, non ancora atleta ottimizzato ma in netta crescita, si prepara a sferrare l’attacco finale a settembre, allenandosi di nascosto in ogni dove e mettendo a dura prova la gang dei fratelli Dalton, che ormai faticano a stargli dietro. Un Walter Serra torna a farsi vedere tra le strade Palombaresi, minacciando un ritorno in grande spolvero nello stile del Conte di Montecristo.

Torna anche il mitico Corrado Giambalvo, che, nel suo ormai fantasmagorico Truck, si esibisce in un accattivante spettacolo di giocoleria calzolaiesca che ha come oggetto il risuolaggio di scarpe di ogni fattezza con la celebre suola “predator” Vibram (mamma mia quanti sfondoni ho detto in una sola frase ma d’altronde quando si parla di Giambalvo occorre dar potere alla fantasia…).

Ma le performances migliori  sono sempre quelle dei ragazzi di RP che colorano di verde i viali di Villa Ada nella gara di Orienteering che li ha visti partecipi insieme al gruppo degli instancabili genitori.

Infine, lunedì scorso, dopo la pioggia (sempre parafrasando i mitici Frontiera), a chiusura della stagione sportiva e aspettando il campo estivo di Villetta Barrea, i giovani si sono esibiti in una sequenza di staffette e gare di contorno uscendone con un pieno di medaglie e un primo posto per la squadra maschile e un terzo posto per la squadra femminile nel trofeo “Atleticamo”.

Insomma, seppur stanchi e acciaccati, in questo clima instabile, anticiclonico, di bassa pressione, intorpiditi dai primi caldi e inumiditi dall’insolita pioggia monsonico-tropicale, ancora reagiamo e scalpitiamo, nel tentativo di mortificar la carne ed elevar lo spirito, con la solita testardaggine e passione e un pizzico di sano masochismo.

Golden guys!

Un anno di atletica per moltissimi ragazzi e ragazze della Provincia di Roma, una esperienza nuova per la scuola di atletica di Rifondazione Podistica che, dai campi sportivi e dalle ville e giardini della capitale, approda allo stadio Torlonia di Palombara Sabina, anche grazie al progetto Coni Ragazzi.

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Tale iniziativa ha favorito l’attivazione di un corso rivolto a bambini e ragazzi orientato all’avviamento e alla pratica dell’atletica leggera e dello sport in natura a titolo totalmente gratuito.

Il progetto ha avuto una risposta decisamente positiva, visto l’elevato numero di giovani che ha partecipato con entusiasmo e costanza alle attività e agli allenamenti previsti dal programma. Tale successo è un segnale netto e un’ulteriore conferma in merito alla sensibilità e ai bisogni della cittadinanza di Palombara nei confronti di una disciplina sportiva come l’atletica leggera, i cui benefici in termini di educazione allo sport e alla salute si estendono all’acquisizione di buone pratiche, all’attuazione di  modelli di vita sostenibili, all’educazione alla cooperazione e alla socialità. Tutti questi aspetti saranno i presupposti per il proseguimento dell’attività nei prossimi anni, considerato anche il supporto del CONI e del Comune di Palombara Sabina che speriamo possa essere mantenuto anche in futuro.

Oltre ai consueti allenamento svolti nel campo sportivo Torlonia di Palombara tutti i lunedì e i giovedì pomeriggio, i giovani hanno partecipato alla Festa dello Sport promossa dalla Consulta dello Sport del Comune di Palombara Sabina, con una staffetta campestre. Inoltre, alcuni elementi hanno preso parte, nel contesto di Villa Ada, alla Gara di Orienteering, promossa da Rifondazione Podistica e, a Palombara, al programma “Diventa il tuo atleta preferito”, promosso dal CONI.

Tra le numerose attività svolte quest’anno dal gruppo di giovani atleti della scuola di RP di Palombara emerge la partecipazione al Palio dei Comuni nell’ambito della prestigiosa manifestazione “Golden Gala”, disputatasi il 2 giugno 2016 allo Stadio Olimpico di Roma. Nell’apertura del Golden Gala i giovani atleti di RP, a cui si sono aggiunte numerose giovani promesse per l’atletica selezionate nella Scuola Media dell’Istituto Comprensivo di Palombara Sabina, hanno rappresentato Palombara e la frazione di Cretone con ben due squadre nell’ambito di una staffetta 12x200m, all’interno della Pista dello Stadio Olimpico. L’evento, oltre a far emergere l’impegno e l’entusiasmo dei ragazzi partecipanti che, nonostante le condizioni meteorologiche avverse, hanno avuto modo di confrontarsi con squadre di un certo livello tecnico, consolidate da tempo in una gara di tutto rispetto, ha messo in luce e avviato alla pratica dell’atletica leggera alcuni giovani talenti  intenzionati a proseguire in questo sport anche negli anni a venire e che già da ora stanno continuando ad allenarsi in modo assiduo con gli altri atleti del settore giovanile di Rifondazione Podistica. Per concludere, non si può fare a meno di sottolineare la grande maturità e lo spirito di squadra dimostrati dai frazionisti palombaresi e cretonesi alle prese con la gara regina dell’atletica, la staffetta, la cui performance, enfatizzata dalla splendida cornice dello Stadio Olimpico di Roma, ha suscitato nei genitori, negli istruttori e nel pubblico presente una grande emozione e un vivo ricordo di una giornata indimenticabile.

Qui di seguito alcuni link ad articoli che parlano proprio di questa esperienza:

CONI Lazio, RP a Palombara

CONI Lazio, Diventa il tuo atleta preferito

Praticare, praticare, praticare

Un sabato mattina come tanti, al campo della Farnesina, arriva il Presidente. Allena il gruppo dei ragazzi più grandi e poi rimane per una corsetta rilassante, con me e la Direttrice.

In questi contesti il Presidente, oltre a supervisionare in veste tecnica l’andamento dei corsi, in certi momenti, quasi pervaso da un’aurea di un sottile misticismo, a chi li sa cogliere, offre preziosi frutti di saggezza, maturati in anni e anni di esperienze di campo. C’è da dire che nulla gli è sfuggito in questi anni e conosce tantissimi aneddoti , storie e leggende che prima o poi, dopa anni di appunti e trascrizioni, mi deciderò a farne una pubblicazione…

Ma veniamo al dunque. L’aneddoto di sabato scorso riguardava un celebre maestro dell’arrampicata, che illustrava le tre regole fondamentali per progredire in questo sport fatto di tecnica, forza e agilità: “Praticare, Praticare, Praticare”.

Preso in parola il Presidente, dopo aver doppiato la mattina e a pranzo con due sedutine di corsa, non compulsivamente sazia, penso che se devo praticare per la terza volta, posso andare alla Maratonina di Cretone, alle 17.30, nella frazione di Palombara, nelle Terme Sabine.

Cotta come una zampogna dal caldo e dalle quotidiane fatiche, forte del consiglio presidenziale, ma soprattutto pervasa da un’ insana dose di incoscienza, mi reco dunque a Cretone. Sul posto c’è il carrozzone di Felice, capobanda di un rendez-vous di atleti di vario genere ma soprattutto di tutta la somaraggine laziale che non aspetta altro che pane, salite, chilometri su chilometri e soprattutto gare di mattina, nel pomeriggio e poi ancora la mattina dopo, con pernotto in loco. Insomma una truppa di gente mai soddisfatta, che correrebbe anche di notte su un letto a forma di tapis-roulant o su una cyclette.

Mi butto tra la mischia e vado, non so come. Al termine, quarta assoluta, non so come, rimedio l’olio e l’ennesima salamella alla faccia di Marcella, che poi non mangerò mai e rischierà di ammuffire in frigorifero.

Insomma, a quanto pare i consigli del Presidente, anche se interpretati in chiave di lettura da Vipera berus sub specie stoned, funzionano e danno i loro risultati. Perciò ribadisco a tutti il consiglio del grande Maestro: PRATICARE, PRATICARE, PRATICARE!