Ce l’ho fatta, ce l’abbiamo fatta, io e Betta abbiamo percorso i 30 km
della Cortina Dobbiaco (foto). Il tracciato della corsa è stato bellissimo, immerso in uno splendido panorama, tra fiumi di montagna, le tre cime di Lavaredo che occhieggiavano al 20′ km, il lago di Landro, buie gallerie e vacche al pascolo. Io sono arrivato con la solita smorfia di dolore, Betta sempre col sorriso. I miei ultimi 200 metri sono stati però deliziati dall’incitamento di mia figlia che al grido:”Dai papo, che ne hai ancora”, anche se era evidente anche a lei che non ne avevo proprio più, ha tagliato il traguardo insieme a me.
Per mesi quando per caso o a domanda specifica dicevo Cortina- Dobbiaco, osservavo nel mio interlocutore un misto tra disappunto e pietà, e una strana espressione sul viso che sembrava voler dire: “non ce la farai mai”; avevo anche l’impressione, tutte le volte che parlavo di questa corsa, che una nuvola densa e nera si addensasse nel cielo sopra di me . La stessa nuvola è comparsa all’improvviso al 27′ km, il passo è diventato pesante, il respiro corto, e l’arrivo mi è parso inaspettatamente lontanissimo. È stato in quel momento, quando ho sperato per un attimo che qualcuno ponesse fine alle mie sofferenze, che ho cominciato a sentire le voci: Simone che diceva: “Vai fratello Dalton, so che ce la puoi fare!”, Angelo: “Mi raccomando fermati ai rifornimenti e diffida dei palloncini!”, Eleonora:” Aléalé!”, Riccardo: “Ma in allenamento lo hai fatto il km di trasformazione?”, Andrea: “Ti avevo detto di non fermarti al primo rifornimento…”, Mauro: “Qualsiasi cosa fatta per 3 ore è noiosa anche guardare la televisione, figurati correre!”, Gabriele: “Correre per 3 ore fa male, le tue ginocchia, la schiena, ne risentiranno per sempre…”. Spinto da queste voci ho tagliato il traguardo, la nuvola ha lasciato spazio ad un raggio di sole, mi hanno dato la medaglia, e con le braccia al cielo ho pensato: “Ce l’ho fatta!”. E se qualcuno mi avesse intervistato, al microfono avrei detto: “La vittoria non è solo mia, ringrazio tutta la squadra che mi ha sempre sostenuto, e voglio dire che questa vittoria non mi cambierà, rimango il ragazzo semplice di una volta, anche se da oggi avrò meno tempo per me… scusa devo andare, mi chiamano da Sky.”