Nato a Napoli nel 1965, ho passato l'infanzia tra gli USA e la Francia. Tornato in Italia mi sono messo a disegnare fumetti. I miei punti di riferimento sono Goldrake, Star Wars e Lucky Luke. Iscrittomi ad architettura, ho cominciato ad apprezzare il punk e l'ingegneria strutturale, nonché sono tra i fondatori di Sciattoproduzie. Dopo la laurea mi sono occupato di animazione digitale, podismo ed edilizia sanitaria. Vivo e lavoro a Roma, sposato con due figli.
Il giorno prima di una gara è conveniente correre qualche km per sciogliersi le gambe. Sono uscito con mia moglie in bicicletta e mi sono fatto un po’ tirare, eccedendo nella velocità. E tanto per non farsi mancare nulla il sole era già alto, in modo da simulare le condizioni di gara. – It’s ok to run in the wake of a bike, better if it has a speedometer…
Fermo restando che ognuno può andare vestito come gli pare senza che nessuno abbia nulla a ridire, il panorama osservabile nei luoghi frequentati da runner mi rafforza nel convincimento: l’abbigliamento è un’istanza fondamentale (attenzione, nella vignetta ho un po’ esagerato con i fiocchetti). – Clothing is a fundamental issue. Even though I’ve exaggerated with the bows, in this case black and white really is a limitation.
AM, Villa Pamphili. 9km FL, STR, 2km FL. Un’altra giornata di avvicinamento alla gara di domenica, di nuovo accompagnato da Stefano. La temperatura al mattino è piacevole, mi sento in forze.
L’idea in realtà l’ha avuta Stefano che mi ha accompagnato anche stamattina. Bisogna arrivare al traguardo con il sacchetto pieno, o addirittura riempirlo durante il percorso. – “Could you please bring the garbage out?”. This morning chore was the hint for the Trash Marathon: you must run with your garbage or even pick it up during the race.
AM, Villa Pamphili. 7km L, 3km (13’04), 3km L, STR.
Chi si rivede, il ritmo gara (4’20/km)! Doveva essere un fondo progressivo, ma l’ultimo tratto è su strada, e non mi va di finire sotto una macchina.
Stefano è stato operato ad una brutta ernia, ma ciò non gli ha impedito di gareggiare alla Roma Ostia. Ogni tanto però fa il fesso e sottopone le vertebre ad uno sforzo. Era quasi un mese ormai che non correva più, oggi mi ha accompagnato per quasi tutto il fondo. – Stefano was operated at his spine, and sometimes forces it. He had a one month stop, but now he’s on his legs again.
AM, Villa Pamphili. 1h25′ FL.
Metto un po’ di km alle spalle per affrontare la mezza di Vico che si preannuncia impegnativa per il caldo e le salite.
Comincia a fare meno caldo e si corre meglio. Avendo cambiato alcune abitudini sono alla ricerca di nuovi circuiti. Zitto zitto il mio diario podistico compie un anno! – As weather cools down a bit, running gets easier. I changed some habits, hence I’m in search of new tracks. In the meanwhile my running log celebrates his birthday!
Questo mese ho partecipato alla mezza di Vico… – This month I ran the Vico Half Marathon…
…mentre un compagno di squadra correva su una piattaforma petrolifera! – …while a team mate trained on a offshore rig!
Il posto giusto per una scarpa è per terra. Questa vignetta si deve leggere assieme ad una precedente. – Right place for a shoe is the ground. “Everything comes to an end”, this sketch is linked to another…
AM, Villa Pamphili. 3km L, STR, 2.5km (4’00, 4’10), R, 1km (3’57), STR, 2km L.
A Villa è un po’ difficile fare ripetute in piano, almeno io ancora non ho trovato il posto giusto.
Dicono che in Romagna siano pazzi. A Selvapiana (Forlì-Cesena), un allevatore di polli, stanco delle notizie sull’influenza aviaria che a suo dire danneggiavano l’immagine del pennuto, ha eretto un monumento in suo onore, relegando a livello di vassalli le altre specie da allevamento. In realtà il monumento è in fil di ferro e lampadine. – In Selvapiana (Bagno di Romagna), a farmer erected a monument in honour of the chicken. Note that the other farm animals are shrinked in size and importance. Actually the monument is a metal frame bearing light bulbs.
AM, Selvapiana-Acquapartita. Un bell’allenamento, circa 3km di salita impegnativa, un paio di giri veloci attorno al lago di Acquapartita e poi giù in discesa cercando di non frenare mai. Con l’occasione ho testato le mie nuove scarpe Nike Pegasus 28 giallo-grigie (veramente eleganti). Ho deciso di riprendere lo stesso modello di prima dato che si è dimostrato affidabile in condizioni di utilizzo molto diverse. Ho preso una mezza misura in più per far stare il piede più comodo.
Qui sotto si vede Selvapiana e la salita di cui sopra.
Ciccio è un orrendo anatrone che si trascina sulle sponde del laghetto di Villa Pamphili. Buon per lui che annovera alcune supporters tra le runner locali. – Ciccio is a sort of turkey-duck that lives on the shores of a small lake in Villa Pamphili. Despite its unattractiveness, it has fans among local runners.
AM, Villa Pamphili. 10km FL.
Nonostante i giorni di riposo, ho sentito nelle gambe la gara di Bagnoregio. Prossimi obbiettivi? Scarpe nuove (con queste ci ho fatto minimo 1500km) e la mezza maratona del lago di Vico.
Mentre mi riscaldavo per la gara di Bagnoregio ho incrociato degli sposi che si allontanavano sul cassone di una limousine da tempo di crisi. Applausi! – While I was warming up I stumbled on these three wheeled newlyweds. It was the highlight of the day, the race went bad.
Teoricamente questa doveva essere la gara clou all’apice del mio programma di allenamento. L’avevo scelta esclusivamente in base a parametri spazio temporali (Bagnoregio è relativamente vicina a Tarquinia, dove mi trovavo in villeggiatura), senza curarmi del tipo di percorso (9km). O meglio: sapevo benissimo che ci sarebbero stati i soliti saliscendi (nell’alto Lazio è sempre così), e che sarebbe stato difficile impostare il ritmo gara. Dopo una breve visita collettiva a Civita, si parte dalla base del ponte, affrontando un mezzo km di salita impegnativa. Io vado su tranquillo, alcuni sono già spompati. In cima si apre un bel falso piano su cui si comincia finalmente a correre, attraversando per lungo il centro abitato di Bagnoregio. Le sensazioni sono buone, comincio a pennellare l’asfalto alla ricerca del giusto ritmo. Dopo poco, purtroppo, si devia in una zona periferica del paese, brutta e costellata di saliscendi. Come al solito sulle salite stacco gli avversari, sulle discese mi faccio riprendere. Ritmo gara addio. Si ritorna al falso piano, manca un secondo giro. Al ristoro (fa un caldo allucinante nonostante siano le nove di sera) afferro un bicchiere vuoto.
Mi sento un po’ stanco e demotivato, perdo concentrazione e su alcune salite mi limito a passeggiare. Le automobili sfrecciano incuranti sul percorso, qualche concorrente ha ancora il fiato per mandarle affanculo. Chiudo con un tempo orrendo, 4’46/km, durante il secondo giro sono crollato dal 44° al 76° posto (a detta dei miei figli). Sono abbastanza incazzato con me stesso, non ha senso affrontare una trasferta di 120km per poi ritirarsi con la scusa della demotivazione.