Trasferta sociale a Subbiano

Aggiornamento 3

Alle 14:00 Alessandro invierà agli organizzatori l’elenco degli atleti master e giovani che prenderanno parte alla gara “Green Cup Marathon” di domenica prossima a Subbiano (Ar) valevole per il criterium di Rifondazione Podistica.

Ricordiamo che la partenza e’ fissata da regolamento alle ore 9:00 per gli adulti e alle 10:30 per le categorie giovanili.

Aggiornamento 1

Comunicazioni riguardo il luogo dove dovremmo pernottare e cenare durante la trasferta sociale.

E’ l’hotel Docciola e si trova a Chitignano a soli 15 km da Subbiano.

La proposta e’ di 40 euro al giorno ad adulto in mezza pensione (cena, pernotto e prima colazione), 20 euro per i bambini fino a 16 anni.

Ricordo la possibilita’ di soggiornare anche due giorni, dal venerdi’.

Continuate a comunicare ad Alessandro le vostre adesioni, ed entro sabato 16 aprile o al massimo sabato 23 aprile di dare anche un piccolo acconto di 20 euro a famiglia, il sabato mattina al campo .

L’hotel dispone di 55/59 posti letto per cui  affrettatevi  perche’ se dovessimo superare la capienza massima dovremmo bloccare un altro hotel.

Articolo originale

Anche quest’anno ci si prepara alla trasferta sociale di Rifondazione Podistica, momento clou della stagione anche per l’elargizione di doppi punti criterium ai partecipanti. Il week end prescelto è quello dell’8 di maggio, la gara si svolgerà a Subbiano, in provincia di Arezzo.

Si tratta di 10 km con due giri  da 5, una dentro il centro storico e uno un po’ fuori il paese con arrivo al campo sportivo.

E’ prevista anche una non competitiva di 5 km e gare per i piu’ giovani dai 100m per i piu’ piccoli (dopo il 2011) fino ad arrivare ai 1500 per i piu grandi (dal 1999 al 2002).

Questo il sito della manifestazione.

Stiamo definendo gli ultimi dettagli della trasferta, speriamo a breve di darveli nella loro completezza. Intanto pero’ ci serve sapere la vostra disponibilita’/adesione, per cui indicate ad Alessandro in quanti adulti / bambini vorreste venire, e se dal sabato o dal venerdì sera.

Vazia, Rieti

Questa mitica località, addirittura citata nella letteratura del Punk romano dei primi anni ottanta, è il luogo dove più di 100 anni or sono nacque Quinto Paolessi, detto “Rampichino”.

Quinto figlio di una numerosa famiglia, di tradizione comunista, venne chiamato alle armi e dopo alterne vicende si ritrovò come mitragliere in prima linea sul Don, nella campagna italiana in Russia, durante la II guerra mondiale. Sopravvissuto agli eventi di cui sopra, dopo la prigionia, in buoni rapporti con la popolazione locale, tornò a piedi in Italia, in particolare al Tufello, dove da tempo la sua famiglia si era trasferita.

Ebbe due figli, uno dal primo, l’altra dal secondo matrimonio. Persona tranquilla, saggia, silenziosa, ha svolto in modo onesto, dignitoso e competente il mestiere di carpentiere ferraiolo. Detto anche il “Professore”, era molto stimato per la sua grande dignità morale e fu famoso nel quartiere perché, così come il fratello Angelo, era un abilissimo scalatore, in particolare saliva sugli alberi della cuccagna e prelevava prosciutti e salami e quant’altro appeso in cima.

Dopo molti anni finalmente corro a Vazia nel Trofeo Bar del Secolo (classifica). Penso a mio padre, respiro aria di casa e anch’io riporto a casa una salamella, correndo con lui nel cuore.

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W Benedetta!

Benedetta Antonelli prima al 1000 di Miguel con il tempo ufficiale di 3’17”!!

Grandissima soddisfazione per la giovane atleta di Rp e per i tecnici della squadra che iniziano a raccogliere i frutti di un lavoro serio, sereno e giocoso.

Viva Benedetta e Viva Rp!!

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Residuati Bellici

La mattina presto, a Monterotondo, scortata da Lord Nulli, sono già cotta. Mi addormento sulla Salaria e mi risveglio a Fiuggi, quasi dentro le Terme Anticolane. Il buon Sandrino riesce a trovare il posto malgrado le segnalazioni inesistenti. Memore della squalifica recente, mi porto alla spunta quasi un’ora prima della partenza e, anche su consiglio di Alessandro, evito di allontanarmi più di 50 metri dalla partenza.

Piano piano mi sveglio e comincio a guardarmi intorno: pochi romani, tanti dialetti di tutta Italia, interessantissimi pezzi da museo, di cui io ovviamente faccio parte. Tra le serie partenti femminili sono la più vecchia delle più giovani ed è già qualcosa. Mentre mi riscaldo e poi, durante la gara, ad ogni fischio o rimprovero, salto, temendo la squalifica. Ormai è come il campanello di Pavlov!

Comunque, nonostante la fiacca iniziale, porto a termine dignitosamente la gara, arrivando nel mezzo del pacchetto di mischia.

Poi faccio un lunghissimo defaticamento compulsivo per allungare il brodo a questi 4 km per me sempre troppo pochi, mentre i maschi si riscaldano e gareggiano.

I nostri uomini, trio d’eccellenza Nulli-Scozzarella-Capizzi, devono confrontarsi, il primo, con un vecchio carico da undici societrario, un tal Gastone Breccia che qualcuno sicuramente ricorderà….

Gli altri due trovano gradita una piccola sfida in casa, mettendo giusto un po’ di verve sul finale, nonostante acciacchi e fastidi vari.
Tutto sommato ci possiamo stare, in questo Campionato Italiano Master di Cross siamo nel nostro, non facciamo affatto una brutta figura e forse potevamo essere di più, magari una volta la mettiamo come gara societaria.

Poi arriva la foto del Maestro sul podio al cross di Monterotondo, Ale si fa due calcoli e rosica un pochino… però mai il Lord anteporrebbe il pacco alla gloria!

Al ritorno, più cotti di prima, sotto casa del Maestro, già in branda per la ormai famosa pennichella di Jota, quasi quasi ci scappa la serenata con scampanellata e fuga, ma poi mi avvio verso Palombara, con i Black Flag a palla per tenermi sveglia e un incauto acquisto nella borsa: la canotta dell’Italia, non si sa mai…

Week End 19-20 Marzo

Sabato 19 gli allenamenti si svolgeranno regolarmente al campo della Farnesina.

Qui in allegato il dispositivo per la gara di domenica 20 valida per i campionati regionali indoor categoria ragazze/i anno 2003-2004, con orari e gare in programma. Ricordiamo che la gara si svolgerà a Casal del Marmo, via Giuseppe Barellai 140.

Per Rebibbia (solo adulti) sono arrivate già molte adesioni… ricordatevi che c’è tempo fino a oggi, venerdi 18.

RomaFun 2016

Cari amici Rifondaroli,

anche quest’anno l’associazione Maisons Des Enfants ONLUS aderisce al Charity program per la RomaFun 2016, la stracittadina non competitiva di 4Km che si correrà il 10 aprile nel centro di Roma.

A chi vuole continuare a sostenerci, chiediamo un piccolo sforzo per raggiungere un traguardo più importante: vogliamo donare materiale scolastico ai bambini del Centre Mère Enfant perché crediamo che l’istruzione sia il primo passo verso una vita libera e dignitosa.

OGNI coupon di Maisons Des Enfants, al costo di 12 euro,  si trasformerà in: zaino, astuccio, penne, quaderni, matite e colori!

Sabato 19 Marzo Marco e Simona saranno presenti presso il CAMPO LA FARNESINA per la consegna del coupon; con loro ci sarà anche Ilaria, una volontaria dell’associazione Maisons Des Enfants ONLUS, disponibile ad offrire qualsiasi tipo di informazione sull’associazione.

Come di consueto Francesca si occuperà del servizio di ritiro dei pacchi-gara, consegnandoli sabato 9 Aprile, sempre presso il CAMPO LA FARNESINA.

Per maggiori dettagli cliccate  qui per la locandina RomaFun dell’iniziativa.

Sperando che possiate ancora fare squadra con noi … GRAZIE!

Roma Ostia 2016

Ben 16 i rifondaroli alla classicissima Roma Ostia 2016, svoltasi in una giornata di sole lievemente velata. In mancanza di meglio Stikka mette in riga tutti (1h 38 e passa), sopravanzando il Gagliardo di una manciata di secondi. Segue il cappelluto Conti, che mazzola ben bene Guerra Minor, poi un Solimini troppo sicuro di sé, Frankie Dalton (nella foto segnaletica), il maratoneta Enricomaria e il perfido Johnnie Dalton, anche lui cappelluto. A un’ora e cinquantaquattro la pimpante Elisabetta, prima tra le donne in mancanza di primedonne, poi il compassato Oliva. Sull’orlo delle due ore la stella dell’est, Vera Pranvera, poi Battilocchi e Camilla Panzieri. Hanno il tempo di farsi la doccia quand’ecco spuntare la dott.ssa Murri, seguita a ruota da Giulia e Maria Vittoria, che però si erano attardate a raccogliere cicoria a bordo strada. Bravi tutti, brave tutte!

 

Il Gagliardo, il conte Conti, Frankie Dalton e l'implacabile Stikka
Il Gagliardo, il conte Conti, Frankie Dalton e l’implacabile Stikka
Avviso ai naviganti

E’ questa la mia quarta Romaostia, intrapresa più per scommessa che per altro. Al ritiro dei pettorali per la Miguel, Angelo mi annuncia che un folto gruppo di rifondaroli si sta formando per percorrere, come un sol uomo, i venti kilometri che separano il zozzoso laghetto dell’EUR dalla fetida spiaggia ostiense: il tutto a 5 minuti al km. Capisco che si tratta di un silenzioso guanto di sfida, che io raccatto ancor più silenziosamente. La mia preparazione atletica è raccogliticcia e intermittente, ma in fin dei conti “manca un mese e mezzo”. E’ solo due settimane fa che finalmente realizzo che i 37.00€ di iscrizione last minute potevano essere utilizzati in maniera più costruttiva, e mi costringo mentalmente a passare all’azione. Il primo allenamento è sconfortante, due mezze orette appiccicate con la sputazza di uno stretching sulla cunetta di via della Pisana. Ma non mi perdo d’animo, martedì un’ora, venerdì un’ora e dieci, domenica un’ora e venti, tra le passeggiatrici di via di Brava. Dài, si può fare! Riposo fino a mercoledì, un’ora e mezza sotto la pioggia sferzante. Cinque allenamenti cinque per preparare una mezza maratona. Venerdì ritiro il pettorale, zigzagando tra i venditori di scarpe a molla e pasticche criptodopanti. La sera prima cena da amici, una porzione esagerata di pollo al curry innaffiata di birra, tanto per tenersi leggeri. Il marito di una convitata, podista giudizioso, è rimasto a casa per preservare lo stomaco. Torno a casa e preparo il bagaglio, ora non posso sbagliare più nulla…

Sveglia alle sei, giusto in tempo per una abbondante colazione tre ore prima della partenza. L’orzo solubile in acqua calda facilita l’azione espulsiva. Mi vesto a cipolla, sopra il completino (pettorale applicato rigorosamente la sera prima) maglietta da battaglia, termica e K-way, pantaloni della tuta RP, scarpe e calze con cui correrò. Nella borsa di un orrido fucsia poche cose, un accappatoio in microfibra, mutande, calzini e maglietta di ricambio, mezzo litro d’acqua, patente e 5€: meno si ha, meno si può perdere. Mi sento come gli alpini sul Don, inforco il motorino alle sette e mezza, dopo altre sedute contemplative.

Parcheggio ad Eur Fermi, un nugolo di imbecilli dagli zainetti sgargianti già si avvia lungo la collina del palazzetto. Lascio occhiali e K-way nel bauletto, la giornata è bella, quando tutto manca mi danno un altra pellecchia all’arrivo. Orrore, c’è fila al bar, non è più tempo di fare colazione questa! La salita del palazzetto è snervante, la coda di aspiranti mezzomaratoneti si imbottiglia tra guard rail e balaustra. Davanti a me due vecchietti che sembrano usciti dagli anni cinquanta, incongrui nei loro montoncini, circondati da pezze di mylar. Finalmente sul piazzale, indirizzo un neofita verso la fila dei camion rossi, individuando il mio col numero 14. Rituale spogliarello sullo spartitraffico, rimango in completino e maglietta da battaglia (ricordo dell’inaugurazione di un albergo) e bottiglia da mezzo litro. Finalmente i rifondaroli, un Angelo in ali di plastica, il gagliardo Pierluca, il Conti che conta, un Mazzarelli / Dalton al suo primo cimento. La foto è d’obbligo, presso la lamiera rossa scaldata dal pallido sole. Sono le otto e mezza, i caposquadra urlano ordini perentori: “Chiudere i portelloni!”, i ritardatari si affrettano. E’ l’ora più importante, 45 minuti prima della partenza: mi sgargarozzo il mezzo litro. Idratazione perfetta!

Facciamo finta di scaldarci, in realtà spio un angolo dove scaricare la vescica, più che la tensione. E qui la manifestazione rivela il suo becero volto maschilista: le donne in fila ai cessi chimici, gli uomini a pisciare tra le siepi. Entro nella griglia arancione, quella degli inclassificati di Guantanamo: nonostante vanti un 1 e 36 in tempi storici, l’anno scorso non ho fatto nulla. Mi raggiungono Conti e Dalton Mazzarelli, nella griglia davanti c’è Angelo, oltre ancora Pierluca. Ma è un’altra Onda, quasi fosse un altro Universo. Si studiano le strategie, si parla con nonchalance di operazioni al basso ventre, siamo come mucche al macello, strette ad alitarci addosso, le frasi fatte che escono dagli altoparlanti servono solo ad obnubilarci. La seconda onda è partita, cominciamo a muoverci verso la partenza, mi levo finalmente la maglietta da battaglia e la scaglio in faccia ad una poveretta sulla sinistra. Inquadrata dall’arcone pneumatico, la retroguardia della seconda onda affronta la prima curva e sparisce alla nostra vista: che fine hanno fatto? E se ci fosse una voragine, lì, dietro l’angolo, e non ti puoi fermare perché i sopraggiungenti ti ci spingono dentro?

PAM! I pensieri insensati sono cancellati dallo schiocco dello starter. A furia di “…permesso, permesso…” ci siamo sagacemente ritrovati presso la linea di partenza, la densità del fluido umano di cui facciamo parte si rarefa più che linearmente, Conti ne approfitta per prendere la testa del terzetto, e capisco subito che la consegna dei cinque al kilometro per lui vale come una banconota della repubblica di Weimar. Prudentemente mi associo al Dalton, lo voglio portare sano e salvo all’arrivo, io con lui. Imposto il passo, cinque, massimo quattro e cinquanta. Una passante ci taglia la strada, schiaffeggio con la coscia la pesante borsa, ma non mi abbandono alle recriminazioni. Si passa sotto al grattaTotti, a fianco del velodromo bombardato. Passa il primo quarto di corsa, siamo in perfetto orario, contrariamente alle mie indicazioni Francesco attinge al primo vettovagliamento. Sulla complanare, in senso inverso, corricchiando ci salutano il professor Lucidi e Nonno Nanni, ma potrebbe essere una allucinazione qualsiasi, rimaniamo alquanto freddi, ma cortesi. Sento che il Dalton è confidente, sicuro della mia guida: si alternano salite e discese, le prime affrontate con determinazione, le seconde senza spendere energia, portati a fondovalle dalla semplice forza gravitazionale. Conto le pendenze con un occhio al cronometro, cercando di arrivare al salitone con qualche minuto di riserva. Ho istruito il mio scudiero sulla questione salitone: è vero, la base è ben più bassa della sommità, e fa paura per linearità indifferente, ma è un mostro che non morde, uno spauracchio da affrontare col sorriso sulle labbra. E’ peggio quello che viene dopo, un infido falsopiano, pensi che la fatica sia finita e invece… Ma lì ci sono i vettovagliamenti, i ventisette bicchieri vergini che spettano agli eroi, stringi i denti che poi è tutta discesa! E così facciamo, o almeno così la mia immaginazione mi suggerisce, afferro il bicchiere con la sinistra, un sorso in bocca, sputo senza ingoiare, come una neofita del porno, il resto sulla zucca. Perfetto! Mi volto per congratularmi con Francesco… e non lo vedo… Cerco di correre rimanendo fermo, andare avanti guardando indietro, come l’Angelo della Storia, ma niente, Dalton è stato fagocitato dai marosi umani che mi stanno alle calcagna, ha incontrato la sua ombra, che è stata più veloce di lui.

Sono solo in mezzo alla folla, ma è come se avessi perso un punto di riferimento. Al dodicesimo scocca l’ora esatta, è amaro congratularsi solo con se stesso. Un disperato mi supera col borsone sgargiante sotto braccio, come se stesse ancora rincorrendo il camion. Fisso la linea di mezzeria, alternativamente bianca e grigia. Mesmerizzato, non mi accorgo che la media, per il terzo quarto di gara, cala a 5 e 10 (certificato TDS).

L’ultimo quarto è tutto di mestiere, so esattamente quanti sono cinque, sei km, li so rapportare ai percorsi ameni della villa mia Pamphilii, dove sono solito allenarmi. Dal Bel Respiro all’Aurelia, poi fino al laghetto, il curvone che ritorna al campone, le grottaglie e siamo a tre, il Vascello e siamo a quattro. Nella mia testa sono sui vialetti di brecciolino, nella realtà sull’asfalto pseudo pianeggiante. La corsa richiede le sue vittime, una donna sulla lettiga, la mano sugli occhi, un vecchio stralunato, incartato come trota al forno in un foglio d’oro. Aggiungi acqua, aggiungi un quarto d’arancia, ormai è routine, ormai è noia: arrivo con un minuto di ritardo sulla tabella di marcia.

Nulla da ridire sull’organizzazione, mi riapproprio della borsa sgargiante, ben protetto dal K-way d’ordinanza. Siamo tutti dei puffi che spingono per uscire. Trovo una piazzola per cambiarmi, rimango per un po’ nudo ad asciugarmi, col solo accappatoio di microfibra addosso: fosse qualsiasi altro giorno dell’anno dovrebbero sbattermi dentro per oltraggio. Alla stazione invece, come in ogni giorno dell’anno c’è il delirio: mancano gli spicci, impossibile comprare i biglietti. I più previdenti l’hanno preso in settimana, alcuni addirittura l’anno scorso. Compro tre biglietti per 5€, tutto il mio budget. Scendo a Magliana, disgustato, non ne posso più di racconti di imprese podistiche. Me la faccio a piedi fino al motorino, costeggiando nuvole d’acciaio.

Concludendo, con pochi allenamenti e una condotta di gara attenta, porto a casa 6 punti di criterium. Da un lato sono soddisfatto, dall’altro un po’ annoiato. Il mostro, guardato da due file di pini marziali, brulicante di pixel umani, non fa più paura.

Andy (Andrea) War (Guerra)

 

Due fettine di arancia

Ebbene si: “lei” e’ arrivata, implacabile.

Irrispettosa degli sforzi (e tanti!) fatti per scongiurarne la compagnia mi ha sorriso vero il 15 km e poi carpito senza scampo alla fine del sedicesimo.

Ne avevo sentito parlare ma, pensavo, fossero i soliti aneddoti di podisti sfigati che partono troppo forte. Al massimo roba per maratoneti che si cimentano in ben altri sforzi. Non puo’ succedere in una mezza. E di certo non a me che ne ho gia’ fatte.

Mesi di allenamento con coach Novaro, lavori progressivi, variati, le ripetute, i lunghi sotto la pioggia con Mauro e Francesco, l’impostazione della gara su un ritmo ben piu’ lento (“poi, dopo la salita del campeggio…”). E poi, ancora: il sito di Albanesi, fisioterapia preventiva, alimentazione, integratori, a letto presto, colazione 3 ore prima ecc. ecc. ecc.

Ah che ingenuo sono stato!

Lei e’ qui’.

Parte subdola dal basso e, pian piano ti avvolge. Arriva fino alla testa. Ti stringe lentamente ma aumenta di intensita’ in modo progressivo e ineludibile.

Quando realizzi cosa ti sta succedendo, e’ gia’ finita.

Tu reagisci caparbio (anni di ascolto del prof Lucidi serviranno a qualcosa…o no?!), ti riporti sotto ai perfidi palloncini, una, due, tre volte. Ma questi oggetti svolazzanti in lattice (che dovrebbero fare pensare ad una festa) sono alleati con questa entita’ superiore.

E, fedeli alle consegne, se ne vanno. Scompaiono all’orizzonte. Per sempre.

Addio sogni di (vana) gloria! Addio progetti di ultimo km con ritmo baldanzoso! Addio foto all’arrivo senza la solita smorfia di dolore in faccia. Addio sfotto’ ai compagni della podistica (e meno male che Marcella non c’era).

Resti li. Vuoto, attonito, assente agli stimoli esterni.

Con un bicchiere d’acqua e due fettine di arancia in mano.

Sabato 12 Marzo

Vi informiamo che domani, sabato 12 marzo, gli allenamenti si svolgeranno allo Stadio dei Marmi in quanto il campo della Farnesina sarà chiuso per gare.

Qui sotto il calendario con gli appuntamenti di marzo.

Bimbi in campo Marzo 2016