Una bell’inizio di Maggio ha visto svolgersi la ViviFiume, gara organizzata dalla UISP nel tratto urbano del Tevere. RP era presente con ben 34 atleti, molti dei quali nella gara competitiva (un quarto di maratona).
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Interessante il percorso, dal ponte Regina Margherita sulla banchina destra fino a Testaccio, poi ritorno su quella sinistra. E’ proprio il primo km del ritorno a confermarsi come il più insidioso, con molti tratti coperti di fango, ma niente a che vedere con le tribolazioni dell’anno scorso, e in questo va dato merito agli organizzatori.
Mezzo terremoto al vertice del criterium: alle spalle di una inarrivabile Paola, Alessandro (giunto mano nella mano con Peppe) scavalca Marcella, ancora vittima di sciatalgia perforante. Ottimo il secondo posto di Elisabetta, mentre Davide raggranella 6 punticini, sempre più solitario in quel limbo che separa i top runner dai pipponi.
Complimenti a tutti su tutte le distanze. E’ stata comunque una giornata di allegria e di partecipazione. Qui di seguito alcuni contributi da chi c’era. Se volete contribuire, c’è un comodo form in fondo alla pagina per caricare testi e immagini.
Eleonora, impegnata nell’organizzazione. Bellissima la partecipazione della nostra squadra alla Vivifiume di ieri, 1°Maggio, ben 34 atleti, tra la 10 e la 4km, al traguardo! Mi dispiace non avervi visto alla partenza, ma ero impegnata a Ponte Testaccio al giro di sponda, vi ho visto però in azione, tutti in completo verde, inconfondibili!
Andy. Dal mio punto di vista una giornata quasi perfetta: colazione, cacca, idratazione, riscaldamento, tutto nei tempi giusti. Ritmo gara non esaltante (4’39”), ma tenuto con regolarità. Sul finale accuso un po’ di stanchezza, riesco ad allungare solo a 500m dal traguardo. Il giorno dopo ho le gambe pesanti, segno che potevo fare poco di più!
Paola. Dopo il cazz..tone del ciclista del giorno prima che dire? Mi toccherà ripulire tutti i murales degli argini del tevere. Comunque, malefico trio Guerra-Gaglioppa-Conti, non vi ho ripreso questa volta, segno che state migliorando o io peggiorando. Evidentemente con Marcellina acciaccata tendo a non dare il meglio.
Ecco un paio di scatti significativi. Il primo, il giorno del sopralluogo, dopo il”rimprovero” del ciclista, in preda alla vergogna.
Il secondo, prima della partenza.
Marcella. Partecipo alla gara dopo aver mentito spudoratamente alla fisioterapista e alla dottoressa a cui avevo giurato che non avrei corso, questo rende la partecipazione un pò trasgressiva, quindi più intrigante e mi ricorda un pò il mio passato di mezza punkettara. Dico a tutti che sarei partita a non più di 5′ al Km per poi vedere dopo come va, ma in realtà lo dico a me stessa, temendo di fare il contrario. Si da il via e infatti faccio il primo Km a 4’30”, mi dico “così non arrivo al quinto, eppure le gambe vanno, trascinate dal flusso di gente e dall’euforia della gara, rallento un pò e mi tengo sui 4’45”. Da subito mi si affianca e poi mi supera Paoletta, vedo che anche il suo incedere presenta delle asimmetrie: una delle due gambe è un pò rigida e il ginocchio non si piega, eppure va veloce, penso”chissà come corro io? mi piacerebbe vedermi in un filmino”, così poi mi prende un colpo, no meglio di no. Il passaggio al quinto km è 23’50” e sto ancora bene, penso “ottimo, se duro così va benissimo”, al sesto inizia a venirmi una gran sete, forse anche per una di quelle bustine di sciroppo di sali minerali e zucchero che mi ero ingurgitata prima della partenza. Il rifornimento d’acqua è in salita e corricchiando mi faccio fuori quasi tutta la bottiglietta. Si passa all’altra sponda, il terreno è accidentato, ma morbido, lo sento familiare perchè mi ricorda i cross di quest’inverno, bisogna andare più piano, ma recupero un pò delle posizioni che avevo perso per bere. Dall’ottavo chilometro inizio a sentire la fatica e soprattutto un gran mal di stomaco, c’è il vento contro e mi accorgo che nonostante mi sforzi di manternere il passo vado più piano. Forse mi ha dato fastidio l’acqua, forse è per il fatto che non ultimamente non ho fatto mai più di 40 minuti di corsetta e niente lavori. Manca un km all’arrivo e io sono concentrata per cercare di evitare che il mal di stomaco abbia il sopravvento su di me, ed ecco che mi raggiungono Elisabetta, Marco e Ugo, che si stava facendo una corsettina tanto per sgranchirsi le gambe. Elisabetta mi supera, penso di poterla riprendere nel finale e provo un inseguimento a 300 metri dall’arrivo, ma vedo che non mi regge la pompa e mi arrendo. Taglio il traguardo insieme a Marco, che si era fatto anche lui una corsetta senza forzare. Poteva andare meglio, ma tutto sommato va bene così, comunque nonostante la fatica e nonostante gli acciacchi che la corsa procura mi rendo conto che correre mi piace un sacco ed è il mio anti-stress, poi mi piace proprio fare le gare, anche se durante soffro da cani. Quindi tremate compagne di squadra: appena mi passa la sciatica prenderò la mia rivincita!
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