Nella manifestazione di Passo Corese, RP schiera ben tre squadre, maschile e femminile nella 4×400 e maschile nella 4×100.
Qui di seguito le cronache di Paola, di Fabio e le classifiche e le foto dei baldanzosi partecipanti.
Paola
Tutto iniziò tre anni or sono. Marcella, ai primi entusiasmi correrecci e pistaroli, “had a dream”… la Staffetta femminile 4×400! Da allora ogni tanto la questione viene risollevata più e più volte fino a che si presenta l’occasione: il Campionato di Staffetta regionale Master societario.
Quale migliore occasione per rispolverare le scarpe chiodate e buttarsi follemente in un progetto che ha dell’improbabile. La follia parte da Marcella ma a cascata coinvolge prima la Direttrice (somma sacerdotessa in materia di pista e quattrocento), poi me, la lenta e strascinata Vipera berus, e infine l’ignara Stefania, che tra una nuotata e una pedalata, ancora sgambetta con la sottoscritta lungo la valle del medio Tevere, tra aironi cenerini e Cichorium intybus. Dunque, un giorno di marzo, appunto in mezzo a un campo di cicoria, le faccio la proposta di prendere parte all’incauta impresa staffettistica e lei, inaspettatamente, accetta.
Il quartetto così formato c’è da dire che è piuttosto sgangherato, tra fasciti plantari, infiammazione delle bandellette ileo tibiali, nervi sciatici in fiamme, menischi lesionati… diciamo che in quattro ci saranno una o due gambe buone a dir tanto!
Comunque le magnifiche quattro non demordono. Partono i lavori finalizzati. A parte Marcella, ormai abituata ai lavori in pista ed Ele, che pur non potendosi ultimamente allenare molto a causa della bandelletta, rimane pur sempre un animale da pista, Stefania e io partiamo da zero per quanto riguarda la preparazione di un quattrocento, ma tutto si può quando si vuole e quindi giù con i trecento nel nostro mitico campo da polo!
Arriva il giorno “X”… la Gara!
Si sono formate, oltre alla nostra, due mitiche squadre maschili: una 4×100 e una 4×400 sulle quali preferisco soprassedere per dare spazio e voce ai diretti interessati.
Dopo una notte di incubi che farebbero impallidire Dario Argento, la mattina vado in ritiro pregara da Stefania. Cerchiamo di non pensare a cosa ci aspetta nel pomeriggio, facciamo un blando riscaldamento, un panino e poi, via, al campo di atletica di Passo Corese.
Faccio la registrazione delle squadre e di Marcella, che non paga della staffetta, si cimenta anche sul salto in alto, settore in cui ormai non ha rivali.
Arrivano pian piano tutti i rifondaroli coinvolti nell’avventura staffettistica. Cominciano ad arrivare le foto di Peppe Scozzarella che con un sorriso beffardo ci guarda dal trail di punta Campanella in Costiera Amalfitana (beato lui…).
Sale la tensione e arrivano le partenze. I maschi vanno alla grande e si tolgono il pensiero.
Poi tocca a noi.
Ai blocchi: Marcella. A lei la responsabilità dell’impresa e di partire. Nonostante le pecette e i dolori diffusi (si è praticamente ricoperta di ghiaccio spray) parte bene e tiene, tiene e tiene per i 400 m che mi separano da lei.
A me batte il cuore forte ed è come se stessi correndo anch’io quei 400 m. Devo respirare per scaricare la tensione, mannaggia che non ho portato uno di quei sacchetti di carta… ecco che arriva Marcella… cambio! Finalmente sto correndo, sento i compagni di squadra che incitano e quasi in trance arrivo al cambio con Stefania. La sua frazione è per me una sicurezza. Essendo da tempo la sua Coach (più precisamente la sostituta coach del Maestro Enzo) sono certa che non mollerà mai (dont’t give up è la sua parola d’ordine) nonostante i poveri menischi usurati da anni e anni di triathlon xterra. E infatti la sua corsa è ritmica e costante, la incito con tutta l’adrenalina che ho. E puntuale il testimone giunge a Ele.
Parte la Direttrice, nome scientifico Acinonyx jubatus.
Ci rendiamo subito conto che la classe non è acqua. Tutti, incantati, non possiamo fare a meno di ammirare la bella corsa di Eleonora. Sembra non faticare ma sappiamo bene che non è così.
Comunque, nonostante la posizione della nostra squadra (non è andata neanche male, tutto sommato), c’è questo bel finale di Ele che taglia, a lunghi passi, il traguardo.
Alla fine guardo le compagne di questa avventura assurda ma bella e mi trovo a dire quello che non avrei mai pensato possibile: a quando la prossima?!
Fabio
Wish you were here è stata scritta da David e Roger pensando a Syd, fuori dal gruppo e dalla vita. David si chiede se sia possibile liberare se stessi abbastanza da vivere la realtà del mondo mentre la vita scorre davanti a te, con te, e tu ti muovi in avanti con essa. Coloro per i quali la risposta fosse no, rimarranno per sempre al punto di partenza. E’ di questo che parla la canzone.
Mi viene in mente mentre la realtà del mio mondo in corsia mi scorre incontro, nella forma di alcuni indemoniati con un bastoncino in mano. Io dovrei muovermi in avanti, con loro, correndo verso l’area di cambio, mentre Marco mi passa il testimone. L’atmosfera è diversa da quella di una gara su strada. Più buffa e seriosa. Da una parte la situazione è chiaramente ridicola, con signori, più o meno panciuti, gonfi di adrenalina per una gara di circa un minuto da doversi dividere in quattro. Dall’altra parte non tutti riescono a rinunciare a prendersi sul serio, rendendo la vicenda umanamente ancora più interessante.
Non muoverti, rinuncia ad ogni altro obiettivo se non quello di afferrare il bastoncino e portarlo a Giovanni, lentamente ma inesorabilmente. Stai fermo e aspetta mentre la realtà scorre davanti a te, e ti spinge ad affrettare la partenza, ma tu puoi aspettare ancora. Avrai il tempo per afferrarla, stringerla nella mano e accompagnarla un po’ più avanti.
Tutti gli altri nella zona del terzo cambio mi guardano basiti, dalle loro plastiche posizioni di lancio. Sono piegati in avanti, nella loro direzione di corsa. Aspetteranno l’urletto del compagno da dietro, si metteranno in movimento e, in velocità, afferreranno il testimone. Io solo, in quarta corsia, me ne sto buono, dritto come un fusto, girato nella direzione opposta agli altri guardando dietro di me. Vedo loro e vedo la corsa che si avvicina. Qualcuno cerca di convincermi che non è quello che dovrei fare. Fatica sprecata.
Marco si avvicina. Io sembro uno che sta aspettando di ricevere il suo tè. Mi passa il tè…stimone e io lo prendo, con delicatezza. Probabilmente lo ringrazio. Da quel momento la mia missione è chiarissima: Protezione Tè..stimone. Portalo a Giovanni, senza farlo cadere e rimanendo ben dentro il tuo spazio.
Vagli a spiegare ai testosteruti quanto mi sto divertendo nel vederli gonfiare i muscoli. Nelle ultime tre settimane ho corso una maratona, organizzato e realizzato un congresso planetario, corso una 10 kilometri, cambiato il programma ministeriale per la preparazione degli insegnanti italiani delle prossime generazioni, ridefinito il piano formativo post-laurea nella mia disciplina. E ora sono li, con le gambe gonfie e lente, a correre una quattro per cento. Sorrido mentre corro, contento. Wish you were here. Se posso fare questo, posso muovermi in qualsiasi realtà. Al mio ritmo.
Marcella
Come ha già detto Paola è da un bel pò che inseguivo il sogno di partecipare a una staffetta, da quando ho partecipato alla prima gara master in pista nel giugno 2013, io avevo fatto i 3000 (e anche piuttosto piano) ma ho visto altri cimentarsi in gare brevi e staffette, gente di tutte le età, cosa che mi ha conquistato. Quando ho comunicato questo desiderio a Eleonora, lei mi ha guardato come se fossi una pazza, ma io che so’ cocciuta come un mulo non ho mai desistito e ogni tanto la ributtavo lì, fino a che ho iniziato a notare che sotto sotto ci stava facendo un pensierino. Della voglia di Paola di partecipare non ho mai avuto dubbi, lei correrebbe sempre e comunque anche con le stampelle, ma Ele è una perfezionista, quindi o sta in forma o niente e ‘sta bendelletta mannaggia è da dicembre che non passa….. .
Infine un mesetto e mezzo fa Ele mi ha detto che aveva trovato la gara per noi, Whaw!!! Paola convince Stefania, siamo quattro!!!
Iniziamo a diffondere la notizia e anche alcuni degli uomini sembrano interessati alla cosa, tanto che nell’ultimo mese in pista abbiamo iniziato ad allenarci per la velocità. Mi sono comprata le chiodate da Noi Sport e come me, Riccardo e anche Ele.
La settimana prima della staffetta, il 25 aprile al trofeo di Liberazione faccio i 1000 metri in pista con le mie chiodate nuove, non faccio il tempo che volevo perchè cedo negli utimi 150 metri, ma mi arriva una botta di adrenalina che mi dura due giorni. Il giorno dopo c’è la corsa dal potente, mi sento bene, allungo anche alla fine, in programma ci sta la vivicittà il 1 maggio e la staffetta il 3, forse troppo…. Mercoledì 29 aprile mi faccio male… mi inizia a fare male la gamba e non finisco l’allenamento. Faccio la Vivifiume benino (soprattutto la seconda metà), ma poi il dolore alla gamba è sempre più forte.
Aiuto! non posso fare la staffetta!!! era da tanto che l’aspettavo!!
Sabato 2 stiamo in pista fino alle tre con Ele e Paola a confrontarci su dove si cambia, su come partire ai blocchi, scopriamo tante informazioni sul tartan, ci sono tutte le targhette che indicano posizioni dei cambi per corsia, rimango con qualche dubbio su dove devo lasciare il testimone a Paola. Non riesco a correre, mi prendo l’antiinfiammatorio, chiedo a chi ce l’ha di portare il ghiaccio spray, non posso riununciare all’evento tanto desiderato, poi siamo in quattro non ci possono essere defezioni. Penso che con l’adrenalina della gara sarei riuscita a correre lo stesso e dico, poi se sto ferma un mese chi se ne frega!
E’ arrivata domenica 3 maggio, in macchina andando a passo Corese guardo con Juma e Marco un filmino su Youtube con la finale olimpica della staffetta 4x400m per vedere meglio i cambi. Che figata! anche noi faremo una staffetta.
Arriviamo lì, i maschi sono tutti molto euforici e si fanno fare delle foto da macho e in posa Bolt (quanto testosterone in giro!). Noi quattro fanciulle siamo invece silenziose: siamo tutte acciaccatissime e siamo preoccupate di non riuscire a correre all’altezza. Paola mi dice che si era sognata che io mi arrabbiavo con lei perchè era lenta o perchè si perdeva il testimone, io non riesco a fare neanche il riscaldamento perchè la gamba mi fa male.
Mi ero iscritta anche al salto in alto (a quello veramente ci potevo rinunciare), ma comunque per me ha un azione de-stressante e mi distrae dalla preoccupazione di non riuscire a correre la staffetta. Dopo ogni salto mi cospargo di spary, non spingo bene sulle gambe perchè ho paura di farmi ancora più male e mi fermo a 1.20, ma va bene così.
Vedo le gare dei maschi, vanno tutti benissimo (per i loro limiti è chiaro!) ed è molto bello vederli correre sforzandosi al massimo. Il momento più divertente è stato il cambio Marco-Fabio della 4×100, con Fabio che si gira verso Marco per raccogliere il testimone.
tocca a noi, siamo in quarta corsia della prima serie.
mi riempio la gamba di spray e faccio tre allunghi.
Mi metto ai blocchi e mi sudano le mani (ho paura che mi scivoli il testimone durante la corsa), poi lo sparo e via. Non so come ho corso, verso la fine ero un pò imballata, ma comunque ho retto fino alla fine, alla linea del traguardo c’era Paola che mi aspettava, è stato un momento bellissimo passarle il testimone e vederla partire a tutta birra e poi incitare lei, Stefania e infine Eleonora che ha sorpresi tutti per il suo stile di corsa elegante.
Dopo la gara zoppico vistosamente e penso che dovrò stare ferma un bel pò, ma posso dire che ne è valsa la pensa, ora mi devo rimettere a posto, ma …..quando ne facciamo un’altra?
Caro Fabio allora gli insegnanti sanno con chi prendersela… una ragione in più per bastonarti nel criterium!
Ovviamente scherzooooooo!